One Piece: World Seekeer, l’evoluzione del genere GDR nel franchise
Pubblicato il 21 Marzo 2019 alle 11:00
Fin dal suo lontano esordio nel mondo dei manga, il famosissimo franchise di One Piece è stato da subito accompagnato da un ricco supporto videoludico. Da pochi giorni è uscito One Piece: World Seeker che segnerà un nuovo metro di paragone per il franchise ma anche per l’intero genere dei giochi di ruolo open world.
Come tutti sapranno da pochi giorni è uscito One Piece: World Seeker, un videogame open world di genere gioco di ruolo, sviluppato da Gambarion e prodotto da Bandai Namco Entertainment per PlayStation 4, Xbox One e Microsoft Windows. L’aspetto open world è la prima volta che viene inserito in un gioco di questo franchise, mentre la componente gioco di ruolo non è affatto nuova alla serie One Piece. Quello che vi proponiamo oggi è infatti un lungo viaggio nel tempo a ripercorrere tutti i giochi di questo genere che hanno segnato i passi necessari per arrivare al recente capolavoro di casa Bandai.
Partiamo proprio dall’inizio, infatti il primo gioco di One Piece è anche il primo titolo di genere GDR uscito per il franchise. Stiamo parlando di One Piece: Mezase Kaizoku Ou!, videogioco uscito solo in Giappone, per WonderSwan, una console che in occidente non è mai sbarcata. Questo titolo è stato pubblicato nel lontano 2000 da Bandai e con la storia che ricalca abbastanza fedelmente la trama di One Piece dall’inizio sino all’arco narrativo di Rogue Town e del film One Piece: Per tutto l’oro del mondo.
Come si può vedere nel video sottostante il gioco segue lo stile dei titoli che si vedevano all’epoca con un’esplorazione della mappa suddivisa a quadrettoni con la nostra fedele ciurma per sconfiggere tutti i più temibili boss della saga.
L’anno successivo, nel 2001, uscì One Piece: Yume no Rufi Kaizoku dan Tanjou!, altro titolo uscito esclusivamente in Giappone ma questa volta per Game Boy Color edito da Banpresto e sviluppato da Alpha Unit. Questo gioco ricorda molto i primi Pokèmon usciti su Game Boy, ma con delle meccaniche un po’ diverse, come si evince dal video qui di seguito. La trama copre l’arco narrativo del Mare Orientale, dall’inizio sino ad Arlong, con alcune variazioni presenti nella serie animata.
Sempre nel 2001, con One Piece: Tobidase Kaizokudan!, il franchise sbarca anche su console di casa, con questo titolo pubblicato e sviluppato da Bandai per PlayStation, ma anche questa volta il gioco non è stato distribuito al di fuori del Giappone. La trama del videogioco non segue le vicende dell’anime infatti, si avranno a disposizione dei nuovi personaggi supportati dalla mitica ciurma di Cappello di Paglia per affrontare delle battaglie con i nemici storici come i pirati di Albida, la ciurma di Bagy, Smoker e altri.
Ancora nel 2001 esce un altro gioco, questa volta per console portatile, chiamato One Piece: Niji no Shima Densetsu, anch’esso pubblicato esclusivamente in Giappone, per WonderSwan Color, prodotto e sviluppato da Bandai. La trama si svolge nel periodo antecedente alla saga della Baroque Works e si possono usare tutti i componenti della ciurma di Cappello di Paglia, incluso uno nuovo di nome Dias, che ha come arma un boomerang. Per ogni scontro però dovremo decidere di combattere con un massimo di tre personaggi per volta.
L’anno successivo esce One Piece: Maboroshi no Grand Line Boukenki pubblicato da Banpresto e sviluppato da Alpha Unit, per Game Boy Color, anche questo titolo ha visto l’uscita esclusivamente in Giappone. La trama copre l’arco narrativo dell’anime dall’inizio della storia fino a Whiskey Peak, inclusa la storia di Apis, non presente nel manga, ed ha un sistema di gioco molto simile a quello di One Piece: Yume no Rufi Kaizoku dan Tanjou!.
