Lost Seven vol. 1 di Kazuki Nakashima e Ko Yasung – Recensione
Pubblicato il 11 Aprile 2012 alle 12:15
Kazuki Nakashima e Ko Yasung reinterpretano la favola di Biancaneve dando vita a “Lost Seven” un fantasy che coniuga avventura e azione.
Lost Seven vol. 1
Autore: Kazuki Nakashima (testi), Ko Yasung (disegni)
Editore: GP Publishing
Provenienza: Giappone, 2009
Target: Shonen
Genere: fantasy, avventura
Prezzo: € 5,90
Anno di pubblicazione: 2012
La giovane Biancaneve è fuggita dopo che la crudele Queen Rose si è impossessata del potere, manipolando il potere dello specchio magico e richiamando i demoni. Sette guerrieri, membri del Clan Brai, si offrono di aiutare la ragazza a riprendere il castello, anche a costo di essere esiliati dal loro popolo.
La vittoria sembra essere imminente, ma qualcosa va storto. Dieci anni dopo, il giovane Tanrou fa ritorno sul campo di battaglia, e constata che nonostante Queen Rose sia morta, i demoni continuano ad avere campo libero.
L’incontro con RosaRossa, tuttavia, offre al ragazzo e ai suoi vecchi compagni di battaglia l’occasione per rimediare agli errori del passato e ripristinare la pace nel regno.
GP Publishing propone ai suoi lettori “Lost Seven” reinterpretazione in chiave fantasy e avventurosa della celebre favola di Biancaneve, scritta da Kazuki Nakashima (Takeru – Opera Susanoh Sword of the Devil) e disegnata da Ko Yasung. La serie è conclusa e conta quattro volumi.
Ko Yasung si dimostra in generale una buona scelta, per via della mano sicura che garantisce disegni ben realizzati e curati nei dettagli. Purtroppo le tavole risultano fortemente appesantite dalla massiccia retinatura, che appiattisce le vignette e priva di profondità e tridimensionalità le scene.
Sul piano della sceneggiatura, Nakashima stenta ancora una volta a far partire la storia in modo chiaro, gettando il lettore nell’azione frenetica del flashback iniziale e costruendo una trama confusionaria che non si preoccupa di presentare in modo adeguato né i personaggi né il mondo in cui si trovano a vivere, con il risultato di non far comprendere appieno cosa sia effettivamente accaduto nell’antefatto, inficiando la comprensibilità dei successivi sviluppi.
L’edizione GP Publishing è quella del volume da fumetteria (13×18) con sovraccoperta, per un albo dalle rilegature solide, stampato su carta bianca. Scorrevoli gli adattamenti.
In sostanza, quindi, se l’idea di base è buona in sé, l’esecuzione finale presenta gravi difetti che finiscono per compromettere la potenzialità dell’opera, che, inoltre, rischia di scontare la brevità dello spazio a disposizione, dal momento che si tratta di una miniserie.