Tex – L’Uomo dalle Pistole d’Oro | Recensione
Pubblicato il 11 Marzo 2019 alle 14:00
La nono uscita della collana Tex Romanzi a Fumetti ci fa vivere una avventura in Texas in cui Tex fa coppia con l’inossidabile Kit Carson per una avventura le cui radici affondano nella guerra contro il Messico.
Dopo aver salutato il 2018 con l’ottimo Tex – Cinnamon Wells firmato dal leggendario Chuck Dixon – la nostra recensione QUI – la prima uscita del 2019 per Tex Romanzi a Fumetti è intitolata Tex – L’Uomo dalle Pistole d’Oro e vede il debutto sulla collana di uno degli autori veterani del Ranger di casa Bonelli ovvero Pasquale Ruju che viene affiancato da un disegnatore di primaria grandezza nel panorama del fumetto mondiale, attivo soprattutto in Francia e negli USA, ovvero il serbo r.m. Guéra conosciuto dai lettori di comics soprattutto per aver illustrato Scalped, serie noir uscita ormai più di un decennio fa per Vertigo.
La Guerra Civile è terminata da poco, Tex e Kit Carson cavalcano in Texas e giunti al limitare delle terre di uno dei vecchi compagni di Carson si imbattono in un massacro di uomini e capi di bestiame. L’unico sopravvisuto, prima di spirare, confessa ai due ranger un particolare sull’uomo che ha fatto la strage… portava due pistole d’oro.
Dopo aver seppellito l’amico, Carson confessa a Tex di sapere chi è l’uomo che ha compiuto il massacro. Si tratta del bandido Juan Gonzales che anni prima era stato una spina del fianco dell’esercito americano nella guerra contro il Messico tanto da richiedere l’aiuto del corpo dei rangers, da poco formatosi, per stanarlo ed eliminarlo.
Gonzales è tornato dall’inferno e Carson capisce subito che la sua è una missione di vendetta. Inizia così una corsa contro il tempo per salvare gli uomini che anni prima aveva acciuffato Gonzales e ucciso i suoi fratelli.
Il finale sarà ovviamente costellato da una pioggia di proiettili.
A dispetto dello spirito “sperimentale” della collana – la stessa che ha dati i natali ad esempio al Tex di Serpieri ed ha aperto la strada al filone narrativo del giovane Tex che sta riscuotendo ottimi riscontri – Tex – L’Uomo dalle Pistole d’Oro è una storia classicamente texiana per incipit e svolgimento. Questo, lungi dall’essere assolutamente un difetto, permette all’autore Pasquale Ruju di muoversi con sicurezza concentrandosi dapprima nel dare un background meno scontato alle vicende – alla classica Guerra Civile viene sostituita quella contro il Messico, pagina meno decantata della storia dell’ovest americano, e poi nel costruire il villain Juan Gonzales credibilissimo tanto nella sua vendetta quanto nel suo bizzarro marchio di fabbrica.
Ruju tratteggia quindi un Tex taciturno e risoluto, simile alla incarnazione originale del compianto Guido Nolitta, che fa da contraltare ad un Carson vero motore del plot e anche lui estremamente coriaceo.
C’è tanta, tanta azione in questo volume il che rende la lettura piacevolmente tesa in un crescendo che sfocia, ovviamente, nel confronto finale a tre fra Carson, Tex e Gonzales.
Se Ruju costruisce una trama solida, r.m. Guéra colpisce di fioretto cesellando una parte grafica superba. Il disegnatore serbo, assolutamente non nuovo al genere western, è particolarmente a suo agio con le atmosfere di frontiera regalando tavole tanto dinamiche quanto evocative, ricche di particolare e, come suo marchio di fabbrica, particolarmente attente alla prossemica e all’espressività.
Il tratto è spesso, con le chine che riempiono pesantemente, donando al tutto uno stile realistico e fortemente debitore di una certa scuola chiaroscurale europea. La tavola è gioca sia con una impostazione semplice sullo stile americano sia con gli inserti e i panel ampi e orizzontali senza mai risultare ingolfata.
Nota di merito anche ai colori di Giulia Brusco che impreziosisce il tutto non solo con una paletta che si adatta ai paesaggi texani ora più desertici ora più “urbani” ma anche con un uso della luce magistrale che rende le tavole estremamente vibranti.
Piccola curiosità: Guéra sembra rifarsi, per le fattezze di Tex, a quello disegnato dal grande Joe Kubert per il mitico “texone” del 2001 Il Cavaliere Solitario.
Pur muovendosi nel solco della più pura tradizione texiana Tex – L’Uomo dalle Pistole d’Oro è un volume che saprà intrattenere anche i lettori “più giovani” grazie ad una sceneggiatura solida condita da un’ottima dose d’azione e alle magistrali matite di un disegnatore sicuramente lontano dai tratti che solitamente vediamo illustrare le avventure del Ranger.
Questa collana gode decisamente di ottima salute varrebbe quindi la pena azzardare l’ipotesi che, visto il prezzo non proibitivo e l’ottimo responso di critica e pubblico, la sua periodicità potrebbe passare da semestrale a quadrimestrale magari portando nuovi talenti italiani e stranieri a cimentarsi con Tex in un formato che per pagine e contenuti sarebbe svincolato dalle logiche delle serie regolari.