Neo Faust di Tezuka Osamu | Recensione

Pubblicato il 4 Marzo 2019 alle 14:00

La Osamushi Collection di J-POP ci porta una versione in salsa Tezuka dell’uomo che vendette l’anima.

Siamo nel febbraio 1970 e il professor Ichinoseki è un luminare, ora piuttosto in ombra, della NG, una università che è attraversata dalle contestazioni studentesche di quegli anni. Ma il professore è molto depresso anche perchè, nonostante l’età, non è risucito ancora a svelare la verità dell’universo. L’uomo pensa quindi al suicidio, ma proprio allora appare una demone che gli propone un patto. Il professore però non chiede la conoscenza, ma di dargli una nuova vita, e lei accetta la sua richiesta, stipulando un contratto firmato con il sangue con lui. La demone lo riporta al passato, al 1958, e gli fa prendere una droga rigenerante a base di feto che lo trasforma in un giovane bello e affascinante, ma che non ricorda chi è o come è arrivato là. Per cominciare una nuova vita, tuttavia, è necessario cogliere una occasione favorevole e questa si presenta, grazie all’intervento del diavolo, salvando la vita a Sakane Daizo, proprietario di varie imprese e uomo politicamente molto potente, che prenderà sotto la sua protezione il ragazzo chiamandolo “Daiichi“. Da qui cominciano le avventure del nuovo Ichinoseki.

Come avrete capito Tezuka ci dà con questo manga una sua versione del celebre racconto popolare tedesco con protagonista il Doktor Faust, reso poi celebre dall’opera di Goethe, che appunto vendette la sua anima al diavolo in cambio della conoscenza. In questo manga del 1980 Tezuka riprende un tema che aveva già affrontato nei decenni precedenti, regalandoci un manga che a dispetto degli anni passati è moderno ed attuale come pochi altri.

Qui Tezuka, infatti, crea una trama che gioca con i salti temporali, riuscendo a creare una sceneggiattura imprevista ed imprevedibile che non potrà che appassionare il lettore. Il tutto arricchito da personaggi affascinanti, non solo il professor Ichinoseki, che ha dato la vita alla scienza, ma alla fine della stessa vede che il sacrificio potrebbe essere stato vano; ma anche la demone Mefisto, che si vede innamorata del nuovo e giovane professore e che non riesce a non manifestare una certa gelosia nei confronti delle ragazze con cui Ichinoseki si trova a relazionarsi. Per non parlare del giovane professore, che dovrà fare i conti con la propria coscienza e, alla fine della prima parte, si troverà a vivere una contraddizione con se stesso.

Tezuka, dunque, ci regala una sua versione di Faust che racconta, adattandola al tempo ed alla società giapponesi, la crisi di valori di una società senza certezze e che cerca nel piacere temporaneo un momento per dimenticare la corruzione e la sporcizia in cui si è immersi, ma anche il grande dubbio che ci attanaglia sempre: essere riusciti a realizzare qualcosa nella vita per essere ricordati.

L’unica pecca dell’opera è che è incompiuta: la prima parte di Neo Faust è stata infatti pubblicata tra gennaio e novembre 1988, seguita dalla seconda, iniziata nel dicembre di quello stesso anno. Purtroppo, nel febbraio del 1989, la morte di Osamu Tezuka lasciò incompiuta l’opera. Tuttavia la prima parte, che comprende una prima conclusione della vicenda (la seconda parte infatti è ambientata decenni dopo la conclusione della prima), merita già l’acquisto del volume per il valore della storia raccontata e, soprattutto, per come viene raccontata.

 

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