Dampyr 228 – La Serva | Recensione

Pubblicato il 6 Marzo 2019 alle 11:00

La contessa Dracula e la ruvida voce narrativa del detective Farkas protagonisti di questo nuovo albo dampyriano.

Erszbeth Bathory è conosciuta anche come la contessa Dracula, si tratta di un personaggio realmente esistito che nella seconda metà del Cinquecento si fece conoscere per il suo sadismo, e per l’ossessione nei confronti di giovani donne, che amava torturare e uccidere. Il numero delle uccisioni fatte dalla contessa Bathory e dai suoi servi secondo alcuni calcoli arriverebbe fino a 650, cifra che la renderebbe la più grande serial killer di sempre. 

Tra i suoi servitori più fedeli c’era Dorothea, conosciuta come Dorka. Proprio questo personaggio è stato messo al centro dell’ultimo albo di Dampyr e reso il nuovo nemico di Harlan Draka. La Serva è ambientato a Budapest, città nella quale vive il detective privato Vilmos Farkas: un uomo che ricorda alcuni personaggi tratti dalle più classiche storie noir.

E proprio la voce narrante di Farkas ci fa attraversare una Budapest decadente, ricca di delinquenza e orrore, nella quale Dampyr e i suoi compagni giungeranno per mettere fine ad una escalation di morti che si ricollega alle vicende della contessa Bathory, e della sua serva.

Antonio Zamberletti, autore del soggetto e della sceneggiatura dell’albo, ha confezionato una storia intrigante, che riesce a spostarsi dai canoni tipici delle storie di Harlan Draka, per farci entrare in un fumetto a forti tinte crime, thriller, drammatiche, ed ovviamente horror. Si tratta di generi letterari che fino ad ora abbiamo già visto su questa serie, ma non declinati così come Zamberletti ha fatto in La Serva.

Dampyr, Mangaforever Dampyr, Mangaforever

In questo albo infatti la ruvidità narrativa e dei personaggi è molto più tangibile, ed il realismo descrittivo di una Budapest difficile da vivere, trasmessoci dal detective Farkas è un piccolo gioiello narrativo. Si respira aria di storie alla Gomorra, cosa piuttosto atipica per i fumetti di Dampyr.

Ma, nonostante questo, il collegamento col passato, e con le vicende della contessa Bathory è abbastanza sinergico, e offre sprazzi di suggestioni alla Hammer Horror, che non possono far altro che compiacere gli appassionati dampyriani.

I disegni di Fabrizio Russo marcano molto la china, ed hanno un tratto irregolare, riuscendo a dare le giuste suggestioni sia per l’ambientazione Cinquecentesca, sia per gli scenari della Budapest contemporanea.

La Serva è una variante sul tema che riesce a spezzare bene con le storie di Dampyr che siamo solitamente abituati a leggere. In questo albo, nonostante si sia sfruttato un personaggio storico come Erszbeth Bathory, ciò che prevale su tutto il resto è quella grande e profonda voce narrante del detective Farkas.

Il punto di vista di un personaggio così forte riesce persino a mettere un po’ in secondo piano lo stesso Harlan Draka, offrendo comunque un buon bilanciamento tra i vari personaggi. Ma le didascalie di Farkas sono uno squarcio di luce che illumina la serie in maniera quasi inedita. Un esperimento che ci auguriamo possa ripetersi per regalarci ancora una volta una voce narrante ruvida, e con una storia profonda da raccontare ai lettori dampyriani.

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