Nosferatu di Paolo D’Onofrio | Recensione
Pubblicato il 19 Aprile 2019 alle 11:00
Un volume che omaggia e riproduce fedelmente il film horror simbolo della storia del Cinema, realizzato da Friedrich Murnau.
La storia del Cinema e la storia della Letteratura unite per un’unica grande opera. Ora quel condensato di arte e narrativa è diventata anche un piccolo pezzo di storia del fumetto italiano. Perché Nicola Pesce Editore, da casa editrice amante delle storie di genere, ha voluto omaggiare il Nosferatu di Friedrich Murnau, la pellicola cinematografica del 1922 ispirata al Dracula di Bram Stoker, con un fumetto appositamente dedicato.
Il volume intende riproporre in maniera pedissequa la pellicola iconica, divenuta tra le basi del cinema espressionista e horror in generale. Infatti, il disegnatore Paolo D’Onofrio non fa altro che riprodurre dei singoli fotogrammi della pellicola, affiancandoli con le didascalie originali utilizzate per il film muto. Il tratto di D’Onofrio solitamente sarebbe più adatto per i layout, piuttosto che per delle tavole definitive, ma, proprio per questa sua poca definizione riesce a riproporre l’effetto della pellicola di Murnau.
Si tratta di un’operazione fedeltà ancora più arricchita dall’utilizzo di una carta color seppia capace di riprodurre lo stesso colore della pellicola originale. Insomma, questo volume di Nosferatu è un vero e proprio atto d’amore, che farà la gioia di tutti gli appassionati d’horror, i quali non possono che considerare imprescindibile il film realizzato dal cineasta tedesco.
La storia alla base del fumetto (e del film) è risaputa: il giovane Hutter lavora a Wisborg presso un’agenzia immobiliare. Il suo principale gli offre la possibilità di andare in Transilvania a concludere un affare con il Conte Orlok. Ellen, la moglie di Hutter, è preoccupata, e non vorrebbe che il marito si avventurasse nei Carpazi. Ma la partenza di Hutter lo porterà a certificare i dubbi della consorte: il conte Orlok è l’incarnazione del Nosferatu, il vampiro sanguinario temuto da tutti gli abitanti della zona. Sarà così che inizierà il viaggio di Orlok verso la cittadina di Wisborg, dove la sua presenza sarà accompagnata da morte, sangue e violenza.
Quando Murnau realizzò questa pellicola stava chiaramente riproponendo il Dracula di Bram Stoker su pellicola, variando alcuni elementi ed ambientazioni. Ma la famiglia del celebre scrittore, che non era stata contattata per l’acquisizione dei diritti, se ne accorse e denunciò il regista, che dovette ritirare e bruciare tutte le copie distribuite. Fortunatamente Murnau ne salvò una, che oggi viene venerata come una reliquia, e considerata la portatrice di un’opera di riferimento per la storia del Cinema.
L’apparato introduttivo realizzato da Nicola Pesce Editore ripercorre la storia del celebre conte Dracula, e della stessa pellicola di Murnau. Il film venne successivamente riproposto in versione moderna dal maestro Werner Herzog, il quale riuscì nella difficilissima impresa di realizzare un’opera all’altezza dell’originale.
La storia di Nosferatu assunse così nel tempo un percorso autonomo anche rispetto allo stesso Dracula (grazie soprattutto al suo aspetto esteriore, abbastanza differente da quello più fascinoso del Conte). E negli anni si è passati dal non eccelso Nosferatu a Venezia, fino ad arrivare a L‘Ombra del Vampiro, pellicola con protagonista Willem Dafoe, che racconta, in versione molto fantasiosa, la produzione della pellicola di Murnau.
Il Nosferatu realizzato da Paolo D’Onofrio è un fumetto imperdibile per tutti gli appassionati di horror, che ripropone in maniera fedele e attenta la pellicola di Murnau, attraverso il media fumetto. Operazioni di questo tipo sono più che apprezzabili, a maggior ragione considerando che la Nicola Pesce Editore è da sempre amante delle storie di genere, ed ha negli ultimi tempi realizzato altri volumi che ripropongono personaggi e pellicole entrate a far parte della storia del Cinema (dal volume dedicato a Cannibal Holocaust 2, fino ad arrivare al seguito di Edward Mani di Forbice).