I 10 momenti più tristi in One Piece

Pubblicato il 17 Maggio 2019 alle 09:00

I PUNTI CHIAVE

Quante volte abbiamo sofferto insieme ai protagonisti di One Piece? In questo articolo, ho raccolto i 10 momenti più commoventi di quest’opera dalla storia pluriventennale.

One Piece è stato ed è ancora oggi una lunga avventura per i suoi innumerevoli fan: con oltre 900 capitoli del manga pubblicati in tutto il mondo e quasi 900 episodi dell’anime, l’opera originale del Maestro Eiichiro Oda ha sempre primeggiato fra le serie dalla lunga durata grazie ai suoi archi narrativi infiniti, così ricchi di dettagli, storie affascinanti e personaggi vividi; grazie anche a una serie sterminata di personaggi e di storyline minori e collaterali, il puzzle che compone l’intera concezione di questo mondo fantastico nato dalla e nella mente di Eiichiro Oda è fra i più affascinanti, colorati, appassionati, coerenti e coinvolgenti dell’intero settore.

Chi segue le vicende di Monkey D. Rufy dall’inizio sa di essersi approcciato alla lettura o alla visione di One Piece convinto di assistere unicamente alle divertenti avventure del suo spensierato protagonista; una storia leggera, insomma, ma ben presto “una serie di sfortunati eventi” tinge di tinte oscure la storia e il mondo, senza contare che alcune vicende sono rese ancora più oscure e cupe perché fanno riferimento a soprusi e atrocità che avvengono nel mondo reale. In questo articolo speciale, ho scelto 10 fra i momenti più drammatici e commoventi presenti all’interno del colorato, ma anche spesso crudele e spietato mondo di One Piece.

La morte di Fisher Tiger

Non farlo! Non voglio continuare a vivere grazie a quel sangue! È sangue corrotto! Sangue di chi ha disprezzato senza pietà noi uomini-pesce! Non voglio dovere la vita agli umani! Non voglio la loro compassione! Io non mi piegherò agli umani!

Fisher Tiger sul suo letto di morte

Eiichiro Oda è certamente un ottimo mangaka, ma è anche un uomo che ama inserire all’interno della sua creazione elementi che si riferiscono alle nostre realtà e società attuali: un buon esempio è l’intera vicenda che riguarda gli Uomini Pesce, la quale altro non è che una decisa denuncia e un atto di aperta repulsione nei confronti di qualsiasi tipo di discriminazione, sottomissione forzata e schiavismo, al punto che l’odio fra gli esseri umani e gli Uomini Pesce sembra essere molto antico.

Uno degli esempi più evidenti e drammatici di questa discriminazione ingiustificata è rappresentata dalla triste vicenda di Fisher Tiger, un tempo Capitano dei Pirati del Sole e di sui prese il posto di Capitano il nostro Jinbe, prima di unirsi alla ciurma di Cappello di Paglia: dopo aver salvato la vita di Koala, una bimba attualmente impiegata nell’Armata Rivoluzionaria, resa schiava dalla nobiltà ai vertici del mondo di One Piece. Nonostante Fisher Tiger avesse tenuto fede alla sua parte del patto, venne tradito dagli esseri umani, i quali lo avevano meschinamente venduto alla Marina.

Tuttavia, questo coraggiosissimo Uomo Pesce proibì ai propri compagni di parlare del tradimento, mettendo davanti all’ingiustizia subita il nobile desiderio di far crescere le nuove generazioni libere dalla crudele verità che riguarda l’odio che scorre fra esseri umani e Uomini Pesce. Non solo: Fisher Tiger confesserà anche ai suoi amici e compagni di essere stato egli stesso uno schiavo a Marijoa, il che spiega pure come mai fosse così deciso a liberare gli schiavi di questi odiosi e disumani tiranni.

Fisher Tiger morirà per via del fatto che accetterà una trasfusione di sangue umano, poiché non vuole in alcun modo essere in debito con chi è sempre stato così crudele con lui e con il suo popolo:

La storia di Chopper

Quando un essere umano smette di vivere? Quando un plotone di esecuzione lo colpisce al cuore? No. Quando è affetto da una malattia incurabile? No. Quando mangia una zuppa di funghi velenosi? Neppure. Muore solo quando viene dimenticato!

