Doom Patrol 1×03 – Puppet Patrol | Recensione
Pubblicato il 2 Marzo 2019 alle 14:00
La Doom Patrol intraprende un viaggio alla scoperta di indizi su Mr. Nobody e su Chief.
Con l’episodio della scorsa settimana – la nostra recensione QUI – Doom Patrol aveva aggiunto un importante tassello al suo mosaico: Victor Stone aka Cyborg. Il giovane eroe era giunto a Cloverton, Ohio, per indagare sulla bizzarra devastazione della piccola cittadina e sull’esordio dei “protetti” di Niles Caulder. Appresa della scomparsa di Chief, Cyborg aveva faticosamente portato avanti delle indagine pur scontrandosi con la riluttanza di Larry e Rita.
L’unico indizio era il misterioso asinello rimasto a vagare per la cittadina il quale di tutta risposta aveva vomitato Jane – l’unica corsa a salvare Caulder durante i disordini della città – Victor e Cliff avevano quindi ipotizzato che l’animale non era altro che un portale per un’altra dimensione.
Convinta Rita ad andare in avanscoperta, gli altri vi erano stati risucchiati facendo conoscenza con il villain della storia: Mr. Nobody. Come si combatte un nemico che mette in discussione identità e verità della realtà stessa?
In questo terzo episodio, intitolato Puppet Patrol, la Doom Patrol inizia cercando nel laboratorio di Chief qualche indizio su Mr. Nobody e sull’asinello risalendo fino agli anni ’30 e all’alter-ego di Nobody ovvero Eric Morden e sul Paraguay. Victor convince la squadra ad intraprendere un improbabile viaggio in torpedone – visto il taglio dei fondi dello STAR Labs – che finisce, ovviamente, per esacerbare il malumore del bizzoso gruppo finché Flint, una delle personalità di Jane non prende il controllo, e teleporta lei, Cliff e Larry direttamente in Paraguay.
Intanto facciamo qualche piccola digressione sia sulle origini di Cyborg – leggermente diverse da quelle fumettistiche e cinematografiche più recenti – e soprattutto su quelle di Larry.
Mentre Victor e Rita rimangono bloccati, gli altri tre fanno la conoscenza di Sturmbannführer Von Fuchs, lo scienziato che avevamo conosciuto nella prima puntata e responsabile dell’esperimento su Morden. Insieme a Jane, Cliff e Larry apprendiamo però un nuovo particolare cioè che Chief aveva “ucciso” Von Fuchs mandando a monte l’esperimento su Morden essendo così in parte responsabile della creazione di Mr. Nobody.
Von Fuchs, sopravvissuto artificialmente come ogni buon scienziato nazista che si rispetti, non intende lasciar andare i tre alleati di Caulder. La battaglia di Jane e Cliff sarà brutale – scoprendo anche le origini di Jane e delle sue personalità – mentre Larry farà i conti con il suo “spirito negativo”. Il ritorno a casa sarà dolce-amaro per la squadra.
Puppet Patrol è un episodio meno brillante dei precedenti ma sicuramente non meno riuscito concentrandosi da un lato sulle origini di Cyborg e Larry Trainor e dall’altro nel proseguire in maniera organica quanto visto nell’episodio della scorsa settimana. Se nel precedente episodio la Doom Patrol era stata costretta a fare la conoscenza del villain, in questo episodio si dimostra più pro-attiva scoprendo sì alcuni nuovi dettagli sia su Nobody che su Caulder ma anche mettendo ancora di più in luce le difficoltà e i contrasti interiori dei personaggi.
Non è un caso che vengano approfondite proprio le origini di Larry, personaggio che più di tutti, ancor prima del suo bizzarro aspetto e dei suoi bizzarri poteri, nasconde una parte importante di sé quella legata cioè alla sua sessualità.
Pur con un plot tutto sommato lineare, l’episodio risulta vibrante grazie ad una regia che si concentra molto sul ritmo – inserendo cioè le varie digressioni sui personaggi al momento giusto – esaltandosi poi con l’ottima scena d’azione tanto inaspettata quanto ottimamente congegnata che mostra come la serie anche da questo punto di vista può alzare la sua proverbiale asticella.
Puppet Patrol serve quindi da un lato per unire idealmente Caulder a Nobody, mostrandone la connessione, ma anche a tracciare una linea di demarcazione netta per i personaggi: le loro origini sono tragiche e dai loro poteri sono scaturite profonde ferite psicologiche ancor prima che fisiche che ne alimentano insicurezze e indecisioni minando la loro presa sulla realtà. Jane scriverà sul finestrino del jet che la sta portando a casa “Il controllo è un’arma per fascisti” riassumendo alla perfezione la scarsa “eleganza” di questi personaggi rispetto ai blasonati eroi.
Doom Patrol continua a macinare episodi convincenti.