Doom Patrol 1×11 – Frances Patrol | Recensione
Pubblicato il 3 Maggio 2019 alle 16:00
Con Jane nuovamente attiva, la Doom Patrol potrebbe riprendere la ricerca di Chief ma i membri del gruppo devono affrontare delle “piccole” crisi personali.
Episodio 11: Frances Patrol
Durata: 50 min ca.
Regia: Wayne Yip
Sceneggiatura: April Fitzsimmons
Cast: Diane Guerrero, April Bowlby, Joivan Wade, Alan Tudyk, Matt Bomer, Brendan Fraser
Produzione: Warner Bros., Berlanti Productions
Distribuzione: DC Universe
Data di uscita: 26 aprile 2019
Nell’episodio della scorsa settimana di Doom Patrol – la nostra recensione QUI – avevamo assistito a quello che avevano dovuto affrontare Rita e Vic mentre Larry, grazie all’ausilio dello Spirito Negativo, vagava nella mente di Jane nel tentativo – riuscito seppur non senza difficoltà – di far rinsavire la ragazza.
Le conseguenze dell’attacco del Beard Hunter, agente del Bureau of Normalcy, sono l’incipit di questo undicesimo episodio intitolato Frances Patrol.
Dopo aver perso il controllo delle sue parti cibernetiche Vic inizia a controllare il suo sistema operativo facendo una raccapricciante scoperta. Intanto Cliff chiede a Rita e Jane di andare con lui in Florida: il patrigno della figlia è appena morto inghiottito da un enorme alligatore di nome Frances.
Jane ovviamente teletrasporterà i due tagliando subito la corda volendo riprendere la ricerca di Chief e perseguendo l’unico indizio attualmente a sua disposizione ovvero il misterioso fumetto donato a Vic da Danny The Street dalle cui pagine “manca” l’Eroe della Spiaggia… Flex Mentallo.
Per rintracciare Flex, Jane ha rintracciato sua moglie Dolores. Tuttavia i due avranno qualche difficoltà nell’incontrare la donna. Vic inoltre confessa a Jane di avere l’impressione che la sua parte cibernetica stia prendendo il sopravvento facendo concretizzare lo scenario da lei dipinto.
Mentre Cliff decide di dare la caccia all’alligatore nel tentativo di recuperare un orologio ed entrare nelle grazie della figlia, Larry deve affrontare ancora una volta il suo passato – e la sua sessualità – spinto dallo Spinto Negativo che lo condurrà fino a Erie, Pennsylvania.
Pur configurandosi come un episodio di passaggio, nel senso che la ricerca di Chief stenta ancora a ripartire, Frances Patrol si muove teso raggiungendo una delicatezza quasi poetica nella sua parte centrale.
I due estremi dell’episodio sono rappresentati da Cliff e Larry. Il primo tenta un nuovo approccio con la figlia ma fallisce in una forma di incomunicabilità che trova nella sua nuova vita “sintetica” tutta la sua cifra.
Il secondo invece è spinto quasi alla nevrosi dallo Spirito Negativo che gli fa rivivere scene di una giovinezza perduta. Quando finalmente Larry capisce quello che lo Spirito vuole comunicargli la sequenza dell’incontro con John è quasi catartica: l’accettazione del passato è solo propedeutica, forse, all’accettazione del presente.
Nel mezzo, a sorpresa, si insinua Vic e l’idea semplice ma sempre efficace che la sua parte cibernetica stiamo prendendo il sopravvento quasi a volersi configurare come il villain di fine stagione e allungando come l’arco narrativo con protagonista la ricerca di Chief e soprattutto Mr Nobody. In questo senso l’elemento del Bureau of Normalcy assumerebbe un nuovo significato così come l’introduzione, appena accennata, di Flex Mentallo.
Conclusione doverosa dopo questo filotto di episodi è legata alla rottura che Doom Patrol, come serie, ha fatto del concetto stesso di trama orizzontale: pur costantemente presente, e filo conduttore rassicurante, la ricerca di Chief è passata spesso e volentieri in secondo piano privilegiando l’introspezione, la decostruzione e la riflessione su questi strambi personaggi e su quello che rappresentano. Una scelta sicuramente coraggiosa che sta dando risultati davvero stupefacenti e sicuramente inusuali per la serialità televisiva legata ai supereroi in senso più ampio del termine.
In Breve
Giudizio Globale
7.5