Dr. Hililuk ai suoi carnefici

Tony Tony Chooper, il medico di bordo mutante della ciurma di Cappello di Paglia, ha un passato per nulla felice, come tutti i suoi compagni di viaggio, del resto: il dolore è una componente costante, che però spinge sempre chi lo prova in maniera molto intensa a rialzarsi con una forza maggiore.

Chopper è una renna, anche se viene scambiato per gli animali più disparati, che ha ingerito il Frutto del Diavolo Hito Hito, un particolare tipo di Zoan che consente a chi lo ha ingerito di trasformarsi in un ibrido uomo-animale. Chopper ingerisce il Frutto dopo essere stato abbandonato dal suo branco per via del suo bizzarro naso blu, e il suo nuovo aspetto non aiuta certo i suoi rapporti sociali, non essendo più una renna, ma nemmeno un vero essere umano.

Dopo aver trascorso del tempo nella più totale solitudine ed essendo anche spesso scambiato per uno yeti, Chopper subisce ferite molto gravi nel mondo esterno, fino al momento in cui il Dr. Hiluluk non riesce a metterlo in salvo.

Il medico insegnerà a Chopper tutto ciò che conosce della medicina, ma ciò che non viene rivelato immediatamente è il fatto che il Dr. Hiluluk sia gravemente malato. Purtroppo, tutti i medici che risiedevano lì sono stati costretti a seguire il tiranno di Black Drum nella sua residenza, Wapol, lasciando il villaggio in una gravissima emergenza medica.

Soltanto Chopper può fare qualcosa per il suo amico, così inizia a cercare informazioni su una cura, e sembra proprio che la trovi! Chopper vede l’immagine del fungo Amiudake, ma il simbolo di un teschio con un paio di ossa incrociate viene da lui interpretato come positivo, perché è simile ai Jolly Roger dei pirati.

Purtroppo non fu così: il Dr. Hiluluk, nonostante sapesse che quel fungo fosse velenoso, decide di mangiarlo comunque per porre fine alle sue sofferenze e per non dare un dispiacere a quello che già da tempo considerava come suo figlio.

La conseguente reazione di Chooper è una delle scene più strazianti nella storia di One Piece:

L’addio alla Going Merry

Mi avete sempre trattata bene, grazie… Sono sempre stata così felice, tutto grazie a voi.

La Going Merry dice addio alla sua ciurma

Il momento nel quale i Pirati di Cappello di Paglia ottengono la Going Merry coincide con il vero inizio delle loro avventure insieme: gran parte della ciurma è infatti già insieme, quando i ragazzi intraprenderanno il loro viaggio con la loro prima caravella attraverso l’East Blue.

Siamo nel villaggio di Shirop, terra natale di Usop, quando Kaya, una cara amica proprio del nostro Usop, chiede a Merry di costruire una caravella per i Mugiwara come ringraziamento per il prezioso aiuto fornito al villaggio nello scontro con i Pirati Kuroneko; si tratta dunque della prima “casa” dei ragazzi, che li accompagnerà in moltissime avventure, capitoli del manga ed episodi dell’anime.

Purtroppo, però, dopo aver subito danni ingenti nel corso del tempo, la Going Merry non potrà più proseguire il viaggio con i suoi amati compagni. Per renderle un degno omaggio, Rufy e i suoi decidono quindi di darle il funerale vichingo che merita, dopo gli avvenimenti di Enies Lobby.

Come la morte di Ace, la distruzione della Going Merry è un passo necessario per spingere i nostri a un cambiamento radicale, ovvero la necessità di continuare il proprio viaggio su una nuova nave, decisamente più grande e meglio equipaggiata, la Thousand Sunny, costruita per l’occasione dal nostro Cutty Flam/Fanky, a sua volta discepolo di Tom, l’Uomo Pesce carpentiere che costruì nientemeno che la Oro Jackson, nave di Gol D. Roger, il Re dei Pirati in persona (e già questo basta a creare l’ennesimo parallelismo fra il padre naturale di Portgas. D. Ace e Monkey D. Rufy, l’uomo che ne sta seguendo le orme per divenire egli stesso, un giorno, il Re dei Pirati.

