Doom Patrol 1×15 – Ezekiel Patrol | Recensione
Pubblicato il 26 Maggio 2019 alle 15:00
E’ tempo di season finale per Doom Patrol!
Dopo l’incredibile rivelazione su Niles Caulder quale sarà la mossa finale di Mr Nobobdy e soprattutto come risponderà, se risponderà, la squadra?
Episodio 15: Ezekiel Patrol
Durata: 55 min ca.
Regia: Dermott Downs
Sceneggiatura: Tamara Becher-Wilkinson & Jeremy Carver & Shoshana Sachi
Cast: Diane Guerrero, April Bowlby, Joivan Wade, Alan Tudyk, Matt Bomer, Brendan Fraser
Produzione: Warner Bros., Berlanti Productions
Distribuzione: DC Universe
Data di uscita: 24 maggio 2019
La scorsa settimana Doom Patrol aveva confezionato un episodio eccezionale – la nostra recensione QUI – che aveva giocato con una meta-testualità fortemente debitrice a certe riflessione prettamente legate al medium fumettistico, di cui propria l’omonima serie a fumetti scritta da Grant Morrison aveva contribuito a sdoganarne temi e modalità presso il “grande pubblico”, innestandovi poi il twist più importante di tutta questa prima stagione.
La Doom Patrol aveva accarezzato la possibilità di sconfiggere Mr Nobody, villain che per un momento era stato anche depauperato anche del suo livello di minaccia rintracciandone l’intrinseca debolezza in un trauma amoroso, salvo poi ribaltare questo assunto e scaricando su Chief tutto il peso degli avvenimenti. Mr Nobody aveva infatti costretto Caulder a confessare che tutte le incredibile disgrazie occorse ai membri della Doom Patrol erano state in qualche modo orchestrate da lui. Con lo sgomento dei membri della squadra, che con estrema difficoltà avevano accettato le loro condizioni, si era poi chiuso l’episodio.
Dalla candida ammissione di colpevolezza di Chief che si giustifica in maniera abbastanza banale, parte Ezekiel Patrol l’episodio di questa settimana, il quindicesimo e season finale di questa prima stagione.
La narrazione si sdoppia: da un lato seguiamo il percorso che ha portato Niles Caulder ad individuare i soggetti di suo interesse, le sue connessioni con il Bureau of Normalcy e la sua Immortus Initiative mentre dall’altro con un piccolo salto temporale osserviamo come i membri della squadra stiano vivendo la rivelazione.
Larry e Rita stanno cercando di tornare ad una vita normale e civile, con Rita che addirittura ha iniziato a dare lezioni di recitazione, mentre Jane profondamente delusa cerca un modo per “bloccare” il costante rumore di fondo delle sue molte personalità.
Tuttavia la vendetta di Mr Nobody è ancora incompleta, l’ultimo tassello è rappresentato dall’ultimo segreto di Niles Caulder. Solo la Doom Patrol potrà correre in aiuto di Chief con la battaglia finale si consumerà nelle strade di Danny The Street.
Pur mostrando in maniera veemente le conseguenze della rivelazione riguardante Niles e le origini dei membri della squadra, Ekeziel Patrol mette nuovamente al centro dell’attenzione la figura del villian Mr Nobody.
Cosa succede quando un piano riesce perfettamente? Mr Nobody ha messo contro Caulder i suoi protetti e ora? Ora c’è un altro piano da mettere in moto, un’altra vendetta da completare ma tutto sfugge di mano e il villain diventa a sua volta vittima.
Mentre la Doom Patrol corre alla richiesta d’aiuto, seppur in maniera riluttante, Mr Nobody dovrà scendere definitivamente scendere a compromessi e piegare la realtà all’unica forza in grado di spezzare quel circolo vizioso di cui prima… l’amore.
Sia che esso sia disgustosamente kaiju sia che esso sia quello del padre verso una figlia.
Showrunner e sceneggiatori dopo essersi superati con il penultimo episodio utilizzano un approccio più “soft” ma non meno incisivo per un finale davvero sopra le righe e che funge, in maniera neanche troppo marcata, da trampolino per la già attesissima seconda stagione di Doom Patrol.
Una prima stagione davvero eccezionale quella di Doom Patrol, la seconda serie della piattaforma DC Universe, che non solo supera a mani basse il volenteroso Titans ma si candida senza ombra di dubbio a serie dell’anno grazie a mirate e incisive scelte tematiche, personaggi curatissimi e prestazioni attoriali superlative – Alan Tudyk e Diane Guerrero su tutti – ma soprattutto grazie ad un adattamento che pur prendendosi le dovute libertà risulta estremamente fedele al materiale originale tanto nella forma quanto nei contenuti.
In Breve
Giudizio Globale
7.0