The Girl from the Other Side Vol. 1 di Nagabe | Recensione
Pubblicato il 2 Aprile 2019 alle 11:00
Una piccola bambina e una creatura mostruosa sono i protagonisti di The Girl from the Other Side. Di seguito, la recensione del manga di Nagabe edito da J-Pop.
“Il mondo è diviso in due: la parte dei sani e quella dei malati, trasfigurati da un misterioso morbo in esseri contorti e mostruosi che con il semplice contatto fisico contagiano gli altri. Insieme a una di queste creature vive una bambina che non ha più un posto dove andare…”
In questo primo volume veniamo catapultati in un mondo diviso a metà nel quale una maledizione di origine mitologica ha colpito buona parte della popolazione. I protagonisti sono una tenera e indifesa bambina abbandonata e il suo Maestro, una creatura oscura e mostruosa, che ha deciso di prendersi cura di lei. Di entrambi non si conoscono le origini.
Con l’avanzare della vicenda scopriamo che il Maestro è stato colpito dalla maledizione e ha deciso di proteggere la bambina dal mondo esterno ma soprattutto dal proprio tocco che potrebbe contagiarla. Nagabe ci racconta una fiaba delicata dalle tinte dark e dai toni onirici. I due protagonisti si muovono in una monotonia quotidiana, all’apparenza felice, in cui non devono pensare ad altro se non a nascondersi dagli altri.
Lo stile di Nagabe è più europeo che giapponese ed incede con un ritmo lento e tranquillo, soprattutto nella prima parte del volume. E’ questo uno dei punti di forza del racconto: l’atmosfera pacata avvolge completamente il lettore, accompagnandolo lentamente all’interno dei boschi di cui è ricca l’ambientazione.
L’uso della parola è ridotto al minimo, lasciando così maggior spazio agli sfondi bianchi che in contrapposizione ai neri assumono un’importanza fondamentale nell’economia del manga. Il Bianco è innocenza e purezza, rappresentato dall’indifesa e piccola Shiva, il Nero è contaminazione e oscurità, rappresentato dalla forma assunta dal Maestro a causa dalla maledizione. Il Nero è presente anche nelle torte bruciate preparate dalla piccolina come regalo e ringraziamento verso il Maestro, il quale, pur di farla felice, le mangia di gusto. A questo elemento possiamo accostare la cura che l’adulto dimostra verso la piccola quando cerca di salvaguardarla dalla maledizione: è disposto a nutrirsi di qualcosa di bruciato, Nero come la maledizione, per poter “proteggere” Shiva dalla delusione e dalla tristezza.
L’opposizione fra dolcezza e orrore, incarnata dal Maestro, è un elemento narrativo ormai diffusissimo. Per citare un esempio lampante basta pensare alla filmografia di Tim Burton. La contrapposizione fra ambientazioni e personaggi cupi ma mai davvero cupi con la dolcezza e l’ingenuità fiabesca di questo regista sono anche uno dei punti fondamentali su cui fa presa Nagabe.
Il successo di The Girl from the Other Side è facilmente comprensibile: il mangaka unisce bellezza e orrore, dolcezza e malattia, ingenuità e odio verso il diverso in un unico racconto, creando qualcosa dall’aria fresca nella scena shonen ma anche seinen italiana. Una lettura toccante con uno stile artistico affascinante ben riconoscibile e che si differenzia in modo notevole dalla marea di stili simili che possiamo trovare in uno scaffale di manga. Decisamente consigliato.