Ricevere in dono la Going Merry è stata un nuovo inizio per i ragazzi, come lo è anche la sua perdita, ed è per questo che le ultime scene in cui la vediamo come grande protagonista sono così strazianti ancora oggi:

La storia di Dressrosa

“La giustizia vincerà”?! Ovvio! Perché sono i vincitori a essere nel giusto!

Don Quixote Do Flamingo durante la Guerra per la Supremazia a Marineford

L’arco narrativo di Dreassrosa è uno dei più estesi, ma anche uno dei più affascinanti e meglio costruiti dell’intera storia di One Piece. Uno degli elementi di maggior fascino è la crudeltà insita nelle vicende narrate, grazie principalmente a un villain di tutto rispetto come il Demone Celeste Don Quixote Do Flamingo (il cui cognome riprende quello del protagonista del romanzo Don Chisciotte della Mancia scritto da Miguel de Cervantes Saavedra e pubblicato in due volumi, nel 1605 e 1615, mentre il suo nome proprio fa riferimento al fenicottero, uccello le cui fattezze sono ricordate nel suo abbigliamento); ma anche la sua inquietante e spietata Family (e questo nomignolo affettuoso non può non farmi pensare alla Family di Charles Manson), che affettuosamente lo chiama “Doffy”, non è certo da meno.

L’intera storia di quest’isola è tormentata da molti anni, ma la situazione è precipitata sotto gli occhi della popolazione inerme dal momento in cui Do Flamingo è riuscito a riprenderne il controllo con un abile e astutissimo piano: Doffy ha prima scatenato, in gran segreto, il caos sull’isola manipolando con il proprio potere, fra gli altri, re Riku Dold III e costringendolo a massacrare i suoi stessi sudditi contro la sua volontà, rendendo Dold e i suoi soldati incapaci di controllare i propri movimenti e, quindi, di fermare la strage che stanno involontariamente causando, per poi giungere infine come il salvatore che tutti aspettavano. Da quel momento in poi, la sorte di Dressrosa fu segnata. Almeno fino all’arrivo dei Pirati di Cappello di Paglia!

Ciò che colpisce è il netto contrasto fra l’apparenza e ciò che invece si cela dietro di essa, e si tratta di segreti a dir poco sconcertanti: ispirata principalmente alla Spagna e alla nostra Italia per quanto riguarda la presenza di un Colosseo, l’isola di Dressrosa appare come una sorta di bomboniera, una terra meravigliosa in cui i suoi abitanti vivono sereni, felici e spensierati. Ma la realtà è ben diversa…

Doffy ha preso il potere con la forza su Dressrosa non certo a caso: un tempo, infatti, l’isola era dominata dalla sua famiglia (ed è per questo motivo che egli ritiene gli debba appartenere di diritto, nonostante da diversi anni Dressrosa fosse retta da un nuovo re), prima che suo padre e l’intera famiglia ricevessero l’onore di essere invitati a vivere su Marijoa in quanto Draghi Celesti, proposta che, come sappiamo, venne rifiutata contro la volontà di Do Flamingo.

Per essere certo, poi, di mantenere il proprio dominio e il proprio controllo assoluto sull’isola, Doffy ha usato lo spietato potere di Sugar per trasformare alcuni abitanti in giocattoli con il fine di sfruttarli come schiavi, forte anche e soprattutto del bizzarro effetto collaterale di questo potere: coloro che vengono trasformati in giocattoli mantengono intatti i propri ricordi, ma non vengono più riconosciuti dai propri familiari, che invece li hanno dimenticati, cancellandoli completamente dalla propria memoria. Emblematica è la storia di Rebecca, la nipote del re, la quale non ha mai saputo di aver sempre avuto suo padre al suo fianco nei panni del suo amico soldatino giocattolo.

