The Spider King di Josh Vann e Simone D’Armini | Recensione
Pubblicato il 11 Giugno 2019 alle 11:00
Nel bel mezzo di una faida tra clan vichinghi inserita tipicamente nel suo contesto storico, una misteriosa entità aliena nota come il Re Ragno porta elementi fantascientifici e la prospettiva tutta nuova, per personaggi d’azione, di confrontarsi con con una propria formazione morale e psicologica passando prima, inevitabilmente, per la ben nota arte della guerra.
Autori: Josh Vann (testi) Simone D’Armini (disegni)
Casa editrice: saldaPress
Genere: fantasy, sci-fi
Provenienza: Canada, Italia
Prezzo: € 24.90, 18×27,5 cm, 160 pp., colore, C.
Data d’uscita: 13 giugno 2019
SaldaPress, come ormai sua tradizione, porta in Italia un titolo tra storia, fantascienza e scene splatter, The Spider King: il progetto, nato nel 2014 grazie al finanziamento raggiunto con una fortunata campagna Kickstarter, ha vinto nel 2016 un Ledger Award e nel 2018 è stato ripubblicato in quattro capitoli da IDW, ottenendo un grande successo e vendendo più di 22.000 copie. Già tradotto e pubblicato in Spagna e in procinto di uscire anche in Francia, i lettori italiani potranno finalmente assaporare il titolo scritto dall’australiano Josh Vann per i disegni dell’italianissimo Simone D’Armini, talento coltivato dalla Scuola Romana dei Fumetti.
IL MESSAGGIO DEGLI DEI DI ASGARD
The Spider King è una storia di guerra, faide tra clan (nel pieno della tradizione narrativa islandese alto-medievale) contornata da “cruda” fantascienza: siamo nella fredda e cupa Europa settentrionale, nel pieno della lotta tra Hrolf Hallvardson, Re dei Laxdale, e suo zio Aarek “il lupo” (traditore e assassino di suo fratello, il padre di Hrolf), vichinghi votati al combattimento e per nulla propensi a trattative. La faida tra i due clan ha dilaniato da anni ormai i Laxdale, mentre Aarek e i suoi sono lo spauracchio di tutti i territori limitrofi: ma mentre Hrolf si trova sul campo di battaglia alla guida di un disperato attacco contro suo zio, in cerca di vendetta e di un futuro migliore per la sua gente, sul campo di battaglia piomba una misteriosa “nave di ferro”, con a bordo una razza aliena di cui, i guerrieri vichinghi, non conoscono né gli intenti né la provenienza. E mentre per Hrolf e i suoi questo rappresenta un messaggio a loro favorevole degli Asi (il “pantheon” nordico formato da Odino, Thor e molte altre divinità famose della mitologia norrena) re Aarek farà per primo la conoscenza della misteriosa entità aliena, il Re Ragno, deciso a sfruttare la malvagità del vichingo per annientare il genere umano. Toccherà a Hrolf, insieme alla ribelle principessa dei Longobardi, Sigrid, salvare la Terra dalla malvagità del tiranno alieno, cercando inoltre di resistere al male insito in loro che proprio il Re Ragno vuole sfruttare a suo favore.
SANGUE GUERRIERO
Gli autori, attraverso la trama di The Spider King, portano alla luce le caratteristiche tipiche sia di un popolo come i vichinghi, sia quelle relative ai meccanismi narrativi delle saghe medievali islandesi: Hrolf vive con la continua responsabilità di dover vendicare il padre, in una faida tutta familiare con lo zio che ha rotto il vincolo familiare per interessi personale. In un clima così bellicoso, dove ognuno risponde al richiamo del “sangue guerriero” (compresa la ribelle principessa longobarda Sigrid, per nulla propensa a rispettare il suo posto da donna di alto rango) va ad inserirsi un elemento anacronistico che aggiunge nuove prospettive a una vicenda tendenzialmente storica. Il Re Ragno non è altro che un demone assetato (anche per sopravvivenza) dell’energia negativa insita delle persone, un “veleno” (in una variante tutta futuristica) capace di entrare all’interno di un individuo e farlo cedere ai suoi impulsi più distruttivi, sfruttando l’ambizione e le paure più recondite. E’ questo il vero nemico per Hrolf (ma anche per Sigrid e lo zio Aarek), la prova che dovrà superare per diventare un sovrano degno di questo nome e non soltanto per diritto di nascita: non cedere alla malvagità che, seppur latente, è tipica del genere umano. Al contrario delle più classiche storie di formazioni, però, il fumetto lascia (per il momento?) ai lettori l’interpretazione riguardo alla riuscita dell’impresa.
L’atmosfera fantascientifica e bellicosa è ancora di più resa straniante (considerato il genere) dal tratto unico (d’ispirazione cubista diremmo, specie in alcune sequenze) di Simone D’Armini, che può piacere o non piacere (a seconda del gusto personale di ognuno) ma che evidenzia sicuramente una forte marca autoriale, capace di arricchire un’atmosfera storica mostrandone il suo lato più splatter. Considerato il finale, è probabile che questa nuova e innovativa saga abbia ancora altro da dire, col presagio che, in caso, la sua qualità non possa che aumentare.
In Breve
Storia
7.5
Disegni
7