Oblivion Song Vol. 2 – Robert Kirkman & Lorenzo De Felici | Recensione

Pubblicato il 24 Aprile 2019 alle 11:00

Tornano le vicende di Nathan Cole, diviso tra Philadelphia e Oblivion (una dimensione sconosciuta creata da un cataclisma) in questo secondo volume italiano della serie italo-americana di Robert Kirkman, Lorenzo De Felici e Annalisa Leoni.

A un anno circa di distanza dall’esordio della serie torna in Italia per saldaPress (curato sotto l’aspetto editoriale con grazia, bellezza e precisione, in cui i volumi della casa editrice di Reggio Emilia si distinguono sempre) con il secondo volume Oblivion Song, serie creata da Robert Kirkman (testi) insieme al romano Lorenzo De Felici (disegni).

Lo scienziato Nathan Cole, superstite del cataclisma chiamato “Trasposizione”, il quale ha fatto sprofondare una grande area urbana di Philadelphia ad Oblivion, una dimensione sconosciuta abitata da terrificanti creature, ha finalmente trovato il fratello Ed e lo ha ricondotto alla realtà terrestre. Ma nonostante sia tornato a casa, Ed non si sente più un “terrestre” e, mentre cerca di convincere Nathan che Oblivion sia un mondo migliore nel quale vivere, lo stesso protagonista viene messo alle strette dall’esercito, sempre più esigente nell’avere risposte a domande sulla Trasposizione che solo Nathan può dare.

Contenente gli albi dal 7 al 12 della serie Image Comics, Oblivion Song Vol. 2 promette di approfondire le vicende dei protagonisti, continuando a trasmettere ai lettori quel pathos che hanno provato facendo la conoscenza di questo mondo straordinario in un’atmosfera “prossima all’apocalisse”.

IL PESO DELLE PROPRIE AZIONI

Oblivion Song Vol. 2 riprende le vicende lì dove si erano interrotte nel primo volume: Nathan, trovatosi a dover fare i conti con la giustizia, rievoca per filo e per segno l’esperienza che lo ha portato, insieme ad un team di scienziati, a creare la Trasposizione, evento nel quale quella terrestre ha incontrato un’altra dimensione e dove, una porzione di Philadelphia, è stata scambiata con parte di Oblivion. Devastato dal senso di colpa, Nathan è pronto ad accettare la sua punizione ma, quando si presenta il rischio concreto che il suo meccanismo, quello che ha “innescato” la Trasposizione, possa finire nelle mani sbagliate ed essere trasformato in un’arma, è pronto a trasformarsi nuovamente in “eroe” (seppur fuggitivo) per proteggere il suo meccanismo e, soprattutto, per far fronte ad una nuova Trasposizione.

DESTINO FRATERNO

Il filo rosso della narrazione di questo nuovo capitolo di Oblivion Song è, senza dubbio, il rapporto tra i due fratelli, Nathan ed Ed che, a sua volta, va ad inserirsi in una più ampia dicotomia tra tematiche opposte presenti nell’opera. Ed, riportato indietro da Oblivion, non riesce a reinserirsi nella società terrestre (nella quale, sostanzialmente, non ha in realtà mai trovato posto) e spinge non soltanto per tornare nell’altra dimensione, ma affinché lo seguano più persone possibile. Dal canto suo Nathan, che come abbiamo già appreso ha impegnato tutto se stesso per riportare il fratello sulla Terra, non accetta l’idea che il fratello voglia tornare indietro, un po’ per senso di colpa, un po’ egoisticamente per l’affetto che prova nei suoi confronti.

Il rapporto tra i due fratelli materializza dunque narrativamente l’opposizione centrale di Oblivion Song generata dalla Trasposizione, ovvero quella tra la dimensione terrena e la dimensione di Oblivion: scenicamente, la tematica viene resa mediante un’azione dinamica (ed un tratto “attivo” perfettamente coerente alle scene che si presta ad illustrare) e un continuo passaggio tra le due dimensioni, specie nella missione per recuperare il congegno di Nathan.

E se è ancora presto per capire come queste due realtà si concilieranno alla fine della storia, i due fratelli, alla fine del secondo volume, sembrano essere riusciti a trovare un equilibrio basato sulla comprensione e l’affetto reciproco, concludendo in maniera positiva questa seconda tappa del viaggio narrativo di Oblivion Song, senza togliere l’attesa e la curiosità verso ciò che verrà dopo.

Fornendo ai lettori ulteriori dettagli sull’evento catastrofico che si è abbattuto su Philadelphia (e nel mondo interiore stesso di Nathan), con un’azione narrativa intensa, interessante e dal tono variegato (che tocca tematiche profonde, nonostante non sfoci mai del tutto nel “dark” e lasci spazio all’ironia) il team creativo arricchisce l’esperienza narrativa di Oblivion Song dedicando parecchio spazio all’approfondimento della psicologia sia del nostro protagonista che del fratello Ed, facendo intuire come saranno proprio loro due i due anelli della catena capace di far conciliare (forse) Oblivion e la Terra alla fine della storia.

 

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