Ma il Demone Celeste Don Quixote Do Flamingo è un criminale a tutto tondo, conosciuto nel mercato nero con il nome in codice Joker, nonché il fornitore ufficiale per l’Imperatore Kaido delle 100 Bestie dei cosiddetti “Smile”, Frutti del Diavolo artificiali. Naturalmente, anche il modo in cui Doffy li coltiva cela del marcio: il piccolo popolo dei Tontatta è infatti stato convinto da Do Flamingo e dalla sua Family del fatto che stanno coltivando dei frutti che salveranno la vita della loro principessa, un modo davvero molto efficace per ingannarli, sfruttarli, schiavizzarli e tenerli al guinzaglio senza che abbiano colpi di testa e decidano di ribellarsi.

Doffy aveva però anche le mani in pasta sull’isola di Punk Hazard, in cui opera un altro personaggio piuttosto losco, Caesar Clown, uno scienziato che, fra le altre cose, si occupa di fare esperimenti usando come cavie umane dei bambini.

La storia di Law

Fammi entrare nella tua ciurma. Voglio distruggere tutto ciò che mi capita a tiro. Città, persone, voglio distruggere tutto. Io sono cresciuto a Flevance “la città bianca”, e non mi resta molto da vivere.

Law bambino chiede a Do Flamingo di entrare nella sua ciurma

Trafalgar D. Water Law ha conosciuto l’infelicità, la malattia, il dolore e la morte fin da bambino, e la sua triste storia a tratti ricorda quella di Nico Robin e della sua terra natia, Ohara, di cui vi parlerò in seguito. Trafalgar D. Water Law nacque a Flevance, meglio conosciuta come la Città Bianca per via della grande presenza del piombo ambrato, che qui veniva estratto in enormi quantità e che aveva colorato di bianco il territorio circostante e la città stessa, poiché sia le abitazioni che le strade erano state costruite con questo materiale.

Il problema è che il piombo ambrato, innocuo fino alla sua estrazione dal sottosuolo, è fortemente tossico quando inalato o maneggiato, presentando quindi una certa somiglianza con l’amianto.

Nonostante il pericolo di pandemia nella città, i regnanti di Flevance e il Governo Mondiale scelsero di tenere nascosta alla popolazione questa terribile verità per via degli enormi profitti che si potevano ricavare dalla vendita di quel materiale tossico.

Così, gli ignari abitanti della futura Città Bianca iniziarono ad estrarre in maniera massiccia il piombo ambrato, utilizzandolo per la costruzione della città e per la produzione degli oggetti più disparati, dalle vernici ai dolcificanti…

La conseguenza più immediata fu la diffusione, quattordici anni prima della narrazione, di un “misterioso” morbo che causava la comparsa di macchie bianche su tutto il corpo e che conduceva infine alla morte. Per continuare a insabbiare il proprio coinvolgimento in questo vero e proprio eccidio di massa, il Governo Mondiale instillò il terrore del contagio nelle menti di coloro che vivevano nei paesi confinanti con Flevance, che quindi misero in quarantena forzata la città chiudendo le loro frontiere e impedendo a coloro che volevano provare a salvarsi la vita curandosi in un altro Paese di oltrepassarle, condannandoli di fatto a morte; il terrore era tale che chiunque provasse a lasciare la città venne ucciso sul posto. Fu un vero e proprio massacro, dal quale uscì vivo soltanto Law, il quale aveva però già contratto il morbo, non prima però di aver assistito alla mattanza: i suoi genitori morirono uccisi dalle armi da fuoco davanti ai suoi giovani occhi atterriti, mentre l’ospedale in cui era ricoverata la sua sorellina venne dato alle fiamme e raso al suolo. Law ha visto morire ogni singolo membro della propria famiglia, e a peggiorare la situazione c’era anche il fatto che avesse contratto anche lui il fatidico morbo.

Law è sempre stato un ragazzo molto sveglio, e sapeva perfettamente che non sarebbe mai diventato un adulto a causa del suo male. Ma per sua fortuna il fratello minore di Do Flamingo, Don Quixote Rosinante (il cui nome è un chiaro riferimento a Ronzinante, il nome del cavallo di Don Chisciotte), conosciuto anche come Corazon, sottrasse a Doffy il Frutto del Diavolo Ope Ope per farlo mangiare al piccolo Law, dandogli così la possibilità di sopravvivere a morte certa. Ed è proprio a Corazon e al suo buon cuore che è dedicato il prossimo paragrafo.

