Mob Psycho 100 II – Episodio 8: Eppure ~ Sempre avanti ~ | Recensione

Pubblicato il 26 Febbraio 2019 alle 20:00

Mob Psycho 100 II non smette mai di stupire i suoi insaziabili fan, e questa volta la scelta narrativa giunge davvero del tutto inaspettata, sia per Shigeo che per gli spettatori.

Per la prima volta durante questa serie, l’episodio risulta spaccato in due parti nettamente distinte fra loro, creando una frattura tale da dare l’impressione di stare guardando due anime differenti pressati insieme, con un risultato a dir poco incredibile, se si considera la brevissima durata di ogni singolo episodio. Come sempre, Mob Psycho 100 II si rivela audace, coraggioso e sperimentalissimo. Non mi fraintendete, però: molto spesso ci siamo trovati di fronte a episodi molto leggeri alternati ad altri più introspettivi e dalla trama più complessa, in particolar modo in questa seconda stagione, tutta permeata dalla crescita e dalla maturazione di Shigeo sia come essere umano che come esper, ma mai come ieri le due anime di Mob Psicho 100, quella più leggera e divertente e quella più oscura, sono state accostate in modo così discordante da far risultare l’insieme affascinante come pochi altri, nella serie.

SHIGEO Vs. SAITAMA

Non può che stupire e al contempo dare soddisfazione agli appassionati il fatto che, sotto il punto di vista più strettamente narrativo, Mob Psycho 100 sia così differente da One-Punch Man. Anche i due protagonisti sembrano essere agli antipodi: mentre uno è dotato di una forza fisica mostruosa, l’altro ha la resistenza di un di un topo con l’asma, ma in compenso dispone di poteri psichici incontenibili.

Caratterialmente, poi, Saitama e Mob hanno in comune l’espressione spesso assente nei loro occhi, anche se dovuta a circostanze differenti: Saitama ha perfino fin troppa fiducia in se stesso, vista la sua forza disumana, il che lo porta a guardare con scarso interesse chiunque gli si pari davanti, mentre Shigeo ha spessissimo una espressione scazzata negli occhi, perché costretto a tenere a freno le proprie emozioni.

Anche la caratterizzazione psicologica dei due personaggi è differente, dimostrandosi molto più approfondita e accurata per Shigeo, il che è comprensibile, poiché il potere del ragazzino trae origine dalla sua mente e dalle sue emozioni, non dai suoi quasi del tutto assenti muscoli.

In poche parole, ONE è riuscito a dare vita a due personaggi per certi versi diametralmente opposti, a dare loro una identità ben precisa e dimostrandosi, dunque, un autore in grado di evolvere e mutare il proprio stile di scrittura, ma anche di disegno (ricordiamo che le meravigliose tavole di One-Punch Man sono opera di Yūsuke Murata, mentre Mob Psycho 100 è stato scritto e illustrato interamente dal solo ONE).

Tutte queste riflessioni mi sono venute in mente principalmente durante la visione dell’ultimo episodio di Mob Psycho 100 II, il quale si dimostra coerente e dalle tematiche piuttosto leggere per la stragrande maggioranza del tempo (Mob vuole arrivare fra i primi 10 atleti durante una maratona, per poter finalmente rivelare i propri sentimenti alla sua amata), per poi far ripiombare il nostro Shigeo in quel vortice di disperazione che rischia di fargli perdere il controllo, le cui conseguenze conosciamo tutti molto bene…

CRESCITA E MATURAZIONE

L’episodio si apre con una tenera scena che ci mostra due bimbi che conosciamo già: Shigeo e il suo amatissimo fratello minore Ritsu stanno giocando spensieratamente insieme, quando Mob si sbuccia un ginocchio, scoppia in lacrime e manifesta i suoi poteri, sembrerebbe per la prima volta, davanti a una famiglia più che comprensiva e per nulla terrorizzata.

A distanza di qualche anno, Shigeo si ferirà di nuovo il ginocchio durante la maratona, ma questa volta il ragazzo è molto più forte: grazie alla sua volontà incrollabile (o quasi), riesce a ignorare la ferita, il sangue e il dolore perché si è dato uno scopo. Anche Fossette, e non certo per la prima volta, riconosce quanto il suo amico esper stia crescendo e maturando proprio sotto i suoi occhi, il che lo stupisce teneramente.

Tuttavia, come già ho accennato poco fa, qualcosa avverrà negli ultimi minuti della puntata, qualcosa che potrebbe cambiare per sempre la vita e la percezione del mondo, in continua evoluzione, del giovanissimo Shigeo. Non vi voglio svelare nulla a riguardo, ma vi dirò solo che, se conoscete Devilman, le scene finali vi riporteranno alla memoria alcune delle sequenze più drammatiche e di impatto di quel capolavoro immenso che è l’opera del grandissimo Maestro Go Nagai. E se volete capire meglio di cosa parlo, allora potete dare un’occhiata al mio articolo speciale sull’argomento.

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