The Umbrella Academy – Stagione 1 | Recensione

Pubblicato il 19 Febbraio 2019 alle 21:00

La serie televisiva basata sui fumetti creati da Gerard Way, già leader e cantante dei My Chemical Romance, e da Gabriel Bá è una produzione originale Netflix approdata sulla celeberrima piattaforma di streaming video online il 15 febbraio.

La famiglia Hargreeves è composta da sette giovani che sono stati adottati (ma forse sarebbe molto più corretto dire “comprati”) dal miliardario Sir Reginald Hargreeves in virtù di una caratteristica molto bizzarra che li accomuna: le circostanze della loro nascita.

Un giorno, e più di preciso il 1 ottobre del 1989, 43 donne sono rimaste incinte e hanno partorito simultaneamente, a dispetto del fatto che agli inizi di quello stesso giorno nessuna di loro fosse incinta. Sir Reginald Hargreeves decise così di adottarne sette e di trasformarli in una squadra di supereroi, anche se in verità i suoi metodi, decisamente poco ortodossi, hanno influito in maniera molto negativa sul normale sviluppo dei ragazzi, con il risultato finale di una famiglia disfunzionale composta da fratelli adottivi con problemi psicologici e disturbi di vario tipo.

I MAGNIFICI 7

Sir Reginald Hargreeves amava così tanto i suoi figli adottivi da aver scelto di chiamarli ognuno con un numero da 1 a 7: la praticità prima di tutto. Questo già lascia intuire quanto l’aspetto umano e una crescita sana dei ragazzi siano al di fuori dei pensieri di questo strambo uomo d’affari, che disumanizza i suoi figli privandoli del loro nome, sostituito da un numero. Tuttavia, i ragazzi hanno tutti un nome. Beh, quasi tutti. Ma chi sono i membri della Umbrella Academy? Ve li presenterò brevemente:

  1. Luther Hargreeves / Numero Uno: un ragazzone astronauta dalla forza sovrumana, interpretato da Tom Hopper;
  2. Diego Hargreeves / Numero Due: un ribelle combina guai particolarmente abile con i coltelli, interpretato da David Castañeda;
  3. Allison Hargreeves / Numero Tre: una ragazza in grado di influenzare la mente umana con le sole parole, ora divenuta una celebrità del cinema e interpretata da Emmy Raver-Lampman;
  4. Klaus Hargreeves / Numero Quattro: è in grado di comunicare con i defunti e assuefatto più o meno a qualsiasi sostanza stupefacente comparsa sul pianeta, interpretato da Robert Sheehan;
  5. Numero Cinque (se abbia o avrà mai un nome, non è dato saperlo): un ragazzino in grado di manipolare lo spazio-tempo, interpretato da Aidan Gallagher;
  6. Ben Hargreeves / Numero Sei: un ragazzo in grado di trasformarsi in un mostro tentacolare divora-uomini, interpretato da Justin H. Min;
  7. Vanya Hargreeves / Numero Sette: una ragazza a cui viene costantemente ripetuto che è del tutto priva di poteri e che fondamentalmente non conta nulla, interpretata da Ellen Page.

Ciò che rende atipica questa storia sono proprio i suoi protagonisti, che condividono un comune senso di frustrazione e una serie di turbe psichiche per tutto ciò che sono stati costretti a subire durante la loro infanzia: anche se dal loro punto di vista allora erano solo dei semplici bambini, non la vedeva così il loro per nulla amorevole padre, il quale si è invece sempre prodigato per trasformare i ragazzi in supereroi che, un giorno avrebbero salvato il mondo.

