Io Sono Iron Man | Recensione

Pubblicato il 24 Marzo 2019 alle 10:00

Volete fare la conoscenza di Iron Man, uno degli eroi fondamentali del Marvel Universe? Allora non perdete questo corposo volume che include alcune delle sue storie più significative realizzate da autentici maestri dei comics!

Iron Man è da sempre uno degli eroi più importanti della Marvel e il suo ruolo nelle vicende dell’universo creato da Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko non può essere certamente messo in discussione. Panini Comics propone un mastodontico volume che include alcune delle sue storie più significative che danno modo al lettore di comprenderne l’evoluzione. Il libro inizia con lo storico n. 39 di Tales of Suspense, l’albo che segna l’esordio di Tony Stark, playboy milionario e industriale inventore di armi che per una serie di circostanze drammatiche diventa l’Uomo di Ferro.

Stan Lee e Larry Lieber impostano sin dal principio le caratteristiche basilari del personaggio, inserendolo in un contesto propagandistico da guerra fredda che, sebbene datato, rimane comunque affascinante. I disegni sono del compianto Don Heck, dallo stile grezzo ma piacevole, che proprio con Iron Man entrò nella leggenda dei comics, pur avendo già alle spalle una carriera di tutto rispetto. Il n. 91 di Tales of Suspense rappresenta un momento cruciale della storia di Tony Stark, non tanto per il suo scontro con il Distruttore, ma quanto per il fatto che Happy Hogan e Pepper Potts, comprimari della serie, si sposano, ponendo fine a un tormentone di tipo sentimentale che aveva caratterizzato le vicende fino a quel momento.

Lee scrive testi ironici e ridondanti come di consueto e i disegni sono dell’oscuro Gene Colan che ci propone uno dei suoi lavori migliori. C’è poi il n. 54 di Iron Man, firmato da Mike Friedrich e Bill Everett, il creatore di Sub-Mariner. La storia è incentrata proprio su una lotta tra l’eroe transistorizzato e il Principe di Atlantide ed è illustrata da George Tuska, classico illustratore dell’Uomo di Ferro, e dallo stesso Everett. Si tratta di una tipica avventura Marvel basata sull’azione, coinvolgente ed entusiasmante. L’episodio va, inoltre, segnalato perché vi appare per la prima volta Drago Luna, qui con il nome Madame McEvil.

Il n. 128 di Iron Man è importante perché da il via a Demon in A Bottle, una delle saghe più acclamate dai fan. Da qui inizia il lungo inferno di Tony Stark, vittima dell’alcolismo, e spetta a David Michelinie raccontarlo con testi intensi e profondi, coadiuvato da John Romita Jr., all’epoca legato ai convenzionali stilemi della Casa delle Idee.

I nn. 215/216, sempre scritti da Michelinie, riportano Tony Stark nel suo ruolo di Iron Man, dopo essere stato momentaneamente sostituito dal fido James Rhodes, anche lui presente. La storia ha a che fare con le macchinazioni dell’A.I.M. ed è illustrata da Bob Layton e Mark Bright, funzionali ma troppo standardizzati.

Il volume prosegue con lo spettacolare n. 232, ancora firmato da Michelinie. La storia in sé, basata su Tony Stark in preda a una serie spaventosa di allucinazioni e alle prese con una mostruosa creatura aliena, è valida, ma sono gli spettacolari disegni di Barry Windsor-Smith a fare la differenza. Il celebrato artista di Conan The Barbarian propone tavole dal gusto preraffaellita, influenzate dall’estetica liberty, raffigurando, però, ambientazioni tecnologiche e futuribili. Svolge, quindi, una straordinaria operazione post-moderna, di qualità sopraffina.

Nel n. 232 di Iron Man, l’eroe deve vedersela con il Mandarino, sua storica nemesi, e il mostruoso drago Fing Fang Foom. I testi sono del bravo John Byrne e i disegni di un John Romita Jr. in stato di grazia, ormai pervenuto alla riuscita sintesi di classicità marvelliana e suggestioni milleriane. Si continua con il n. 1 della collana di Iron Man uscita nel 1996. Gli sceneggiatori sono Scott Lobdell e Jim Lee che, assistiti dall’estro grafico di Whilce Portacio, inseriscono il personaggio in un contesto supereroico tipicamente anni novanta, con tanto di influenze sci-fi e scontri con l’Hydra.

Il n. 50 del comic-book del 1998 vede ai testi Mike Grell, autore noto per i suoi lavori graffianti e incisivi realizzati in casa DC. Lo scrittore di Green Arrow inserisce Tony in contesti adulti e drammatici e i disegni di Michael Ryan sono di buon livello. C’è, inoltre, lo speciale Civil War The Confession che rappresenta il tragico epilogo del dissidio tra Iron Man e Capitan America. Brian Michael Bendis ci propone Tony Stark nel suo aspetto più umano, fallibile e vulnerabile, scrivendo testi e dialoghi da brivido, e il penciler Alex Maleev, con i suoi incredibili chiaroscuri, rende giustizia alla sceneggiatura.

Il n. 1 di Invincible Iron Man presenta, anche in questo caso, toni adulti e introspettivi. Il bravissimo Matt Fraction descrive con profondità la psicologia dell’eroe, non trascurando i punti deboli di un uomo sin troppo umano che cela le sue fragilità indossando un’armatura. L’episodio va segnalato pure per il tratto pulito, dinamico ed elegante di Salvador Larroca. Il n. 1 di Invincible Iron Man del 2015, invece, scritto da Bendis e illustrato da David Marquez, pur interessante, insiste troppo sull’azione e sulla spy story, forse anche a causa della presenza dell’infida Madame Masque.

E il libro si conclude con il n. 593 di Invincible Iron Man, sempre firmato da Bendis e disegnato da Stefano Caselli e Alex Maleev. Vale ciò che è stato scritto per l’episodio precedente: troppa azione e poca riflessione.

Nel complesso, il volume è comunque da tenere d’occhio e può costituire un buon inizio per coloro che non conoscono bene Iron Man e intendono colmare la lacuna.

 

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