Sarò Breve di Squaz | Recensione

Pubblicato il 15 Aprile 2019 alle 15:00

Eris Edizioni e Progetto Stigma uniscono le forze per confezionare Sarò Breve, volume antologico che celebre i 20 anni di attività di Squaz poliedrica e storica voce del fumetto undergound italiano.

Ultimo frutto della proficua collaborazione fra Eris Edizioni e Progetto Stigma è il volume antologico Sarò Breve dedicato ad una delle voci meno convenzionali e poliedriche del panorama fumettistico nazionale, Squaz.

Il volume infatti raccoglie il meglio della produzione dell’autore di origini tarantine così come è apparsa fra il 1998 e il 2018 fra autoproduzioni e sulle pagine delle più importanti riviste italiane fra cui Linus, Internazionale, Rolling Stone, XL Repubblica, Frigidaire, Il Male, La Lettura del Corriere.

Il volume viene quindi diviso per comodità in tre sezioni: Goin’ Underground, che raccoglie storie provenienti dall’universo delle fanzine e dell’autoproduzione con cui ha esordito; Goin’ Overground dedicata ai fumetti apparsi su riviste e periodici; Goin’ Nowhere che chiude infine il volume con rarità e inediti.

Come facilmente intuibile quella di Squaz è una produzione fortemente incentrata sulla satira e sulla politica ma mediata sempre da uno sguardo dissacrante. Se nella prima sezione l’autore sembra avere bene in mente quali sono i temi che vuole trattare – la quotidianità, la lotta politica, l’alienazione – fatica nel trovare la giusta forma ispirandosi nella forma all’underground americano – Sqòtt – ma anche ad un certo Pazienza – Monkee Blues, Carmen-City Blues – nume tutelare di una intera scuola di fumettisti italiani provenienti soprattutto dal sud.

Già alla fine della prima – Io c’ero (ma non ho visto niente), Lombrosario – il percorso diventa più personale filtrando in maniera più personale reale e irrazionale in una critica a 360° della società sul cui sfondo non mancano di palesarsi le vicende più importanti degli ultimi anni – Quasi Umani, Cartoline da taranto/Bruxelles/Peloponneso/Algeri – mentre nell’ultima parte il linguaggio si fa più rarefatto ma non meno pregnante affrontando di petto, ma sempre in maniera estremamente dissacrante, temi scottanti basti vedere Homo Bonus e Cheap Life.

Sarò Breve è davvero una fotografia fedele della carriera e della voce di Squaz.

Sarebbe facile etichettare il suo lavoro come quello “dell’ennesimo fumettista satirico di sinistra” perché la componente politica è sì evidente ma lo è anche quella che affonda le sue radici in una realtà vera. Ecco che prende forma il dramma di Taranto – città devastata dall’incuria della politica e non solo – e quello del G8 Genova così come usi e costumi del nostro paese vengono messi a nudo nella loro grottesca inadeguatezza, divenendo una panoramica ora spassosa ora feroce della nostra cultura e di come osserviamo i cambiamenti socio-politici a livello nazionale e internazionale.

Non si può non citare la padronanza di stili grafici diversissimi – realismo, chiaroscuro, bianco e nero, colore, bicromia, caricatura – ma anche la capacità di cambiare registro in maniera repentina e fulminante che sono il vero marchio di fabbrico di Squaz.

Non tutte le short stories, forma prediletta da Squaz, contenute in Sarò Breve sono incisive e graffianti ma resta assodato che questa antologia è un compendio imprescindibile per chi ama l’underground e questo tipo di produzione ma lo è anche per chi ama quel fumetto – nel senso più ampio del termine – che è tutto fuorché innocuo o anestetizzante.

Solidissimo il brossurato prodotto da Eris Edizioni e Progetto Stigma. Impeccabile la cura carto-tecnica ma oltre una breve intervista a fine volume non ci sono ulteriori contenuti extra.

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