Sempre nel 2002 esce anche One Piece: Big Secret Treasure of the Seven Phantom Islands, disponibile solo in Giappone, per Game Boy Advance, sviluppato da Banpresto e pubblicato da Bandai Namco Entertainment. In questo titolo Rufy ed il suo equipaggio si dovranno scontrare con Simon, un temibile boss che ha ingerito il frutto Paper Paper della categoria Rogia, che gli consente di trasformarsi in carta.
Il gameplay ci vede a vagare tra le diverse isole con Rufy e la sua ciurma alla ricerca degli altri membri dell’equipaggio. Per ogni scontro dovremo scegliere tre personaggi con cui combattere su dei campi di battaglia a griglia, dove si fronteggiano i due schieramenti e si può decidere di attaccare l’avversario o colpire ostacoli sul campo di battaglia per danneggiare il nemico.
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Nel 2003 vede la luce un nuovo videogame sempre di genere GDR e questa volta per home console, si tratta di One Piece: Ocean’s Dream, sviluppato da Sing e Q Entertainment e pubblicato da Namco Bandai uscito per PlayStation, con la possibilità di giocare sia in singolo che in multiplayer.
La trama è del tutto originale e non ha collegamenti con il manga e l’anime e vede tutta la ciurma del Cappello di Paglia perdere la memoria, fatta eccezione per Nico Robin. Alla donna spetta dunque il difficile compito di evitare che il gruppo si disgreghi, aiutare i suoi amici a riottenere i loro ricordi e scoprire la causa della loro misteriosa perdita di memoria.
Il genere GDR trova nuova linfa vitale nel franchise con One Piece: Round the Land, sviluppato da Bandai per la PlayStation 2, uscito anche in Europa nel 2004. Questo gioco è caratterizzato da una storia originale e del frutto del diavolo Mini Mini no Mi mangiato da Blyue, il boss finale del gioco con cui dovremo scontrarci per completarlo. Il potere che gli da questo frutto è quello di poter ridurre le sue dimensioni corporee. Il gioco si presenza come un platform 3D a scorrimento laterale, dove potremo scegliere uno qualsiasi dei personaggi della ciurma di cappello di paglia, con cui completare ogni area sfida comprese tra la Saga del mare blu a Skypiea.
L’anno successivo per console portatili esce One Piece: Dragon Dream pubblicato e sviluppato da Bandai per Game Boy Advance, sequel di One Piece: Ocean’s Dream, e presenta diverse analogie con quest’ultimo, a partire dalla modalità di gioco e la trama, con la sostanziale differenza nella grafica di gioco.
One Piece: Romance Dawn è l’ultimo titolo del franchise One Piece ad avere dei marcati elementi di gioco di ruolo presenti nel titolo. È stato sviluppato e pubblicato da Bandai Namco per PlayStation Portable nel 2012 in esclusiva per il mercato giapponese, per poi uscire l’anno successivo per Nintendo 3DS sia in Giappone che in Europa.
Il gameplay è quello tipico del gioco a piattaforme, con combattimenti a turno in cui di volta in volta potremo scegliere la mossa da utilizzare ed ogni vittoria ci consentirà di accumulare esperienza per il prossimo scontro. La trama invece copre l’arco narrativo che va dall’inizio di One Piece fino alla battaglia di Marineford.
Siamo infine arrivati ai giorni nostri con il meraviglioso One Piece: World Seeker, che ha fatto tesoro di tutta l’esperienza maturata nei quasi vent’anni di vita nel mondo dei videogames. Ha tratto infatti spunto da tutti i giochi sopra elencati, ma ha segnato anche un deciso balzo in avanti rispetto al genere gioco di ruolo, implementando l’ormai diffusissima caratteristica dell’open world che ha reso tanto famosi altri titolo di questo genere.
Per chi ancora non avesse provato il gioco ma avesse giocato ad uno dei titoli che vi abbiamo menzionato in questo articolo, vi possiamo assicurare che il divertimento vissuto nel passato è ancor maggiore in questo nuovo titolo targato Bandai Namco e siamo certi che in futuro verrà visto come una pietra miliare del genere, segnando anche un punto di paragone per tutti i franchise tratti da anime e manga.