I 5 peggiori accessori per console

Pubblicato il 14 Luglio 2019 alle 15:30

Nel corso degli anni, soprattutto quelli dell’era 16 e 32 bit, il mercato dei videogiochi ha visto vari add-on che sarebbero serviti (nelle intenzioni delle case) ad aumentare la potenza della console base e, quindi, a mantenere la propria quota di mercato a dispetto delle concorrenti che vi si affacciavano; anche se Sega è stata in qualche modo la regina di questi aggeggi, anche altre case hanno dato il loro contributo, persino Nintendo, che solitamente era più parca ad avventurarsi in questi oscuri meandri dell’industria videoludica. Vediamone alcuni:

SUPER NES CD (SNES)

L’era dei 16 bit stava iniziando a volgere al termine e le case produttrici stavano constatando l’inadeguatezza del supporto su cartuccia, che limitava le capacità di dati e richiedeva un enorme sforzo economico per venire prodotto; così Nintendo e Sega pensarono di approfittare del nuovo supporto digitale, il CD, per creare degli add-on per le loro console di punta; Nintendo tenne una politica doppia, alleandosi prima con Sony, poi con Philips e di nuovo, per poco, con Sony, per realizzare un lettore CD per il suo SNES; diciamo che il primo esperimento in autonomia di Philips, il CD-i del 1991, scoraggiò ben presto la voglia di Nintendo di valersi di questo supporto (che in effetti la casa di Kyoto non adotterà nemmeno per il N64, ma solo con il NGC, con un formato tra l’altro proprietario, a causa del timore di perdere profitti per la pirateria) e il progetto finì sul nascere… o almeno così sembrava, dato che Sony continuava nel frattempo lo sviluppo di quella che sarebbe diventata la prima Playstation.

MEGA CD (SEGA MEGA DRIVE)

Il Mega Drive è stata un console iconica nella storia dei videogiochi, regalandoci titoli incredibili, tra i quali Sonic; ma Sega voleva mantenere i suoi circa 30 milioni di fan che avevano acquistato la console “basic” affinchè non migrassero verso altri lidi in attesa della vera e propria nuova console Sega (che sarebbe stata il Saturn).

Così lanciò due add-on, di cui il primo è il fantomatico Mega CD (il secondo è al secondo posto e rappresenta un flop ancora peggiore). La caratteristica dell’add-on era quella di migliorare le prestazioni del Mega Drive in alcuni fattori: come tutti sapete una delle falle del MD (nel confronto con lo SNES) era quella della gestione colori: il Mega CD avrebbe dovuto (l’uso del condizionale vi anticipa già come è andata a finire) pareggiare i conti, ma non è andata proprio così; inoltre il MCD ha introdotto i Full Motion Video e un sistema audio di tutto rispetto (ma non sempre nei giochi, ma solo nei filmati), tra l’altro riproducendo i video con una resa piuttosto insufficiente, dati i limiti tecnici connessi al Mega CD, che infatti faceva sua l’uscita video del MD, con tutte le conseguenze (limitanti) del caso.

Mi ricordo che la pubblicità dei tempi diceva: 16 bit+16bit=Mega CD; l’aver avuto la correttezza di non dire il numero che tutti ci aspettavamo è stato comunque apprezzabile. In ogni caso il Mega CD ha dato giochi, anche se pochi, di tutto rispetto: SoulStar vi dice qualcosa? Probabilmente no…

64DD (NINTENDO 64)

Abbiamo detto che Nintendo di solito non cadeva in queste trappole del marketing, ma una eccezione c’è ed è bella grossa: il 64DD (DD sta per Dynamic Drive) per Nintendo 64. Anche qui un nome altisonante (deve esserci una relazione tra nome altisonante e flop assicurato) nasconde un insuccesso (uno dei pochi, insieme al Virtual Boy): ma Nintendo per fortuna aveva capito prima dell’uscita che sarebbe stato un disastro e quindi lasciò alla società RANDnet (cui la casa di Kyoto comunque partecipava) il compito di distribuirlo e di gestirne i servizi. Nintendo of America andò oltre, rifiutandosi di distribuire l’accrocchio anche in Occidente.

Purtroppo solo 9 giochi sono stati sviluppati per il 64DD, tra cui Doshin the Giant, che ebbe nuova linfa successivamente con il Gamecube, per il quale uscì anche in Occidente.

Insomma, un insuccesso preannunciato, che era stato probabilmente studiato in maniera diversa, ma che poi per le contingenze dei tempo era stato lanciato con modalità tutt’altro che ottimali. Peccato che il Nintendo 64 sia stato macchiato da questa periferica, altrimenti la mitica console a cartuccioni sarebbe passata alla storia solo per capolavori come Super Mario 64, Goldeneye 007, Banjo & Kazooie e tanti altri.

32X (MEGA DRIVE)

L’insuccesso più clamoroso di Sega e probabilmente il segno del declino della storica software house che nel giro di pochi anni avrebbe portato la casa ad abbandonare il mercato hardware dopo il Dreamcast. Ma torniamo al Mega Drive: il 1994 è l’anno dell’annuncio del Sega 32X, inizialmente concepito come una nuova console a 32 bit, ma poi convertito in un accessorio per il MD, a quanto si dice su suggerimento di Joe Miller di Sega of America (probabilmente ora costui ha una targa a ricordare cotanta intuizione). Il mercato era infatti in continua evoluzione e l’affacciarsi di competitor che sembravano competitivi (ma alla fine si rivelarono l’opposto) come il 3DO e l’Atari Jaguar evidentemente spaventava Sega, che, dunque, non aveva grande fiducia nelle sue capacità e nell’affezione dei suoi fan.

Il Sega 32X fu un fallimento commerciale, con a gennaio 1995 solo 600.000 unità vendute e un prezzo sceso presto a soli dollari 19,99. Tra i motivi del flop, una scarsa libreria di giochi, l’interesse dei fan per le console di nuova generazione, Nintendo 64, PlayStation e Saturn, e alcuni malfunzionamenti del 32X con alcuni modelli di MD.

JAGUAR CD

Il Jaguar è una console dei primi anni Novanta della storica casa Atari; a dispetto del nome altisonante, tuttavia, fu un vero e proprio flop, nonostante fosse stata lanciata sul mercato come la prima console a 64-bit con lo slogan “Do the Math“.  In realtà la console, lanciata anche dopo il rivale 3DO, utilizzava invece un insieme di processori con un bus di ampiezza variabile da 16 a 64 bit e un motore grafico a 32 bit. Evidentemente i consumatori hanno davvero fatto due conti e il Jaguar chiude la sua carriera con circa 250.000 unità vendute, surclassato dalle altre console.

Ma, nonostante tutto volgesse al peggio, Atari pensò comunque di lanciare un add-on per trasformare il Jaguar in un lettore di CD-Rom; il lancio ovviamente avvenne in ritardo rispetto a quanto previsto, nel 1995, con ancora meno giochi di quelli usciti per la console base e per la modica somma di 150,00 dollari; indovinate come è andata a finire?

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