Doom Patrol 1×02 – Donkey Patrol | Recensione

Pubblicato il 23 Febbraio 2019 alle 13:00

Quando una intera cittadina viene rasa al suolo spetta a Victor Stone aka Cyborg indagare!

La scorsa settimana Doom Patrol aveva esordito con un episodio fulminante – la nostra recensione QUI. In quella che era stata di fatto una lunga analessi erano state presentate le origini dei personaggi principali della serie ovvero l’ex pilota professionista Cliff Steele aka il cui cervello era sopravvissuto ad un terribile incidente e allocato nel corpo robotico di Robotman, il collaudatore dell’aeronautica Larry Trainor che, venuto contatto con una misteriosa radiazione cosmica, era precipitato con il suo aereo rimanendo sfigurato e “schiavo” di qualcosa che a suo piacimento può smaterializzarsi fuori dal suo corpo, l’attrice Rita Farr che dopo un incidente sul set è mutata in una massa gelatinosa informe ed infine Crazy Jane, giovane donna afflitta da un problema di personalità multiple… oltre 60 per la precisione e non tutte assolutamente tranquille.

Questa allegra banda di reietti viveva in esilio volontario ospitata dal misterioso Chief Caulder. Quando però lo scienziato si era allontanato per qualche giorno, il gruppetto aveva deciso di compiere una gitarella in città… scatenando una vera e propria apocalisse che puzzava di scoreggia di mulo.

La loro prima apparizione pubblica infatti ha allertato un particolare nemico di vecchia data di Chief – tale Morden che avevamo conosciuto ad inizio episodio assistendo alla sua mutazione in quello che lui stesso ha definito un “cubo di rubyk” – portando devastazione in città compreso un enorme buco nero che stava inghiottendo tutti e tutto.

L’episodio di questa settimana, intitolato Donkey Patrol, riprende proprio da qui: come fermare la devastazione? Bella domanda per un gruppo di disadattati che non si ritiene eroi e a farne le spese sono Chief, risucchiato dal buco e Crazy Jane, l’unica con l’iniziativa per far qualcosa. Il risultato è la completa devastazione della cittadina di Cloverton, Ohio.

Mentre Larry e Rita sembrano riporre, forse troppa, fiducia nelle capacità di Chief e Crazy Jane, Robotman è l’unico che non si dà pace cercando di trovare qualche indizio sugli incredibili fatti accaduti. L’incidente intanto ha anche stuzzicato la curiosità di Victor Stone aka Cyborg. L’eroe metà uomo e metà macchina che opera a Detroit e più volte “corteggiato” da Niles Caulder collega e amico di suo padre ovvero Silas Stone degli STAR Labs.

Cyborg decide quindi di recarsi a Cloverton saggiando realmente per la prima volta il bizzarro mondo di Chief: Robotman che insegue il mulo… il quale innervosito vomita Crazy Jane. Dove è stata la ragazza e dove è Caulder?

I tentativi di Cyborg e Robotman di cavare qualche informazione da Crazy Jane ovviamente falliscono di fronte alle personalità multiple e aggressive della ragazza, sembra logico quindi rivolgere le attenzioni al… mulo! Come può un mulo vomitare una ragazza… forse il mulo non è un mulo ed infatti Rita, Larry e Cyborg finiscono letteralmente in un’altra dimensione.

Se decidi di iniziare un episodio con un monologo del villain che distrugge letteralmente la quarta parete citando “i fan di Grant Morrison, gli utenti Reddit, gli abbonati di DC Universe e i quattro spettatori incuriositi da un mulo scoreggiante” e lo concludi con uno dei brani più belli e struggenti di David Bowie vuol dire che hai già potenzialmente vinto e compreso pienamente lo spirito della Doom Patrol.

Donkey Patrol è questo e molto altro ma è soprattutto un episodio eccellente.

Con la scomparsa di Niles Caulder si gettano le basi semplici ma efficaci di quello che con molta probabilità sarà il filo conduttore di tutta questa prima stagione mentre si approfondiscono le origini e i poteri di Crazy Jane nella prima parte dell’episodio e quelli di Larry nella seconda parte.

Nel mezzo viene inserito Cyborg. Avendo preferito inserire Beast Boy in Titans, schowrunner e sceneggiatori avevano un po’ sorpreso tutti annunciando la presenza di Victor Stone nella serie vuoi perché il personaggio non è mai stato un membro della Doom Patrol vuoi perché solo pochi anni fa il personaggio aveva debuttato sul grande schermo, in maniera per quanto mi riguarda convincente, nello sghembo Justice League.

Tuttavia i timori riguardante l’inserimento del personaggio vengono subito dipanati grazie ad una sceneggiatura intelligentissima che sfrutta in maniera semplice e organica il contrasto fra i bizzarri antieroi di Niles Caulder e un eroe “costruito” appositamente per entrare nella Justice League. Il personaggio occupa man mano nel corso dell’episodio quella zona grigia fra eroi e stramboidi recuperando a piene mani dalla sua caratterizzazione originale targata Marv Wolfmann/George Perez e abbandonando sia quella caciarona dei cartoni animati sia quella più cupa della Justice League.

Quando l’episodio giro il proverbiale angolo e abbraccia il suo lato più “strano” – con il mulo che diventa un portale dimensionale – gli intenti sono ancora più chiari: presentare ufficialmente il villain Mr. Nobody e giocare sui temi dell’identità e della verità riadattando in maniera molto personale ma rispettoso un classico episodio della Doom Patrol di Grant Morrison (The Paint That Ate Paris).

La regia è ben equilibrata baciata da prestazioni attoriali davvero convincenti di Diane Guerrero, April Bowlby, Joivan Wade e quelle vocali di Alan Tudyk, Matt Bomer, Brendan Fraser. E’ bene anche sottolineare come il tono della serie riesca ad essere divertente e ironico pur non cadendo nel banale e mantenendo una certa dose d’azione.

Doom Patrol con soli due episodi all’attivo si candida prepotentemente a serie dell’anno e ad essere per DC Universe quello che fu la prima stagione di Daredevil per Netflix/Marvel.

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