American Gods 2×05 – The Ways of the Dead | Recensione

Pubblicato il 9 Aprile 2019 alle 15:00

La battaglia tra Vecchi e Nuovi Dèi è pronta a scoppiare, dopo gli avvenimenti dei precedenti episodi della nuova stagione.

Il precedente episodio di American Gods,  The Greatest Story Ever Told, ha introdotto per la prima volta nella serie la figura del Dio Denaro, trovatosi inevitabilmente coinvolto tra le due fazioni prossime alla guerra, i Nuovi e i Vecchi Dei. Entrambi, però, stanno attualmente riassestando i loro equilibri: mentre Wednesday avrà a che fare con le nuove ambizioni di Mr. Nancy e Bilquis, pronti ad iniziare una nuova crociata per i diritti delle persone di colore, Mr. World si è sbarazzato di Technical Boy, da qualche episodio ormai messo alle strette e, ora, definitivamente senza più nessun potere. Dopo aver toccato nel quarto episodio tematiche come la fede verso una divinità e la funzione di quest’ultima, nonché aver sottolineato il peso inevitabile che riveste il denaro nell’equilibrio sociale, è tempo per American Gods di scuotere il pubblico, anche narrativamente parlando. The Ways of the Dead, quinta tappa di questa seconda stagione, ne sarà in grado?

TRA LE BRACCIA DELLA MORTE

Le vicende, ancora una volta, trovano un punto di inizio da Ibis a Cairo e, mentre Wednesday si reca con Salim e il Jinn dal Re dei Nani per preparare la lancia Gugnir alla battaglia, Shadow ha (nuovamente) modo di restare separato da Odino per scoprire nuove cose di se stesso, entrando in un mondo fino ad ora a lui ignoto, almeno direttamente: quello della morte. Se da una parte dunque il motore propulsore di Shadow in questo episodio è una discesa agli inferi, una sorta di catabasi interiore, parallelamente Mad Sweeney e Laura si trovano a New Orleans per incontrare, finalmente, il Barone e la sua compagna, alla disperata ricerca di vita. Sia Shadow che Laura, alla fine di questo episodio, usciranno dall’incontro con la morte con nuove consapevolezze, che sembrano mettere ancora  più distanza tra i due.

DANZA MACABRA

Questo quinto episodio di American Gods, The Ways of the Dead, segue strettamente le vicende del precedente ma, pur mantenendo una continuità per tematiche e ambientazione, propone sullo schermo diverse prospettive che, come sempre succede nella serie ormai, arricchiscono le chiavi di lettura di tutte le trame e, questa volta (anche se non attraverso l’impennata che forse il pubblico aspettava dopo i precedenti episodi) fa anche progredire in avanti la narrazione. Shadow sta ormai diventando un personaggio autonomo e formato, anche se lo spettatore non può ancora capire (grazie alla ragnatela di meraviglia nella quale, ad ogni episodio di American Gods, si trova intrappolato) quale sia questa “forma” e soprattutto dove queste sue nuove consapevolezze lo condurranno: le vicende di questo episodio mischiano ulteriormente le carte, sorprendendo e alimentando la suspance, aggiungendo nuovo dubbio proprio dove si credeva si fossero create delle certezze. Per tutto The Ways of the Dead, attraverso una sorta di “danza macabra” (sostenuta anche “ritmicamente” dalla colonna sonora, dalla regia e dalla situazione narrativa stessa che, grazie soprattutto al Barone e alla sua compagna, hanno offerto le giuste scene) è stato presentato al pubblico il tema della morte, grazie alla quale Shadow trova una nuova completezza, mentre a Laura, da “morta vivente” alla ricerca della vita,  non porta altro che vuoto e straniamento.

E mentre cominciano a delinearsi i profili dei personaggi, con Shadow, Laura e Mad Sweeney a formare un triangolo che si candida ad avere, più avanti, un ruolo più importante, gli autori ci propongono nuovamente il tema dell’emarginazione della popolazione di colore e della loro volontà di riscatto, segno evidente che sarà una tematica fondamentale sia per la guerra tra Vecchi e Nuovi Dèi (assenti in questo episodio, che infatti risulta avere un “sapore” simbolico e quasi “magico” da prima stagione) che per l’esplosione finale del nostro protagonista Shadow.

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