SE PER CASO CADESSE IL MONDO, IO MI SPOSTO UN PO’ PIÙ IN LÀ

Ormai sono passati molti anni da quando i membri della Umbrella Academy vivevano tutti sotto lo stesso tetto, ma un evento inaspettato li farà ritornare nella vecchia sede della loro Accademia: con immenso rammarico da parte dei suoi figli (sì, sono sarcastica), Sir Reginald Hargreeves è deceduto, all’apparenza in circostanze del tutto naturali. Una volta riunitisi lì, i fratelli scoprono una realtà ancora più terrificante: Numero Cinque, che era ormai scomparso da anni senza lasciare traccia, si rimaterializza davanti agli attoniti occhi dei suoi fratelli, rivelando loro che, grazie al suo potere, è riuscito a viaggiare così in avanti nel tempo da aver scoperto non solo che presto ci sarà una vera e propria Apocalisse, ma anche il giorno esatto in cui avverrà: ora, è necessario unire le forze per combattere questa ennesima minaccia.

UN MOSTRO, PER IL BENE SUPERIORE

Tenere unite delle persone con caratteri e caratteristiche così differenti, e che per giunta hanno perso i contati fra loro da molti anni e non ci stanno tanto con la testa non è una impresa facile, e Sir Reginald lo sapeva bene: ognuno di loro ha vissuto in un incubo differente durante la propria infanzia, ma tutto questo era necessario perché i sei giovani dotati di poteri, dai quali Vanya è sempre stata tenuta separata, possano combattere efficacemente il crimine.

Il problema è che tutte queste torture hanno avuto effetti a volte devastanti sulla psiche dei giovani, e non è certo da escludere che alcuni tratti tipici di questi personaggi atipici siano riconducibili ai maltrattamenti subiti in tenera età: la dipendenza dalle droghe di cui soffre Klaus, il senso di insicurezza e la volontà di isolamento di Luther, il carattere irruente e fuori dagli schemi di Diego, il desiderio di Allyson di non usare mai più il suo potere, il cinismo di Numero 5, la sorte toccata a Ben e il complesso di inferiorità di Vanya.

Ma Sir Reginaldha evidentemente sempre pensato che la felicità di soli sette individui potesse essere sacrificabile, in visrtù di uno scopo più elevato: il bene comune e la salvezza del mondo. Così, per far emergere e sfruttare al massimo il potenziale dei ragazzi, quest’uomo ha orchestrato una serie di elaborati metodi specifici per stimolare i poteri di ognuno di loro, senza però curarsi degli effetti che tali procedure avrebbero prodotto nelle menti di ragazzi così giovani.

E sempre in virtù di un bene comune, scoprirete pian piano che il fondatore della Umbrella Academy ha ordito una fitta rete di menzogne, nella quale i ragazzi sono tristemente intrappolati.

UNA SERIE DI SFORTUNATI EVENTI

Non vi svelerò altro sulla trama di The Umbrella Academy, ma vanno fatte alcune considerazioni, a livello generale: la serie risulta quasi spezzata in due parti, la prima delle quali a tratti è davvero noiosa, inconcludente e inutilmente prolissa, al punto da indurre quasi ad abbandonarla, complice anche il fatto che alcuni quesiti resteranno irrisolti (ma è probabile che verranno esplicati in una eventuale seconda stagione della serie). Dal sesto episodio in poi, invece, la faccenda si fa più interessante: i nodi iniziano a venire al pettine, molte dinamiche, come la fondazione dell’Accademia e i trascorsi di Numero Cinque (cosa Diavolo avrà fatto in tutti questi anni? Dove è stato? Che lavoro ha svolto, se ne ha svolto uno?), trovano una spiegazione, e si delineano i tratti dei villain di questa prima stagione.

CONCLUSIONI

The Umbrella Academy è nel complesso una serie televisiva piacevole, con trovate narrative interessanti e personaggi di un certo spessore, antagonisti inclusi, in cui la linea fra bene e male e quella fra sanità mentale e follia si fanno spesso molto labili, ma che pecca per una parte iniziale decisamente più debole della seconda. Consisgliato a chi ha letto il fumetto originale su cui si basa la serie, ma anche a coloro che hanno voglia di immergersi in un mondo di supereroi disfunzionali e fortemente traumatizzati durante la loro infanzia, per una visione originale del classico mondo dei supereroi e dei superpoteri.

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