Deadly Class 1×06 – Stigmata Martyr | Recensione

Pubblicato il 21 Febbraio 2019 alle 18:00

Dopo i terribili fatti di Las Vegas, Marcus, Billy, Willie, Saya e Maria riprendono la loro vita alla King Dominion’s ma qualcosa si è irrimediabilmente rotto sia dentro di loro che nei loro rapporti.

L’episodio della scorsa di Deadly Class – la nostra recensione QUI – era stato un lunghissimo trip acido – letteralmente acido, nel senso più “stupefacente” del termine – in cui Marcus e Billy avevano convinto Willie, Saya e Maria ad una piccola gita a Las Vegas. L’obbiettivo era quello di uccidere il padre violento di Billy, il risultato era stato invece una delle infrazioni più gravi del regolamento della King’s Dominion… uccidere un altro studente.

Chico infatti aveva scoperto Maria e Marcus a letto scatenando tutta la sua ira sul malcapitato, ancora strafatto, e solo il provvidenziale intervento della ragazza aveva scongiurato il peggio. Chico era quindi morto dissanguato sull’asfalto di un vicolo a Las Vegas.

Stigmata Martyr, l’episodio di questa settimana, fa un salto temporale di un mese. La sparizione di Chico è ovviamente l’argomento principale dei gossip all’interno della scuola mentre il corpo docenti ha inviato una indagine per scoprire che fine ha fatto il ragazzo – il cadavere infatti non è mai stato ritrovato. Mentre vengono torchiati da Madame Gao, il gruppetto di Las Vegas deve fare i conti con i propri quotidiani problemi.

Marcus e Maria tengono nascosta la loro relazione, così come Billy cerca di avvicinare Petra. Quando Saya scopre però che Maria ha smesso di prendere le sue medicine, confessando a Marcus i disturbi da cui è afflitta la ragazza, la situazione precipitata ma non nel mondo in cui forse pensava Saya.

Gli avvenimenti di Las Vegas, in una sorta di distorta elaborazione del lutto, stanno affliggendo tutti compresa la scuola. La sparizione di un alunno infatti getta nuovamente ombre sulla gestione di Master Lin e proprio quando tutto sembra reggersi in un equilibrio precario, il passato di Marcus torna prepotentemente a bussare alla sua porta… Chester o Fuck Face se preferite lo ha rintracciato e vuole fargliela pagare: è stato lui a causa l’incendio nella casa famiglia, lui dovrebbe trovarsi a King’s Dominion.

Stigmata Martyr riesce a sintetizzare molto bene alcune delle anime della serie sfruttando le concitate vicende dell’episodio precedente ma riuscendo anche a muovere in maniera sostanziale alcuni tasselli importanti per gli sviluppi futuri.

Usando come volano la morte di Chico, gli sceneggiatori confezionano un plot teso e nervoso in cui la bizzarra elaborazione del lutto/bagaglio emotivo di quanto successo a Las Vegas schiaccia letteralmente i protagonisti spingendoli quasi sul baratro dando poi la proverbiale spinta solo, ovviamente, la protagonista Marcus.

Nel mezzo poi vengono innestate una serie di situazioni complementari già affrontate negli episodi precedenti – il triangolo fra Marcus, Maria e Saya, il ruolo di Shabnam e Viktor e soprattutto l’origine e l’organizzazione della King’s Dominion sempre più prossima ad una vera e propria “guerra civile”.

La forza di questo episodio è però tutta nella prima parte, quella più riflessiva e intimista che scava nel “disagio” dei protagonisti con alcuni azzeccatissimi spunti – quello sulla depressione di Marcus e quello sulle ragazze come gatti di schrödinger di Billy – mentre pecca un po’ di ingenuità la regia che a sua discolpa deve gestire parecchi filoni narrativi e punti di vista in questo episodio, discreta la colonna sonora ma meno incisiva che in passato.

Deadly Class apre la seconda parte di questa prima stagione con un episodio solidissimo.

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