Star Trek: Discovery 2×07 – Light and Shadows | Recensione
Pubblicato il 2 Marzo 2019 alle 16:00
Mentre Burnham si reca su Vulcan in cerca di notizie su Spock, la Discovery affronta una distorsione spazio-temporale.
La lunga digressione con protagonista Saru rappresentata dall’episodio della scorsa settimana di Star Trek: Discovery – la nostra recensione QUI – incentrata sull’evoluzione e sulla lotta per la sopravvivenza delle due razze che abitano il pianeta Kaminar era culminata con l’intervento del Red Angel che aveva salvato sia Saru e sua sorella che il pianeta permettendo allo stesso kelpiano di osservarlo da vicino. Saru aveva quindi rivelato che il Red Angel era non solo di forma effettivamente umanoide ma che indossava una sorta di tuta o esoscheletro; questo dettaglio unito ai pochi avvistamenti e alle precedenti interazioni della Discovery aveva delineato un quadro preoccupante: il Red Angel era qualcuno in grado di muoversi nello spazio-tempo.
Con queste premesse parte l’episodio di questa settimana intitolato Light and Shadows. Rintracciare Spock prima che lo faccia la Section 31 è diventato di primaria importanza perciò Burnham chiede a Pike il permesso per recarsi su Vulcan ufficialmente per motivi personali, ufficiosamente per interrogare la madre che si era già messa sulle tracce del figlio.
La Discovery intanto, ancora in orbita intorno a Kaminar, viene attirata da una distorsione spazio-temporale. Pike decide quindi di pilotare personalmente, insieme a Tyler, lo shuttle che avvicinandosi alla distorsione deve materialmente lanciare la sonda, come facilmente intuibile lo shuttle viene imbrigliato in un loop temporale.
Su Vulcan intanto Burnham scopre che la madre ha dato asilo ad uno Spock in profonda crisi e con il benestare del padre lo porta con sé informando la Section 31.
Sulla Discovery intanto si cerca di recuperare la shuttle ma come localizzarlo in un loop spazio-temporale? Sarà Stamets ad essere di aiuto grazie al DNA del Tardigrade immune alle distorsioni. Il salvataggio però non sarà facile: la stessa sonda lanciata è tornata indietro “invecchiata” di 500 anni e modificata come arma d’offesa. La sonda inizia così a rovistare nei computer della Discovery salendo letteralmente a bordo.
La Section 31 intanto è intenzionata a fare sue le informazioni di Spock, la Georgiou “suggerisce” quindi a Burnham di portare via il fratello prima che sia troppo tardi.
Light and Shadows per forma e sostanza è appendice, e quasi il “vero” finale, dell’episodio della scorsa settimana.
L’episodio viene diviso in due filoni narrativi distinti, da un lato Burnham e Spock – in cui si concentra maggiormente la parte drama – e dall’altra invece prettamente sci-fi con protagonisti Pike e Tyler sostanzialmente invece porta avanti la trama principale della stagione.
Questo soluzione permette di confezionare un episodio teso e dal ritmo incalzante ma soprattutto privo di fronzoli che tematicamente elimina tutte quelle suggestioni mistiche dei primi episodi rafforzando invece la componente sci-fi del Red Angel strappando idealmente più di una pagina dall’approccio di J.J. Abrams al franchise.
E’ sempre un piacere vedere Pike in azione grazie all’ottima interpretazione di un Anson Mount sempre molto guascone mentre soffre un po’ Sonequa Martin-Green quando la sua Burnham deve cedere alle emozioni risultando imballata.
Light and Shadows è un episodio asciutto – dura solo 40 minuti – e traccia una ideale linea demarcazione soprattutto per il “villain” Red Angel che per fortuna abbandona le velleità mistiche in favore di un risvolto sci-fi semplice ma sempre efficace nel cui sviluppo sta tutta la buona riuscita della stagione.