Dampyr 229 – Kurjak, il Vampiro | Recensione
Pubblicato il 8 Aprile 2019 alle 17:00
Può Dampyr affrontare il suo compagno più fidato, divenuto in brevissimo tempo il suo peggior nemico?
Siamo arrivati ad una svolta? Può il compagno di mille battaglie di Harlan Draka rivoltarglisi contro? Kurjak, il Vampiro è un albo particolarmente significativo di Dampyr. Il tocco narrativo di Giovanni Di Gregorio (prolifico autore di Dylan Dog) aiuta ad uscire dal solito canovaccio dampyriano, offrendo una storia che riesce a variare sul tema tradizionale di lotta tra Harlan ed i Maestri della Notte. Di Gregorio riesce a proporre una storia con diversi colpi di scena, e, soprattutto, una lotta intestina all’interno del solido gruppo di Dampyr. Un elemento inedito e capace di alzare il livello narrativo dell’albo.
Dampyr ed il suo gruppo sono in Botswana, dove si aggira un demone conosciuto come Mpule (detto anche Huwe). Ma, in mezzo a bracconieri vampiri, ed a sciamani africani, Harlan Draka si trova a fronteggiare Kurjak, il suo storico amico e compagno di mille avventure, che, per una volta, si ritroverà dalla stessa parte dei demoni che solitamente ha sempre affrontato da avversario.
Kurjak, il Vampiro potrebbe rappresentare una proiezione verso il futuro. Dampyr è una serie dal canovaccio tipico, che offre poche ma significative varianti sul tema. Il passaggio verso la fase successiva (in futuro) potrebbe essere proprio questo: un Dampyr solo, ed incapace di trovare veri e propri alleati. Un Dampyr, egli stesso borderline, costretto a prendere decisioni difficili, apparendo ambiguo anche allo stesso lettore.
Forse, il maestro Mauro Boselli (sceneggiatore e curatore della serie), non prenderà mai veramente sul serio questo tipo di prospettiva, ma Kurjak, il Vampiro dimostra come il fatto d’infrangere quella barriera sottile tra amici e nemici di Harlan, riesce a creare un balzo emotivo e narrativo decisamente interessante. Potrebbe quindi essere questo il futuro della serie di Harlan Draka (magari grazie ad una lunga storia in continuity con queste caratteristiche)? Staremo a vedere.
Nel frattempo possiamo godere di questo nuovo albo che, sicuramente, i lettori dampyriani più affezionati ricorderanno per molto tempo, e che i neofiti apprezzeranno per la capacità d’intrigare e sorprendere.
Ad accompagnare i testi di Di Gregorio ci sono i disegni di Fabio Bartolini, il quale riesce ad alzare ulteriormente il livello della storia con i suoi pregevoli tocchi creativi. Bartolini, infatti, è molto attento ai dettagli, e dà il suo meglio nelle sfumature delle singole vignette, grazie a campiture capaci di offrire sfondi ad effetto, che meritano di essere guardati e riguardati.
Insomma, si tratta di un altro ottimo albo della serie Dampyr, che riesce, rispettando la tradizione, a porre anche qualche innovazione. Chissà se i lettori dampyriani, dopo questo albo, sentiranno la voglia e l’esigenza di leggere più storie di questo genere, ricche di sfumature più labili tra bene e male. Harlan Draka in Kurjak, il vampiro viene veramente messo in crisi, colto da dubbi e paure come mai si era visto prima d’ora. Per certi versi l’esperienza dylandogofila di Giovanni Di Gregorio ha dato ad Harlan Draka, in questo albo, qualche sfumatura dell’Indagatore dell’Incubo, arricchendo ancora di più il personaggio.
Il sentiero verso il futuro di Dampyr si arricchisce di nuove possibilità, e Kurjak, il Vampiro, è un albo decisivo sotto questo punto di vista. Le prossime storie di Harlan Draka potrebbero essere davvero piene di sorprese.