Made In Abyss: intervista ad Akihito Tsukushi | Napoli Comicon 2019
Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 15:00
Per la prima volta in Italia, arriva ospite della fiera partenopea il sensei Akihito Tsukushi, creatore del manga seinen che ha spopolato nel web Made in Abyss, dove una dolce orfana di nome Riko e Reg, un bambino robot, vivono le loro avventure nelle profondità dell’Abisso, tra mostri fantastici, cave riders e reliquie del passato.
Made in Abyss ha riscosso un grande successo sia in madrepatria che nella penisola italiana. Il manga, pubblicato dalla casa editrice J-Pop Manga (che ha ospitato l’autore presso il suo stand durante la fiera), è stato trasposto in una serie animata e in due adattamenti animati, la prima parte della quale è stata proiettata in anteprima durante il Napoli Comicon 2019.
Abbiamo intervistato il sensei Tsukushi per porgli domande riguardanti la nascita del suo stile così kawaii e sul futuro della serie.
MF: Ringraziamo il sensei Tsukushi per averci dato la Sua disponibilità! Parliamo della genesi della serie: come e quando è nato Made in Abyss? Cosa c’è dietro l’idea stessa dell’Abisso che per noi italiani ricorda tantissimo l’Inferno dantesco?
AT: Mi dispiace, però purtroppo non ho mai letto l’opera di Dante! Però l’inferno buddista contiene una sorta di abisso, che ti porta verso l’Inferno, quindi direi che può essere qualcosa che accomuna le due correnti di pensiero. Per quanto riguarda le ispirazioni che sono alla base di Made in Abyss, ci sono tantissime cose a cui mi sono ispirato: una di queste è sicuramente il mio amore per i videogiochi, soprattutto quelli dove bisogna costruire cose. Tra tutti uno che adoro sicuramente è Wizardry, che mi ha molto stimolato l’immaginazione. Poi l’ispirazione principale sono sicuramente i viaggi di fantasia che facevo quando ero piccolo, distorcendo il mondo reale e trasformando gli oggetti di uso comune in oggetti fantastici nella mia mente di bambino.
MF: Per quanto riguarda lo stile e l’estetica, com’è arrivato ad accostare queste ambientazioni fantasy al character design estremamente rotondeggiante e tenero dei protagonisti?
AT: La spiegazione è molto semplice: non sono in grado di disegnare secondo il classico stile proprio dei manga. Questo che vedete è il mio stile! Infatti da giovane più che diventare mangaka io speravo di diventare illustratore!
MF: Quali sono gli autori e le opere che più hanno influenzato il suo stile di scrittura e di disegno?
AT: Sicuramente La vetta degli dei di Yumemakura Baku (da cui è stato tratto un manga, disegnato da Jiro Taniguchi), dove si racconta dell’avventura e dell’importanza di intraprendere un viaggio nel corso della propria vita. Il secondo è decisamente il film 127 ore di Danny Boyle: mi è piaciuto tantissimo!
MF: Una delle caratteristiche che colpisce in particolare di Made in Abyss è la tensione creata dalle improvvise scene d’azione e “violente”. È una scelta di stile consapevole?
AT: Ecco, questo deriva dal fatto che io all’inizio non disegnavo con uno stile rotondeggiante, kawaii. Da ragazzino ero solito disegnare mostri e altri soggetti decisamente poco carini; poi al liceo ho iniziato a disegnare anche ragazze carine, dato che gli interessi dell’adolescenza erano quelli ^_^ In Made in Abyss ho fuso entrambe le cose, mostri, pucciosità e belle ragazze, e da qui nasce il mio stile così contrastante con se stesso.
MF: Rimanendo sempre in tema di scelte di stile: i protagonisti di Made in Abyss sono una strana coppia. Riko, una ragazzina, e Reg, un cyborg. In termini narrativi cosa offrono di diverso questi due protagonisti così “inusuali”?
AT: Partiamo dal fatto che inizialmente la serie avrebbe dovuto essere una serie molto più corta, una doujinshi. In quella fase, la mia idea era che Riko e Reg sarebbero dovuti essere un unico personaggio. Sviluppando la storia, mi sono reso conto che rendendoli due personaggi ben distinti, sarebbe stato più facile rendere la narrazione più fluida e anche poterla ampliare. Riko è la testa e la mente, mentre Reg è il corpo e la forza.
MF: Made in Abyss è stato trasposto in una serie animata: cosa ne pensa di questo adattamento e ne è stato coinvolto in qualche modo?
AT: Mi piace molto com’è stato trasposto in anime! All’inizio, quando ho saputo che lo avrebbero prodotto, avevo deciso che avrei semplicemente risposto alle domande che mi sarebbero state fatte dalla produzione e dal team creativo, lasciando comunque in mano a loro lo svolgimento. Però devo dire che sono stato molto colpito dalla tipologia e dalla grandissima quantità di domande che mi sono state poste! Alcune di queste erano: “Che forma hanno le viti utilizzate nella costruzione della città di Orth? Devono avere il segno + o il segno -? Qual è la popolazione della città?”: sono state domande molto dettagliate e ad alcuni di questi dettagli non ci avevo mai pensato! Tutti quanti sono stati presi, messi insieme e ricevuto vita all’interno dell’anime, è stato molto divertente lavorarci su!
MF: La trasposizione animata ha in qualche modo influenzato lo sviluppo della storia e/o gli avvenimenti così come li aveva inizialmente pensati?
AT: Alla fine dell’anime ci sono degli avvenimenti che sono stati concordati con la casa di produzione, e dato che ho visto una fine un po’ migliore, simile a quella dell’anime, sarebbe stata decisamente meglio. Quindi ho rivisto il manoscritto e modificato leggermente il finale rendendolo migliore e avvicinandolo a quello dell’anime, perché quest’ultimo effettivamente mi è piaciuto.
MF: Durante il Napoli Comicon, è stato trasmesso il primo dei due film tratto dalla serie animata, Made in Abyss: Tabidachi no Yoake, mentre il film è ancora in fase di lavorazione. Lei ha già avuto qualche anticipazione? Ha una sua scena preferita dell’adattamento animato?
AT: Del film ancora non ho visto nulla, ma ho letto solo lo storyboard: ancora non posso dire quale sia la mia scena preferita, però già ho trovato alcune scene che secondo me saranno trasposte meravigliosamente! Spero che le mie aspettative siano superate! Per quanto riguarda l’adattamento animato, di sicuro adoro la scena finale della prima stagione: il pallone ad aria che sale lentamente fino alla cima dell’abisso. È emozionante!
MF: Concludiamo con la domanda di rito: a che punto è la serializzazione di Made in Abyss? Ha già in mente un finale?
AT: Come detto sopra sì, ho già in mente il finale. Lo svolgimento della storia è arrivato quasi a metà, circa il 40%, direi. Però chissà, potrebbe diventare ancora più lunga…
Un ringraziamento speciale a Georgia Cocchi Pontalti (Responsabile Marketing di J-Pop) che ha reso possibile l’intervista.
Ringraziamenti speciali anche Matteo Gatta ed Emily Monteverde.