Mega Drive Mini: 10 giochi da provare della mini console
Pubblicato il 7 Luglio 2019 alle 20:00
Il 19 settembre uscirà anche in Italia la versione mini del Mega Drive, la mitica console a 16-bit di casa Sega che tanto ha fatto sognare ed emozionare i videogiocatori dell’epoca (tranne quelli che, come me, erano Nintendofan intransigenti). Tra i 42 giochi presenti ci sono classici senza tempo come Sonic, Ghouls‘n Ghosts e Darius, che non hanno bisogno di presentazione; vediamo invece 10 titoli che meritano una citazione (alcuni celebri, altri moto meno) e di essere provati.
Super Fantasy Zone
Se siete appassionati di sparatutto vecchia scuola dovreste dare una occhiata al coloratissimo Super Fantasy Zone, sviluppato da Sunsoft, già responsabile dei precedenti titoli della serie per Nintendo Famicom.
La meccanica di gioco è classica, con il giocatore che ha a disposizione bombe, laser e anche un attacco speciale. Lo shop consente di aumentare le proprie possibilità di vittoria. Il gioco, insomma, prende il meglio del primo capitolo, potenziandolo.
Graficamente, questo episodio non sfruttava al massimo la console Sega, ma i toni pastello del gioco ne dimostrano le potenzialità (soprattutto per quanto riguarda i boss di fine livello). Ottimo anche il comparto sonoro.
Dr. Robotnik’s Mean Bean Machine
In questa collection di giochi troverete Tetris e Columns, due classici dei puzzle game, ma anche questo Dr. Robotnik’s Mean Bean Machine, che in realtà è una versione a tema Sonic di un altro classico, Puyo Puyo (titolo uscito poi per moltissime altre console, dal Nintendo 64 alla PSP), merita una occhiata: ed infatti è Compile lo sviluppatore dietro questo titolo.
Anche qui la grafica non fa gridare al miracolo, come sempre in questo genere di giochi, ma il divertimento è assicurato se giocherete con un amico (in single player il rischio di non trovare stimoli è sempre dietro l’angolo). Il plus in questo caso è dato dall’universo di Sonic; che per un acquirente del Mega Drive Mini potrebbe non essere poco.
Street Fighter II: Special Champion Edition
Tutti sanno che l’uscita di Street Fighter II per il Super Famicom lanciò le vendite della console Nintendo; e i fan Sega per molto rimasero orfani di un loro capitolo per Mega Drive, dati i rapporti stretti tra Capcom e Nintendo; ma nel 1993 uscì questo titolo che era un mix tra Street Fighter II: Champion Edition e Street Fighter II Turbo: Hyper Fighting.
Il gioco era ben lontano da una conversione arcade perfect, in quanto le capacità del Mega Drive non permettevano di eguagliare la grafica e gli effetti della versione arcade; tuttavia, non è da sottovalutare che il gioco era stato adattato per il controller a sei tasti della console Sega, non una cosa da poco per i patiti degli arcade. Una conversione che paragonata a quella per SNES presenta alcuni lati positivi ed altri negativi, a dimostrazione delle diverse caratteristiche delle due console a 16-bit.
Da provare perchè solo due episodi di Street Fighter arriveranno su Mega Drive: il secondo sarà, l’anno successivo, Super Street Fighter II: The New Challengers.
Gunstar Heroes
Treasure è una software house giapponese con pochi dipendenti che ha sfornato però nel corso degli anni (soprattutto nell’epoca del 2D) titoli passati alla storia per la loro difficoltà e/o per il loro concept fuori di testa (Sin And Punishment per N64 o Mischief Makers sempre per N64, per citarne alcuni).
Tra i titoli più amati della casa non si può non citare Gunstar Heroes, un titolo che rappresenta abbastanza bene la filosofia di Treasure: titolo abbastanza breve e con una curva di apprendimento praticamente inesistente, dato che l’azione caotica inizia quasi subito. La grafica e gli effetti speciali sono ancora oggi molto apprezzabili, insieme alla varietà di ambientazioni: inoltre la comparsa dei boss vi lascerà molto sorpresi… a prescindere da dove siete nel livello.
L’unica pecca è la copertina della versione occidentale, che nasconde lo stile manga del gioco; per il resto una pietra miliare nella storia dei videogiochi.
