Gaugin a Thaiti – Il paradiso perduto | Recensione

Pubblicato il 18 Marzo 2019 alle 15:00

Un film che ripercorre un viaggio, fisico e spirituale, del grande artista francese alla ricerca di una purezza primordiale per la sua ispirazione artistica.

Da una nuova collaborazione con Sky Arte,3D Produzioni e Nexo Digital propone nelle sale una nuova pellicola della Grande Arte al Cinema, questa volta raccontando il travagliato viaggio, fisico e spirituale, dell’artista francese Paul Gaugin.  Con la partecipazione straordinaria di Adriano Giannini (a fare da narratore della grande storia raccontata per immagini), diretto da Claudio Poli, su soggetto di Marco Goldin e Matteo Moneta e con una colonna sonora originale firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino, Gaughin a Thaiti. Il Paradiso Perduto immerge lo spettatore in uno spettacolo visivo tra arte e natura.

IL SELVAGGIO

Gaugin a Thaiti. Il Paradiso Perduto si focalizza ovviamente sulla spinta data all’ispirazione artistica di Gaugin dai ruoli incontaminati di Thaiti, ma risulta essere a tutto tondo la storia, raccontata attraverso i quadri (conservati al Metropolitan Museum di New York, al Chicago Art Institute di Chicago, alla National Gallery of Art di Whasington e al Museum of Fine Arts di Boston) della movimentata vita dell’autore parigino. Schiacciato dalla routine e dall’agiata vita borghese, Gaugin decide di dedicarsi all’arte accrescendo sempre di più la sua tecnica e per questo, parallelamente, segnando un distacco (che arriverà poi ad essere ormai insormontabile) tra la sua personalità e la società moderna.

Sin dal primo viaggio sulla costa bretone, la volontà di Paul è quella di lasciarsi alle spalle una società conformista per abbracciare, finalmente, un’ ancestrale nuova forma di pittura che “bussa” dentro di lui dai più remoti confini del suo essere. La rottura totale col mondo “civilizzato” e con l’arte impressionista verrà definitivamente segnata col primo viaggio a Thaiti e, ancora di più, con il secondo, ultimo e definitivo: il paesaggio thaitiano, i corpi nudi, autentici, seducenti e incontaminati delle donne del posto, saranno gli elementi che lo porteranno a perseverare, nonostante le difficoltà economiche e di salute, nell’intento di consegnare al mondo un nuovo modo di vedere, e di fare, arte.

UN LUPO NEL BOSCO

La vita di un’artista come Paul Gaugin si presta, per i suoi caratteri avventurosi e rivoluzionari, ad un adattamento cinematografico e l’ormai collaudato metodo narrativo dei film della  Grande Arte al Cinema continua a non deludere: con un rigoroso percorso a tappe, unito insieme da contenuti esclusivi, frammenti di scritti di Gaugin e interventi dei più grandi studiosi del mondo dell’artista (come Mary Morton, curatrice alla National Gallery of Art di Washington, Gloria Groom,curatrice all’Art Institute di Chicago, Judy Sund, docente della New York City University, Belinda Thomson, massima esperta di Gauguin, David Haziot, autore della più aggiornata e accreditata biografia su Gauguin) lo spettatore gode puramente delle opere, il cui valore è enfatizzato dal focus sui paesaggi che le hanno ispirate (magnifiche le riprese sulla costa bretone e, ancora di più, della Polinesia francese) e da una colonna sonora sublime. Grazie a inserti teorici ed evocazioni visive e musicali, lo spettatore si trova catapultato nell’ispirazione artistica di Gaugin, entrando a 360° a contatto con uno tra i maggiori interpreti del post-impressionismo.

“Verrà un giorno, e presto, in cui mi rifugerò nella foresta in un’isola dell’Oceano a vivere d’arte, seguendo in pace la mia ispirazione. Circondato da una nuova famiglia, lontano da questa lotta europea per il denaro. A Tahiti, nel silenzio delle notti tropicali, potrò ascoltare il ritmo dolce e suadente del mio cuore in armonia con le presenze misteriose che mi circondano. Libero, senza problemi di denaro, potrò amare, cantare, morire”  si legge in una lettera dell’autore alla moglie  Mette e, questa intensa pulsazione interiore, trasuda dallo schermo lasciando lo spettatore travolto, emozionalmente, da una grande e intensa personalità.

 

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