Tex Willer – Vivo o Morto! di M. Boselli & R. De Angelis | Recensione
Pubblicato il 8 Aprile 2019 alle 11:00
Sergio Bonelli Editore ripropone in un lussuoso cartonato i primi quattro episodi della nuova serie regolare Tex Willer a colori.
Nell’inevitabile rivoluzione, ammodernamento, cambio di passo – chiamatelo come meglio ritenete opportuno – che ha coinvolto negli ultimi la Sergio Bonelli Editore era inevitabile che si attraversasse una fase di sperimentazione fra formati editoriali nuovi o nuovamente riproposti così come fra vecchi personaggi riletti in chiave “moderna” e tentativi di allargare il pubblico sia in termini demografici e non solo.
E’ singolare come in questa girandola SBE abbia trovato nel suo eroe eponimo, Tex, uno dei bacini più fertili per il tanto agognato “rinnovamento” aprendo un filone narrativo inesplorato per il Ranger ovvero quello degli anni della sua gioventù. Il trittico Nueces Valley, Il Magnifico Fuorilegge e Il Vendicatore – tre formati diversi per tre storie collegate che hanno reintrodotto gli anni giovanili di Tex – è stato uno dei grandi successi di critica e commerciali dell’ultimo anno, anno e mezzo della casa editrice milanese e quindi era inevitabile un passaggio in serie regolare.
Nasce così Tex Willer i cui primi quattro albi, usciti in edicola in bianco e nero, vengono riproposti in un lussuoso cartonato a colori intitolato Tex Willer – Vivo o Morto!.
Arizona. Tex è ancora un fuorilegge, sulle sue tracce c’è John Coffin con la sua banda intenzionato a riscuotere la taglia sulla testa del futuro ranger. Quando il primo scontro termina con un nulla di fatto, Coffin decide di rivolgere le sue attenzioni altrove ovvero al recupero di un misterioso tesoro indiano.
Ma Tex è cosciente del fatto che dovrà sistemare il bandito una volta per tutte soprattutto dopo aver appreso che ha ucciso il sakem dei pawnee Orso Grigio. Inizia così una doppia caccia all’uomo: Tex contro Coffin e Tesah, la figlia di Orso Grigio, che deve recuperare il medaglione con le indicazioni per il tesoro. Le due strade ovviamente convergeranno.
Mauro Boselli prende alcuni degli aspetti delle avventure giovanili dei tre albi citati poco sopra e li utilizza per dare un nuovo dinamismo ad una storia, o meglio ad un intreccio di storie, classicamente texiane per incipit e svolgimento.
L’intento è chiaro ed evidente: dare forma di serie regolare alle avventure del giovane Tex mantenendo così il nuovo pubblico acquisito ma strizzare inevitabilmente l’occhio ai lettori classici che, trovandosi un nuovo prodotto col nome del ranger, non possono fare a meno di acquistare.
Il risultato è un ibrido solidissimo, ben congegnato, ma che pecca in certi frangenti di immediatezza – vero punto forte del trittico di albi d’apertura – dovendo spesso rispondere alle logiche del classico albo anziché raccontare un arco narrativo unico, per dirla all’americana, facendo spesso perdere le coordinate al lettore che deve seguire più filoni narrativi prima della risoluzione di quello principale.
D’altro canto Boselli non lesina sui richiami alle avventure classiche – e alla prima storica avventura Il Totem Misterioso – che faranno la gioia dei fan più accaniti del Ranger.
In tal senso è encomiabile il lavoro alle matite di Roberto De Angelis che recupera il gusto del western di John Ford omaggiando in più di una occasione il grande Galep ma non per questo abbandonando un approccio dinamico alle scene d’azione e alle anatomie che risaltano ancora di più grazie alla costruzione della tavola classica e regolare. Un ottimo punto d’incontro fra l’approccio grafico più “spinto” del trittico citato in apertura e quello classico che prevale sulla serie regolare di Tex.
Menzione d’onore all’ottima copertina di Massimo Carnevale e ai colori di GFB Comics che esaltano il lavoro di De Angelis anche se in alcuni frangenti qualche sfumature in più avrebbe giovato rispetto ai toni piatti.
Tex Willer – Vivo o Morto! mostra la volontà della SBE di capitalizzare il filone narrativo del giovane Tex senza però dimenticarsi lo zoccolo duro di lettori. Il risultato è buono ma dimostra ancora un certo margine di miglioramento soprattutto se l’approccio risulterà sempre più diverso da quello della serie regolare pur mantenendone i richiami. Se il trittico Nueces Valley, Il Magnifico Fuorilegge e Il Vendicatore hanno insegnato qualcosa è che con Tex, o meglio con il giovane Tex, si può osare.