La morte di Corazon

Morirò col sorriso sulle labbra! Perché dopo tutto… se mai penserai a me in futuro… non è meglio che mi ricordi così.

Don Quixote Rosinante, alias Corazon, a Trafalgar D. Water Law prima di morire per proteggerlo

Probabilmente una delle morti più tristi che riguardano un personaggio al quale non viene dedicato moltissimo spazio all’interno della storia, ma il cui intervento risulta vitale ed essenziale al proseguimento della narrazione stessa.

Corazon è il fratello minore di Do Flamingo che tutti credono sia muto, ma il quale è invece perfettamente in grado di parlare, come rivelerà al suo piccolo protetto, Law, il bimbo afflitto dal morbo di Flevance. Rosinante è però anche un agente infiltrato nella Family di Doffy dalla Marina, ed esegue gli ordini che gli vengono impartiti direttamente da Sengoku con il fine di porre fine alle sue angherie, dimostrandosi molto differente da suo fratello maggiore dal punto di vista caratteriale fin da bambini.

Rosinante doveva essere l’uomo designato da Do Flamingo per essere il possessore del Frutto Ope Ope, ben consapevole che chi lo ingerisce ha il potere di rendere immortale un individuo a costo della sua stessa vita. Ma ciò che Mingo non sa è che suo fratello ha già mangiato un frutto, il Nagi Nagi, che gli permette di creare delle aree insonorizzate.

Corazon perderà la sua vita ucciso dal suo stesso fratello in seguito al suo tradimento, che gli spara dopo che Rosinante gli rivelò di lavorare per la Marina e che aveva donato il Frutto Ope Ope a Law, il tutto nuovamente davanti agli occhi di un impotente ragazzino chiuso in una cassa di legno precedentemente insonorizzata dallo stesso Corazon, facendo così in modo che il piccolo non venisse scoperto, nonostante le sue urla strazianti e il suo pianto disperato.

A rendere la scena ancor più devastante è il fatto che Corazon morirà sorridendo al suo piccolo amico, perché desidera essere ricordato da lui con il sorriso sulle labbra, ma non morirà prima di avergli detto di volergli bene.

Ciò che rende la scena ancor più incisiva è il fatto che Corazon si sforzi di restare in vita ancora per qualche minuto, giusto il tempo necessario per riuscire a far scappare il piccolo Law senza essere notato, protetto dal suo “incantesimo”, grazie al quale i rumori prodotti dal ragazzino non possono essere ascoltati:

La distruzione dell’isola di Ohara

Adesso sarai sola, certo… ma un giorno, ne sono sicuro, troverai dei compagni che ti proteggeranno! Nessuno a questo mondo nasce per restare completamente solo!

Le ultime parole di Jaguar D. Saul a Nico Robin

L’isola di Ohara è la terra natia di uno dei membri della Ciurma dei Pirati di Cappello di Paglia: si tratta dell’archeologa Nico Robin, e la sua storia è fra le più tragiche e drammatiche presentate nel mondo di One Piece.

Come sappiamo, il Governo Mondiale ha proibito a chiunque di indagare gli eventi che contraddistinsero i famigerati “100 anni bui”, ma Olivia, la madre della nostra Nico Robin, desiderava portare avanti le ricerche di suo marito. La donna viveva a Ohara insieme a sua figlia e ad altri archeologi, i quali desideravano solo poter continuare i propri studi e ricerche all’insaputa, naturalmente, del Governo Mondiale, ma sfortunatamente furono scoperti, il che portò alla scelta di radere al suolo l’intera isola, uccidendo tutti i suoi residenti, tramite un terrificante Buster Call, l’attacco finale della Marina Militare utilizzato soltanto due volte, e in entrambi i casi sono stati coinvolti la CP9 e Nico Robin (il secondo fu quello di Enies Lobby). In questo, la storia di Nico Robin presenta delle analogie con quella di Trafalgar D. Water Law, essendo entrambi gli ultimi sopravvissuti del loro popolo.

