Mister No Revolution – California | Recensione

Pubblicato il 10 Aprile 2019 alle 11:30

Reduce dal Vietnam, Jerry Drake si è trasferito a San Francisco: come affronterà la Summer of Love?

Secondo volume per le nuove avventure di Mister No, rilanciato come Mister No Revolution e che era stato ripresentato ai lettori nel volume Vietnam – la nostra recensione QUI – e in cui le sue origini erano state spostate in avanti di qualche anno, ritrovandoci Jerry Drake impegnato non più nella Seconda Guerra Mondiale così come originariamente concepito da Guido Nolitta ma in un’altra guerra, quella sporca e insensata del Vietnam.

Il primo volume era stata una lettura solidissima che aveva mostrato non solo la bravura in fase di sceneggiatura di Michele Masiero ma anche la sua familiarità con il personaggio, tuttavia il volume aveva peccato un po’ di coraggio nel momento di affondare davvero il colpo risultando sì un valido retelling delle origini ma che oltre a riprendere certi stilemi della letteratura legata al Vietnam non aveva agito con la giusta personalità.

Le premesse di Mister No Revolution – California sembrano già partire da una prospettiva diversa e più stimolante.

Jerry Drake è sopravvissuto al Vietnam ma anziché tornare nella sua New York ha deciso di trasferirsi a San Francisco per stare vicino al commilitone Jim, è il 1968. Jerry, a cui è rimasto appiccicato il soprannome di Mister No, fatica a trovare un lavoro e ad inserirsi in una società in cui i suoi coetanei, o ragazzi poco più giovani di lui, sono mossi dal clima di cambiamento culturale e politico.

Spinto dalla fidanzata Zoe, la sorella di Jim, Jerry riesce a trovare un lavoro come lavapiatti e entra in contatto con gli ambienti universitari più ferventi dove viene avvicinato da uno dei professori della ragazza. Per Mister No c’è un lavoro facile in cui dovrà mettere a frutto la sua esperienza di pilota.

Mentre riviviamo con alcune brevi sequenze flashback proprio gli anni del suo addestramento fuori la Grande Mela, il lavoro proposto a Jerry si rivelerà meno pulito e facile del previsto.

Liberatosi dal “fardello” della letteratura legata al periodo che aveva un po’ zavorrato il primo volume, Michele Masiero confeziona una storia fresca e coinvolgente in cui convergono in maniera quasi perfetta sia l’idea di rilancio del personaggio così come inizialmente pensata sia il desiderio di fotografare proprio attraverso le vicende di Jerry Drake alcuni dei momenti storici che hanno segnato i decenni finali del secolo scorso e che riverberano nella situazione socio-politica attuale.

Se infatti nel primo volume il nomignolo Mister No veniva affibbiato a Jerry Drake in circostanze drammatiche ma un po’ “forzate”, in questo Mister No Revolution – California il carattere sovversivo e decisamente controcorrente del personaggio fuoriesce prepotente nella contrapposizione proprio con il momento storico che fa tanto da sfondo quanto da personaggio aggiunto alla storia.

In un momento di fervore culturale – in cui tutti sembrano voler cambiare qualcosa – Jerry Drake rappresenta la disillusa immobilità, la vacuità dietro qualsiasi battaglia ideologica che nasconde sempre un tornaconto personale dettato dagli istinti basilari dell’uomo – amore, morte, denaro.

Mistero No allora si autodefinisce uno “sconfitto” che si è portato a casa “un pezzetto di inferno” testimoniando poi con il concitato e drammatico finale e la brevissima sequenza flashback finale come anche i sogni possono essere uccisi in un cortocircuito che frantumerebbe anche il più coriaceo degli idealisti.

Se si dovesse cercare il proverbiale pelo nell’uovo nella sceneggiatura di Masiero si potrebbe definire un po’ “lenta” la prima, preparatoria, parte del volume così come il flashback sull’addestramento propedeutico alle vicende.

Ottimo il lavoro di Alessio Avallone alle matite. Il giovane disegnatore di origini sicule, già visto all’opera su alcuni albi delle serie Orfani, illustra le vicende con tratto plastico e scattante incanalando così al meglio il background di una San Francisco in piena Summer of Love. Il disegnatore mostra il meglio di sé nelle scene d’azione e più concitate dove fra l’altro la costruzione della tavola diviene messo classica e più “americana” offrendo un maggior dinamismo alla narrazione.

Ultimo ma non meno importante è senz’altro l’approccio fresco e “giovane” del disegnatore che sicuramente attirerà l’attenzione anche di quei lettori magari timorosi di avvicinarsi ad una serie che affonda le sue radici nella tradizione bonelliana.

Ottimo anche l’apporto ai colori del duo Stefania Aquaro & Giovanna Niro che utilizzano palette estremamente realistiche senza cadere nella tentazione di “dipingere” una San Francisco troppo colorata. Degno di nota è anche l’utilizzo delle luci così come le sequenze flashback in cui i toni e le sfumature sono più “smorzate”. Completa il volume l’evocativa copertina di Emiliano Mammucari che ancora una volta coglie nel segno l’umore delle vicende raccontate e il personaggio.

Il volume, dalla confezione e dalla cura carto-tecnica impeccabile, è arricchito da un corposissimo e interessantissimo apparato redazionale che “spiega” il periodo storico, con riferimenti puntuali e bibliografici, in cui è ambientata la vicenda.

In attesa del terzo e conclusivo, almeno per ora, volume Mister No Revolution trova con California tutto ciò che forse mancava nel primo volume capitalizzandolo in maniera avvincente e pregnante.

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