Bouncer: L’Integrale vol. 2 di Alejandro Jodorowsky – Recensione
Pubblicato il 5 Aprile 2012 alle 10:02
Continua la violenta saga western di Bouncer, scritta da uno dei più grandi visionari del panorama artistico contemporaneo, Alejandro Jodorowsky, con i disegni di un mito della letteratura disegnata d’Oltralpe, Francois Boucq!
Bouncer: L’Integrale vol. 2
Autori: Alejandro Jodorowsky (testi), Francois Boucq (disegni)
Casa Editrice: Magic Press
Provenienza: Francia
Genere: Western
Prezzo: € 14,00, 19 x 26, pp. 128, col.
Data di pubblicazione: marzo 2012
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Dal punto di vista narrativo, il western è un genere codificato e nel corso del tempo si è basato su stereotipi che hanno contribuito a renderlo popolare: cowboys coraggiosi e senza macchia; avventurieri privi di scrupoli; indiani minacciosi; e donne generalmente divise in due categorie: la bella virtuosa, spesso in pericolo; o l’ambigua e infida poco di buono. Il tutto sullo sfondo di saloon, vaste praterie, canyon e chi più ne ha più ne metta.
Le pellicole dell’epoca classica di Hollywood hanno propagandato questa idea romantica del West, benché la realtà dei pionieri fosse un contesto molto più violento. E solo poche volte ci sono stati prodotti che hanno rappresentato le avventure dei cowboy in modo meno edulcorato. Vale pure per il fumetto. D’altronde, uno degli albi italiani più venduti e letti di sempre è un western convenzionale e rassicurante (non faccio nomi ma avete capito a cosa mi riferisco) e al pubblico, evidentemente, va bene così.
Ma quando a scrivere un western è l’eccentrico Alejandro Jodorowsky le cose non possono essere normali. Colui che è uno degli artisti viventi più visionari in assoluto non è nuovo al western e basti pensare al suo film El Topo che nel clima lisergico e psichedelico degli anni sessanta sconvolse tutti per l’efferatezza e l’eversione di molte sequenze per capirlo. Come i lettori sanno, Jodorowsky è poliedrico: oltre ad essere regista, ha scritto romanzi, opere teatrali e ha inventato una strana disciplina, denominata Psicomagia, un miscuglio di esoterismo, psicoanalisi e lettura dei tarocchi che conta tra i suoi entusiasti seguaci gente del calibro di Franco Battiato e Marilyn Manson.
Jodorowsky è inoltre un ottimo autore di fumetti e le sue leggendarie collaborazioni con il compianto Moebius, Milo Manara e Juan Jimenez, tra gli altri, hanno lasciato il segno. Jodo, come è affettuosamente conosciuto, si è sovente concentrato sulla fantascienza ma non ha trascurato il western e Bouncer è la dimostrazione. Cos’è innanzitutto un Bouncer? E’ il buttafuori dei saloon, una classica figura del Far West. Ma naturalmente Jodo lo utilizza senza rinunciare alla sua peculiare e sfrenata fantasia.
Magic Press ha inaugurato la pubblicazione integrale della saga e si giunge ora al secondo volume che ben sintetizza la concezione jodorowskyana del West. Il protagonista della story-line è un uomo coraggioso che non esita ad affrontare indiani e malintenzionati quando occorre. Ma sembra uscito da La Montagna Sacra e Santa Sangre: è privo di un braccio e ciò rimanda alle grottesche figure delle opere filmiche dell’artista. Per giunta, il saloon in cui lavora è gestito da un nano innamorato di una squaw. E nel fumetto non mancano personaggi stravaganti e inquietanti: maestre di scuola apparentemente irreprensibili ma non prive di sfrenate pulsioni sessuali; vedove perfide pronte a tutto pur di raggiungere i propri scopi; un assassino che se ne va in giro con un’ascia conficcata nel cranio; bambini mostruosi dagli impulsi omicidi; chirurghi sfigurati; cinesi evirati e così via.
Bouncer tenta di vanificare le macchinazioni della Vedova Nera, malvagia donna che intende impossessarsi di un appezzamento di terreno per motivi di speculazione e che non esiterà ad utilizzare qualsiasi mezzo pur di averla vinta. E non mancano sparatorie, inseguimenti e scazzottate ma questi elementi sono filtrati da un’efferatezza sopra le righe e contaminati dall’intenso misticismo dell’autore. E i testi sono un curioso mix di elegante liricità e stilemi pulp, ennesima dimostrazione dell’inconsueta inventiva di Jodo.
La parte grafica non è meno valida. A illustrare lo scioccante mondo di Bouncer c’è Francois Boucq, uno degli indiscussi talenti del fumetto franco-belga. L’artista riesce a caratterizzare ogni personaggio e a renderne visivamente le psicologie tramite dettagli significativi: uno sguardo, per esempio; o un ghigno; o la postura dei corpi, e così via. Dimostra poi una cura certosina nella delineazione degli sfondi e ciò vale sia per gli esterni che per gli interni. Sono da segnalare le sequenze di azione, contrassegnate da un forte senso del movimento che richiama momenti dei film di John Ford e di Sergio Leone. Aggiungo che l’edizione Magic Press è ben curata e Bouncer potrà piacere agli estimatori dei fumetti di area bd e a coloro che volessero leggere un western diverso dal solito.