Dragonero – Avventura a Darkwood | Recensione
Pubblicato il 8 Marzo 2019 alle 11:00
Un team-up che incrocia fantasy ed avventura con due protagonisti d’eccezione: Dragonero e Zagor.
La Sergio Bonelli Editore ha da poco tempo tirato fuori una parte del proprio potenziale con i crossover ed i team-up (in cui abbiamo soprattutto visto coinvolto Dylan Dog assieme a personaggi quali Dampyr e Morgan Lost). Ma nel 2015 la SBE realizzò un team-up tra Zagor e Dragonero che viene riproposto in questo periodo (in coincidenza con il Cartoomics), in un’edizione pregiata, e con la probabile intenzione di sottolineare che questa strada continuerà ad essere battuta sempre più spesso dalla casa editrice di Via Buonarroti.
Avventura a Darkwood vede Dragonero e Gmor catapultati nelle terre di Zagor, per effetto di un piano escogitato da Oram Thais, il tecnocrate rinnegato che vuole scatenare i Ghoul contro l’Impero. Zagor e Cico supporteranno Dragonero e Gmor in questa battaglia contro il male.
Diciamo subito che i team-up spesso sono delle ciambelle che non escono col buco. Dover far coesistere due personaggi protagonisti in una storia capace di rispettare entrambe le anime a volte rischia di far restare uno dei due sullo sfondo, o magari di non riuscire affatto a creare l’amalgama. Nonostante l’Universo di Dragonero si presti bene ad un mash-up con il Mondo di Zagor, in questa storia Stefano Vietti cerca di mostrare il più possibile l’ambiente in cui vive Ian Aranill assieme ai suoi compagni. La storia prende come protagonisti personaggi dell’universo di Dragonero, mentre Zagor e Cico fanno perlopiù da supporto a Ian, Gmor e Myrva.
Ciò non vuol dire che la storia non sia godibile, o che sacrifichi spazio ad un personaggio a discapito dell’altro. Semplicemente segue un canovaccio impostato con un cattivo proveniente dall’universo di Dragonero, e che quindi confluisce perlopiù in quel tipo di ambiente.
Sicuramente le 140 pagine utilizzate per raccontare la storia non riescono a compensare tutto il potenziale narrativo di Zagor e Dragonero (ma non ne sarebbero bastate neanche 200). Ma si ha comunque la sensazione che ci sia un qualcosa d’inespresso che depotenzia un po’ i personaggi.
I disegni di Walter Venturi sono invece capaci di conciliare le due anime dei protagonisti. La freschezza di Dragonero riesce ad adattarsi anche allo stile più classico di Zagor. Ed a dare ulteriore vivacità ci sono i colori di GFB Comics.
L’intervista finale, a corredo del volume, fatta a Stefano Vietti (uno dei creatori di Dragonero) ed a Moreno Burattini (curatore di Zagor) è un altro piccolo tassello per suggellare il team-up tra i due eroi. Le dinamiche di questo tipo di storie hanno bisogno di lasciare spazio a entrambi i protagonisti, e di fare in modo che la causa dell’uno e dell’altro coincida. L’obiettivo finale è potenziare due personaggi nutrendoli e alimentandoli reciprocamente.
Avventura a Darkwood forse non riesce ad esprimere a pieno il potenziale di Zagor e Dragonero, ma è stato sicuramente un buon punto di partenza per inaugurare un’abitudine che la Sergio Bonelli Editore ha consolidato negli anni, e che ha portato addirittura ad un’incredibile collaborazione con la super casa editrice americana DC Comics.
Insomma, se volete esplorare parte del potenziale di due dei più grandi personaggi della SBE, e se volete leggere uno dei primi fumetti nei quali la casa editrice di Via Buonarroti ha provato a sperimentare l’operazione del team-up Avventura a Darkwood, è il volume giusto.