Fra le innumerevoli vittime di questo eccidio, ci fu anche il gigante Vice Ammiraglio della Marina Jaguar D. Saul, il quale viene congelato da Aokiji di fronte a una impotente Nico Robin, la quale invece sarà risparmiata dall’allora Ammiraglio della Marina. La morte di Saul e le sue ultime parole alla piccola Nico Robin in lacrime sono fra i momenti più commoventi della storia creata dal grande Maestro Eiichiro Oda:

La separazione della ciurma di Cappello di Paglia

Se dovessi fare un viaggio, dove vorresti andare?

Bartholomew Kuma prima di far scomparire la ciurma di Rufy

Prima del salto temporale di due anni, assistiamo a una delle scene più stranianti e strazianti di One Piece: durante uno scontro a dir poco impari fra i Mugiwara e la Marina, i ragazzi vengono colpiti uno dopo l’altro dalle mani di Kuma, possessori dei poteri derivati dal Frutto Nikyu Nikyu, che gli consente di respingere e spedire all’istante chiunque in qualunque posto il Portatore desideri.

Al momento in cui ciò accade, però, i Pirati di Cappello di Paglia non hanno idea del fatto che in realtà Kuma lavori per l’Armata Rivoluzionaria e che finga di essere dalla parte della Marina soltanto come copertura, e di certo quello non era il momento migliore per rivelarlo; il reale intento di Kuma era quello di mandare ognuno dei ragazzi in un posto nel quale sarebbe potuto diventare più forte, ma per quello che Rufy e i fan ne sapevano all’epoca dei fatti, i suoi compagni sono semplicemente stati vaporizzato dal suo mastodontico nemico davanti ai suoi occhi. Nel timore che i suoi compagni possano non sopravvivere alla battaglia, Rufy urla loro di scappare, ma, come sappiamo, non ci riusciranno.

Ancora una volta, lo stimolo per migliorarsi e diventare più forti affonda le sue radici nel dolore e del terrore, palese negli sguardi dei compagni di Rufy e del loro stesso Capitano, che in seguito cadrà in uno stato depressivo acuto, paragonabile solo a quello conseguente alla morte del suo amato fratello maggiore Ace:

La morte di Barbabianca

Quando qualcuno troverà quel tesoro… il mondo finirà sottosopra! E il giorno in cui qualcuno lo troverà arriverà di sicuro! Il tesoro, il One Piece… ESISTE DAVVERO!

Le ultime parole di Barbabianca prima di morire a Marineford

Edward Newgate, meglio conosciuto come Barbabianca, è stato uno dei Quattro Imperatori dei Mari. Il suo nome, come quello di Marshall D. Teach, è un esplicito richiamo a Edward Teach, il vero pirata britannico Barbanera e vissuto all’incirca fra il 1680 e il 1718, detenendo il dominio dei Caraibi.

Barbabianca è stato uno dei pirati più temuti e potenti di sempre, al punto che la sua morte, a dir poco epica, ha segnato la fine di un’era. Uno dei tratti caratteriali salienti din questo immenso personaggio è il suo sogno, differente da quello di qualunque altro pirata mai visto in One Piece: avere una famiglia. La prova che su questo Newgate non ha mai mentito è esplicata nella sua ultima chiacchierata con l’avversario di sempre, quel Gol D. Roger che diede la vita a Ace, il suo futuro figlio adottivo: già gravemente malato, Gol D. Roger deciderà di consegnarsi alla Marina, non prima però di aver tarscorso un po’ di tempo con Barbabianca.

In quella occasione, Roger rivela al suo interlocutore il suo nome reale, che tutti credevano essere Gold Roger, inconsapevoli, dunque, della “Volontà della D.”, di cui, per altro, Barbabianca sapeva qualcosa che a noi ancora non è dato sapere. Ma non finisce qui! Roger sarà perfino disposto a rivelare a Barbabianca la posizione di Raftel e, di conseguenza, del One Piece, ma Newgate vi opporrà un netto rifiuto, proprio perché non è interessato ad accumulare tesori, ma a vivere libero scorrazzando fra i mari insieme ai suoi figli.

