VS di Ivan Brandon, Esad Ribic e Nic Klein | Recensione
Pubblicato il 27 Febbraio 2019 alle 16:00
Panini Comics propone in un lussuoso cartonato VS la mini-serie sci-fi targata Image illustrata dalla superstar Esad Ribic.
Nell’imprecisato futuro in cui è ambientato VS gli equilibri socio-economici fra le nazioni/corporazioni sono gestite attraverso l’intrattenimento. Ma la competizione è tutt’altro che sportiva: la guerra è diventata la prima forma di intrattenimento con tornei/guerre in cui soldati ipertecnologici mettono la loro vita a disposizione di sponsor e potenti diventando ricchi e famosi.
In questo scenario si muove l’idolo delle masse Satta Flynn che, dopo un grave infortunio, ritorna a combattere mandano in tripudio la folla. Ben presto però Flynn si scontrerà con una nuova generazione di soldati/giocatori più preparati, meglio equipaggiati e più motivati come Devi. Improvvisamente le sue prestazioni iniziano a calare, gli sponsor iniziano a mollarlo ma qualcosa di incredibile accade: i suoi indici di gradimento non calano anzi crescono.
Questo è intollerabile per l’elite al comando che ha in mente un piano ben preciso per mantenere gli equilibri ma non ha fatto i conti con la resilienza di Flynn e di altri gladiatori come lui.
Ivan Brandon imbastisce una storia che paga pesantemente dazio ad una certa letteratura distopica di fantascienza che trova poi espressione più conosciuta per il grande pubblico in pellicole come La Fuga di Logan, Rollerball o L’Implacabile fondate in linea generale sull’assunto latino “panem et circenses” e sotteso alla descrizione delle storture di società fortemente a carattere demagogico in cui un gruppo di oligarchi tiene in scacco la massa “distraendola” dalle questioni di reale importanza.
L’autore nei primi due capitoli viaggia quindi su coordinate sicure costruendo un protagonista tosto e il suo background per poi introdurvi un’ottima antagonista ma già a metà volume qualcosa inizia a non funzionare in maniera corretta e la narrazione si fa farraginosa. Brandon non riesce a compiere una operazione di world building convincente sostanzialmente senza fornire nessuna spiegazione utile a giustificare le macchinazione alla base dell’ultimo capitolo e mezzo e lasciando al lettore troppi elementi in sospeso da collegare da solo.
Dove non arriva la sceneggiatura allora deve sopperire il comparto grafico con la coppia formata da Esad Ribic e Nic Klein che offre, quantomeno dal punto di vista visivo, una esperienza appagante seppur zavorrata dalle lacune in fase di scrittura.
Ribic con il suo stile fortemente impressionista e pittorico realizza un affresco fortemente evocativo grazie all’ampio respiro delle sue tavole che lasciano sempre presagire l’indefinita grandezza e portata dei luoghi nella più classica tradizione di una certa fantascienza anni ’70 mentre le figure sono scultoree recuperando un certo gusto per l’illustrazione di maestri come Franzetta e Arroyo. A differenza però di altri suoi colleghi che utilizzano lo stesso stile, Ribic non è mai statico grazie ad un innata plasticità delle sue figure, e ad un attenzione anatomica tipicamente di scuola americana, e riuscendo a mantenere alta l’attenzione del lettore con una tensione alimentata da una costruzione della tavola sempre ordinata ma mai prevedibile ed in cui la verticalità si alterna ad una orizzontalità che fa eco, soprattutto nelle scene d’azione, ad una certa estetica videoludica.
Il colorista Nic Klein dal canto suo non deve far altro che impreziosire questo lavoro con colori i delicatissimi di una paletta che pur mantenendo un certo realismo alimenta quel senso di fantastico e alieno tipico di questo tipo di fantascienza.
VS è un volume che soddisfa a metà. Dal punto di vista della trama purtroppo il retrogusto a fine lettura è quello di una occasione sprecata per una storia le cui premesse poteva essere senz’altro sviluppate meglio o comunque in maniera più organica, se siete fan di Esad Ribic, o più in generale del bel disegno, allora non lasciatevelo sfuggire!
Panini Comics decide di proporre la mini-serie in un lussuoso cartonato dalle dimensioni leggermente più grandi dello standard mettendo così in evidenza la superba parte grafica dell’opera ed sottolineando l’importanza che il nome di Esad Ribic riveste attualmente per il panorama fumettistico e per l’editore modenese. La cura carto-tecnica è davvero ottima, con una traduzione scorrevole ed un adattamento davvero ben congegnato, ed il volume è corredato da una breve a puntuale introduzione di Aurelio Pasini e, a fine volume, dalla solita gallery con copertine variant e bozzetti preparatori.