Ecco the Dolphin
Ecco the Dolphin è un titolo che quando uscì colpì molto i videogiocatori perchè era un prodotto davvero originale: un delfino come protagonista di un gioco che usava le sue abilità sonore per cercare gli alleati o confondere i nemici.
Tuttavia, nonostante la novità, il gioco risultava mal bilanciato in termini di difficoltà ed alcune aree diventavano veramente frustranti nell’esplorazione per il giocatore.
Insomma, il gioco ha perso il senso di novità che lo aveva fatto conoscere al grande pubblico, ma resta comunque un esperimento originale e a tratti innovativo, che merita di essere provato almeno una volta nella vita da (retro) videogiocatore.
Streets of Rage 2
Un’altra pietra fondamentale: un beat ’em up a scorrimento che ancora può insegnare molto a chi fa videogiochi oggi: grafica che non mostra cedimenti anche con molti nemici sullo schermo, introduzione di nuovi personaggi che equilibrano il livello di difficoltà, colonna sonora che non ci si annoia mai di ascoltare (del grande Yuzo Koshiro), nuove modalità di gioco, ampie modifiche rispetto al primo episodio; insomma, tutto quello che potreste desiderare di trovare in un picchiaduro a scorrimento qui lo troverete, e tutto all’ennesima potenza.
Phantasy Star IV
Phantasy Star III non aveva pienamente convinto i fan della celebre saga RPG di Sega, per il cambio di ambientazione rispetto alle prime due esperienze di gioco: fortunatamente questo capitolo ritorna alle origini, facendone uno dei migliori esemplari del genere nell’epoca dei 16-bit.
La modalità di gioco si basa sul classico schema a turno e i labirinti si sprecano. Ancora una volta la strategia la farà da padrone, non solo nei combattimenti, ma anche nella crescita del personaggio e nel dotarlo delle migliori armi e armature.
Anche il comparto grafico si giova di animazioni efficaci, anche per i nemici, ed una diversità di ambientazioni che non fa sfigurare il gioco in confronto a capolavori come Chrono Trigger, con il quale può ben rivaleggiare. Meno indimenticabile il lato sonoro.
In ogni caso un ottimo capitolo ed in generale un gran bel RPG che gli amanti del genere non dovrebbero farsi sfuggire.
Shinobi III
Un’altra perla del Mega Drive presente in questa selezione è Shinobi III: Return of the Ninja Master, terzo episodio della saga di ninja di Sega che presenta qui una grafica di prim’ordine, che sia per i background sia per gli sprite dei personaggi si fa notare come una delle migliori della sua generazione. E anche la colonna sonora, anche qui firmata di Yuzo Koshiro, non si fa certo dimenticare facilmente.
Ma non è solo l’aspetto tecnico a risaltare, ma anche tutte le novità nel gameplay che, prendendo spunto anche dal rivale Ninja Gaiden, hanno arricchito l’esperienza di gioco, con nuove tecniche, come per esempio la possibilità di bloccare i proiettili; un gioco che fa un grande uso del D-pad.
Castle of Illusion Starring Mickey Mouse
La serie Illusion Disney-Sega è stata una delle più chiacchierate all’epoca: il suo capostipite Castle of Illusion fu un successo immediato, grazie alla qualità garantita dal fatto che il gioco era stato sviluppato da Sega internamente e presentava i celebri personaggi Disney come Topolino e Minnie (che qui, novella Peach, veniva rapita).
In un periodo in cui le grandi esclusive per Mega Drive ancora non erano molte, vedere un gioco con una grafica fantastica, colori vivi, boss ben studiati, animazioni super-fluide e musiche di grande effetto, era un buon viatico per il 16-bit Sega che guadagnò molto nelle vendite grazie a questo gioco.
E il gioco ancora oggi si fa rispettare per le sue qualità ed il divertimento che garantisce.
Comix Zone
Comix Zone è stata una delle ultime perle per la console Sega: la sua caratteristica fondamentale è che questo beat ’em up a scorrimento si presenta graficamente come fossimo a leggere un fumetto (ci sono anche i baloon!).
Nonostante le mosse non siano particolarmente numerose, è anche vero che il gioco si fa aprezzare per il suo gameplay semplice, ma ben studiato. Non mancano purtroppo vari difetti, anche a livello grafico e sonoro, ma il gioco si dimostra un esperimento riuscito e divertente.
Peccato che quando sia uscito è passato abbastanza sotto silenzio…