Zagor Classic 1 – La Foresta degli Agguati | Recensione

Pubblicato il 20 Marzo 2019 alle 15:00

Il modo migliore per riscoprire la nascita della leggenda di Darkwood: i fumetti di Zagor riproposti dal primo storico numero.

Dopo Tex Classic le produzioni della Sergio Bonelli Editore che guardano al passato si arricchiscono con una nuova operazione dedicata ad un altro grande personaggio della casa di via Buonarroti.

Zagor Classic nasce infatti dopo il successo della collana dedicata alle vecchie storie di Tex, riproposte dal primo albo, e si propone come un’operazione di riscoperta del passato dei personaggi che hanno fatto la storia della SBE, ma allo stesso tempo come una collana economica, rivolta ai nostalgici ed ai neofiti.

Zagor Classic fa il suo esordio con La Foresta degli Agguati, riproposizione di quella prima avventura a Darkwood pubblicata nel 1961, e realizzata da Guido Nolitta (ovvero Sergio Bonelli) e Gallieno Ferri. In questa storia assistiamo al primo incontro tra Zagor e Cico, il quale viene attaccato, mentre sta risalendo il fiume con i propri compagni, da un gruppo d’indiani. Cico sarebbe destinato alla tortura ed alla morte, ma sarà lo stesso  Spirito con la Scure a salvargli la vita ed a prenderlo con sé.

Il Zagor proposto in questa prima storia ha in sé tutte le caratteristiche del personaggio iconico che conosciamo: avventuroso, scanzonato, e che non teme affatto gli avversari. Dall’altra parte vediamo un Cico un po’ più tridimensionale. Nel corso dei decenni il panciuto messicano è divenuto sempre più macchiettistico (ispirando altre celebri spalle bonelliane come il Groucho di Dylan Dog), mentre in questa prima avventura a Darkwood, almeno inizialmente, sembra dimostrare una personalità che va anche oltre la parte di semplice personaggio umoristico. Anzi, sarà lo stesso Cico a salvare Zagor in un momento veramente difficile della storia.

Intrigante è anche il fatto che Guido Nolitta presenti inizialmente l’eroe di Darkwood come una sorta di spirito della foresta, capace d’incutere terrore in coloro che si aggirano per quelle terre. Ma, come farà notare lo stesso Zagor ad un certo punto del fumetto, è lui stesso che alimenta questo tipo di visione, per incutere timore nei potenziali nemici.

La scrittura di Nolitta, nonostante mostri qualche ovvio segno del tempo, fa notare una differenza di base rispetto al Gianluigi Bonelli inventore di Tex: Sergio Bonelli (alias Guido Nolitta), a confronto con il padre, preferisce optare per dei dialoghi meno secchi e taglienti (leggendo i primi albi di Tex invece si può notare una scrittura così matura e moderna rispetto ai tempi da risultare sorprendente), aderendo ai canoni di fumetto della Silver Age. Zagor, infatti, potrebbe essere considerato una controparte italiana di quei fumetti americani che nei primi anni Sessanta si caratterizzavano (soprattutto in casa DC Comics) per un tono meno serioso, infarcito con tanta avventura, e soprattutto contornati da tocchi di genere: dall’horror, al fantasy alla fantascienza.

Come ben sanno gli appassionati di Zagor, lo Spirito con la Scure, pur vivendo nel Nord degli Stati Uniti ottocenteschi, non ha propriamente il western come genere di riferimento. La caratteristica principale di Zagor è quella di vivere storie avventurose, declinate con il fantasy (Sergio Bonelli diceva che era opportuno inserire una storia fantasy ogni tre albi), la fantascienza e l’horror. Tutto questo ha permesso al geniale Nolitta di portare lo Spirito con la Scure in luoghi remoti, e di confrontarsi con personaggi ispirati alla cultura popolare dell’epoca (il vampiro Bela Rakosi, tanto per citarne uno, si rifà chiaramente al Dracula della Hammer di Christopher Lee).

I testi e le idee di  Nolitta sono impreziositi da un Gallieno Ferri, che è divenuto il disegnatore principale di Zagor, e che, nonostante aderisca al tratto di Aurelio Galeppini, riesce a caratterizzarsi per una dinamicità che esalta le scene d’azione, e la base avventuresca del personaggio.

Insomma, questo primo albo di Zagor Classic è un tuffo nel passato, ed un’opportunità per approcciarsi alla base dell’eroe di Darkwood. Una ristampa albo per albo, in un formato da edicola (da ottanta pagine) nel più classico stile bonelliano, è una grande opportunità per tutti gli amanti dell’eroe di Darkwood, e della storia della SBE, per approcciarsi ad un passato che continua a nutrire il futuro.

Perché, se da una parte la Sergio Bonelli  Editore si sta proiettando nel futuro con una nuova etichetta (l’Audace), con nuovi titoli (il successo di Orfani dà un’idea del potenziale delle nuove idee partorite dalla casa di via Buonarroti), e con collaborazioni clamorose (addirittura lo stesso Zagor sarà protagonista di un crossover con Flash per la DC Comics). Dall’altro lato la Bonelli sta continuando a portare avanti un’operazione di riscoperta della propria storia editoriale che trova in Zagor Classic ed in Tex Classic i simboli di un’avventura capace di partorire delle vere e proprie icone della letteratura contemporanea.

Perché la Sergio Bonelli Editore, è  stata la casa editrice italiana capace di produrre negli ultimi settant’anni il maggior numero di personaggi proiettati all’interno della cultura popolare. E se il fumetto oggi ha ottenuto una vera e propria dignità letteraria, unendo il popolare con l’autoriale, in Italia buona parte del merito va alla casa editrice di via Buonarroti, ed ai suoi personaggi. Come lo Spirito con la Scure.

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