Alla luce di questo, non stupisce il fatto che sia caduto nella trappola tesagli dalla Marina, che lo fa uscire allo scoperto grazie all’esecuzione pubblica del Comandante della sua Seconda Flotta, Portgas D. Ace, a Marineford. E come suo padre adottivo, Barbabianca avrà delle parole infinitamente dolci per lui, quando gli chiederà se è stato per lui un buon padre.

Barbabianca morirà combattendo, dichiarando che un uomo come Teach non potrà mai essere l’erede di Gol D. Roger e confermando l’esistenza del One Piece, spingendo altre persone a prendere il mare per trovarlo, in un parallelismo proprio con le ultime parole di Roger sul patibolo, con le quali invitava chiunque lo desiderasse a mettersi alla ricerca del suo prezioso e misterioso tesoro.

La perdita di un personaggio così popolare e amato è stata un duro colpo per i fan di One Piece, ma non sarà la sola che colpirà il mondo dei pirati a Marineford, ma la sua morte rimarrà negli annali come una delle più epiche mai viste in tutta la storia di One Piece, come dimostrano anche le parole con le quali viene suggellata:

Quando, all’età di 72 anni e durante la sua ultima ed ennesima battaglia, Barbabianca esalò il suo ultimo respiro, il suo corpo non crollo a terra ma rimase immobile ed eretto sulle sue stesse gambe. Persino dopo la morte la sua figura restava in piedi, e continuava a mettere timore e angoscia ai suoi nemici.

Nel corso dei suoi innumerevoli scontri, Barbabianca ha subito 267 ferite da arma da taglio, 152 ferite da arma da fuoco, è stato inoltre colpito da 46 cannonate… Eppure, per tutta la sua lunga vita da pirata, la sua schiena non è mai stata violata da un unico singolo atto di codardia“:

La morte di Ace

Padre… e tutti voi, ragazzi… anche se non ho mai combinato nulla di buono nella vita, anche se il sangue che scorre nelle mie vene è quello di un demone… tutti voi mi avete sempre amato… Grazie!

Le ultime parole di Portgas D. Ace prima di morire a Marineford

Et dulcis in fundo, quella da innumerevoli fan è considerata la morte più drammatica e difficile da mandare giù: quella dell’amatissimo fratello maggiore adottivo di Monkey D. Rufy, Portgas/Gol D. Ace.

Ben due intere saghe sono state dedicate al salvataggio di Ace, Impel Down e Marineford, rendendo la battaglia in sé e le morti di Ace prima e di Barbabianca poco dopo quanto di più epico possiate vedere in One Piece.

Di certo uno dei personaggi più amati dal suo creatore, che ha scelto di dargli i natali il 1 gennaio, giorno del compleanno dello stesso Eiichiro Oda, Ace e la sua morte sono stati emblematici e necessari per spingere Rufy a migliorarsi oltre i suoi stessi limiti, anche se una perdita così terribile lo getterà in uno stato di vero e proprio stress post traumatico per lungo tempo, ma da buon  fratello maggiore, non poteva che morire per salvare la vita di quel combinaguai di Rufy che sta per essere colpito a morte da Akainu, l’attuale Grand’Ammiraglio della Marina che riteneva suo dovere epurare il mondo dall’infestazione del sangue maledetto dei figli di Gol D. Roger e di Monkey D. Dragon.

Tutta la sequenza che mostra Ace trapassato da parte a parte dal pugno di lava di Akainu, le sue ultime parole e la reazione di Rufy, che fonde insieme il dolore e la disperazione più acuti grazie al tipico senso di sdrammatizzazione di Oda nella grottesca espressione di Cappello di Paglia, è rimasta nell’immaginario dei fan di questa grandiosa opera, che ha ancora così tanto da offrire ai suoi lettori e spettatori sparsi in giro per il globo:

It was such a tense moment seeing Akainu lunge for Luffy and then realizing Ace had been punched straight through his chest. No one ever really recovered from this in part because we’ve not seen his death avenged yet.

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