Martin Mystère n° 320 – Anni 30 – Recensione
Pubblicato il 17 Aprile 2012 alle 10:49
Aprile 1982 – aprile 2012: Martin Mystère festeggia il suo trentesimo compleanno con l’albo numero 320. Un volume ricco di sorprese – prima tra tutte la riproposizione delle 64 pagine originali di quello che doveva essere il numero uno della serie – e di omaggi a padri e padrini della narrazione di Castelli e Alessandrini, gli autori che hanno fatto grande il buon vecchio zio Martin.
Martin Mystère n° 320
Autori: Alfredo Castelli (testi) e Giancarlo Alessandrini (disegni).
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore.
Provenienza: Italia.
Prezzo: 4,70 Euro.
Data di pubblicazione: 2012 (Aprile)
Martin Mystère festeggia alla grande i suoi (primi) 30 anni di vita editoriale. Lo fa con un albo intitolato, con un gioco di parole semplice quanto efficace, “Anni 30”, che oltre alle consuete 164 pagine bimestrali ne offre ulteriori 66, contenenti il primo, storico numero delle avventure del detective dell’impossibile, che allora, siamo nel 1981, aveva perfino un altro nome: Doc Robinson. Ma procediamo con ordine.
Nella storia canonica troviamo Martin Mystère nella New York degli anni 30, dove, sullo sfondo di folli esperimenti scientifici, di ambiziosi piani criminali e di vili tradimenti, fa nuove importanti conoscenze e consolida rapporti che molto conteranno nella sua vita futura, quella così come la conosciamo noi. “Anni 30” tra una serie di omaggi al mondo del cinema, della fotografia, dei comics, racconta di come il BVZM abbia incontrato Java, il suo fedele assistente. Arrivato nella Grande Mela insieme ad altre cavie dell’esperimento di crescita umana del dottor Cyclops, l’uomo di Neanderthal, trasformato in enorme scimmione, rapisce la bella Miss Angie e si arrampica sull’Empire State Building per cercare di scorgere Martin Mystère, col quale ha già avuto occasione di parlare nella sua vecchia casa, una misteriosa isola popolata da animali preistorici. Tornato a dimensioni normali Java spiega al detective come il dottor Cyclops abbia dato vita ad un esercito di uomini extra-large e di come ora egli sia arrivato a New York.
Il perché lo scopriranno anche grazie all’aiuto dell’ispettore Tracy e dell’intelligente agente Diana Lombard: lo scienziato vuole scambiare il proprio esercito con una statuetta piccola quanto preziosa, il falco maltese, proprietà del Grassone, antiquario di facciata, gangster interessato a controllare l’intera metropoli nella realtà. Lo scambio riesce, ma la faccenda si complica quanto Orloff, ex-socio del professor Mystère, si impadronisce dello strumento atto a comandare i maxi uomini e si industria di recuperare il falco maltese custodito da Cyclops.
Insomma, un’avventura avvincente, ricca di citazioni e spiegazioni, ma che al tempo stesso fa sorridere e che si avvale del lavoro del duo da cui tutto ebbe inizio: Alfredo Castelli ai testi e Giancarlo Alessandrini ai disegni. Gli stessi autori, peraltro, firmano anche “Gli uomini in nero”, o meglio, la quarta versione del primo albo della collana trentennale, dall’insolita foliazione di 64 pagine, idea poi scartata per far ritorno alle canoniche 96 pagine bonelliane. Rispetto al numero uno come siamo abituati a conoscerlo, dunque, in questo ci sono meno tavole. Diversa è anche la casa di Martin, Londra e non New York, e alcuni altri particolari, come la curiosa esclamazione “Blow me down”. Ma lo spierito è quello di sempre, quello cioè che ha contribuito a far giungere il detective biondo a festeggiare le 30 candeline insieme ad un nutrito seguito di appassionati.