La Tomba di Dracula Vol. 1 | Recensione

Pubblicato il 3 Aprile 2019 alle 20:00

Volete scoprire un classico del fumetto horror? Allora non perdete il primo volume Omnibus de La Tomba di Dracula, una delle più acclamate serie Marvel di sempre, valorizzata dall’estro narrativo di Marv Wolfman e dal talento grafico del grande Gene Colan!

Come ho scritto in varie occasioni, all’inizio degli anni settanta la Marvel propose numerose serie che si discostavano dal genere dei supereroi, allo scopo di conquistare nuove fasce di mercato. Di conseguenza, la Casa delle Idee propose collane fantasy come Conan The Barbarian, mensili di fantascienza e horror, dimostrando di saper sperimentare. Per ciò che concerne l’horror, la testata più celebre e acclamata fu Tomb of Dracula che nel giro di pochi mesi ebbe un clamoroso successo di pubblico e critica e tuttora è considerata una delle pietre miliari non solo della Marvel ma dell’intero fumetto americano.

Panini Comics ha pubblicato un Omnibus che include i primi trentuno episodi del comic-book e altro materiale e coloro che non li hanno mai letti avranno una lieta sorpresa. Il protagonista, come è facile intuire, è Dracula, il più famoso vampiro della fiction, ma le sue storie si svolgono nel presente e sono collocate nell’Universo Marvel. Tuttavia, i collegamenti con i supereroi sono pressoché assenti e le atmosfere narrative risultano più cupe e inquietanti di quelle dell’Uomo Ragno o dei Fantastici Quattro.

I primi episodi furono scritti da Gerry Conway, storico autore di Amazing Spider-Man, che ha il non facile compito di inserire Dracula in un contesto contemporaneo. Per una serie di ragioni, il vampiro si sveglia dopo un lungo sonno e decide di conquistare il mondo. Sono queste le semplici premesse di una serie che, comunque, episodio dopo episodio, diventerà sempre più coinvolgente. Conway, inoltre, fa subito esordire Frank Drake, un discendente di Dracula che si pone l’obiettivo di fermarlo.

Il n. 2 è scritto dal veterano Archie Goodwin che aggiunge un altro importante comprimario, Rachel Van Helsing, nipote del celebre avversario di Dracula, anch’essa in lotta contro il vampiro. Dal n. 5 si occupa della serie Gardner F. Fox, nome storico della DC che per un periodo collaborò pure con la Marvel, ma è dal n. 7 che nel comic-book c’è un sorprendente balzo di qualità con l’arrivo di Marv Wolfman, colui che da quel momento scriverà tutti gli episodi fino alla chiusura del mensile.

Da un lato, Wolfman concepisce storie autoconclusive con il vampiro che affronta mostri, altri vampiri e creature demoniache. Ci sono tutti gli elementi tipici dell’horror ma nello stesso tempo il lungo e complesso dissidio tra Dracula e la coppia Frank Drake/Rachel Van Helsing diventa il tema ricorrente delle trame. Nel n. 7 si aggiunge, inoltre, Quincy Harker, altra importante nemesi di Dracula, e nel n. 10 esordisce Blade, il cacciatore di vampiri, personaggio che ancora oggi appare negli albi Marvel.

Il n. 18 dà il via a un piacevole crossover tra Tomb of Dracula e Werewolf by Night, la serie incentrata sul licantropo Jack Russell. Nel volume è incluso il n. 15 di questa testata, sempre scritto da Wolfman, e vi appare pure la strega Topaz, un altro dei personaggi horror ricorrenti nelle testate degli anni settanta. Vanno segnalati, inoltre, il n. 19 poiché esordisce il temibile Dr. Sun, nemico ricorrente di Dracula, e il n. 25 in cui giunge Hannibal King, un detective vampiro che si unirà a Frank Drake e i suoi alleati.

Marv Wolfman, in particolare, dimostra inventiva e abilità e scrive testi poetici, a volte retorici ma efficaci, e delinea story-line avvincenti, con dialoghi profondi e maturi, anomali per gli standard Marvel degli anni settanta. I disegni sono dell’eccezionale Gene Colan, straordinario penciler di Daredevil, Dr. Strange e altri capolavori. Il suo stile oscuro e ombroso è perfetto per una serie che fa del terrore e dell’inquietudine le caratteristiche essenziali. Gene illustra paesaggi notturni e nebbiosi, degni di un film di Mario Bava o di Roger Corman, dall’impostazione quasi gotica, con le tipiche figure plastiche e dinoccolate che erano parte integrante del suo stile. Da questo punto di vista, Tomb of Dracula è forse il suo lavoro migliore in assoluto.

Nel volume, come ho specificato, c’è pure il n. 15 di Werewolf By Night, illustrato da un’altra leggenda dei comics, Mike Plogg, penciler che traeva ispirazione dal grande Will Eisner e che in quel periodo, con i suoi chiaroscuri, impreziosiva comic-book horror come, per esempio, Ghost Rider. E’ inoltre incluso il n. 1 di Giant-Size Chillers, sempre realizzato da Wolfman e Colan. Si tratta di un episodio importante perché incentrato sulla perfida Lilith, la terribile figlia di Dracula, destinata ad avere un ruolo importante nelle riviste horror dell’epoca.

Questa testata diventa Giant-Size Dracula a partire dal n. 2 fino al conclusivo n. 4. Anche questi episodi sono presenti e ai testi c’è addirittura Chris Claremont, il futuro deus ex machina dei mutanti Marvel, qui impegnato in una delle sue prime prove per la Casa delle Idee. Chris concepisce una storia piacevole con Dracula alle prese con la misteriosa Triade. In un episodio si avvale dell’aiuto di David Anthony Kraft, scrittore che si sarebbe messo in luce con The Defenders. I disegni sono di un altro mito della Marvel classica, il Don Heck di Iron Man, che fa un buon lavoro, con lo stile piacevolmente grezzo e un po’ retrò che i suoi fan ben conoscevano.

Insomma, questo volume è imperdibile sia per gli estimatori dell’horror sia per i Marvel zombies propriamente detti. Da provare.

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