Enemigo di M.A.T. e Jiro Taniguchi | Recensione

Pubblicato il 22 Febbraio 2019 alle 11:00

Rizzoli Lizard propone un’opera del “primo” Jiro Taniguchi e ancora inedita in Italia: Enemigo. Fortemente influenzata da un certo cinema d’azione, il libro mostra un lato poco conosciuto del Sensei e lontano dalla sensibilità intimista dei suoi lavori della maturità.

La parte della vastissima produzione di Jiro Taniguchi giunta in Italia negli ultimi anni è sicuramente legata al suo periodo maturo tuttavia il prolifico Sensei nasconde numerose gemme nei suoi “anni giovanili” e Rizzoli Lizard ha scavato in maniera intelligente e certosina proprio in quel periodo recuperando questo Enemigo, opera pubblicata a metà degli anni ’80 che Taniguchi illustra su testi del colletivo M.A.T.

Nasencio, piccolo paese del centro-america, è reduce da anni dittatura e guerra civile tuttavia sta a rialzarsi non solo politicamente ma anche economicamente. Il governo ha infatti deciso di deforestare una vasta zona del paese per trasformarlo in terreni coltivabili rivolgendosi alla compagnia giapponese Seshimo guidata dal suo giovane presidente Yuji. Giunto sul posto però Yuji viene rapito dai ribelli che vogliono fermare l’operazione e tentare così un nuovo colpo di stato.

A New York, Gloria Robero – la segretaria di Yuji – avvicina Kenichi, il fratello di Yuji, da anni lontano dagli affari di famiglia con una licenza da investigatore privato. Non appena la donna gli comunica l’accaduto Ken capisce di doversi recare a Nasencio con urgenza per salvare il fratello. Tuttavia l’impresa non sarà facile: il governo fa subito ostruzione e i ribelli sono estremamente agguerriti, Ken troverà però un inaspettata fazione alleata mentre il quadro generale della faccenda si complica: si tratta di una vera rivolta o di mercenari al soldo delle lobby nordamericane del grano? e se fosse una macchinazione interna all’azienda per spodestare Yuji dal suo ruolo di comando?

Avventurandosi nella giungla Ken dovrà compiere la sua missione, pur con grandi sacrifici, ma sarà di ritorno a New York, decisamente un altro tipo di giungla, che la giustizia troverò vero compimento.

Con Enemigo ci troviamo davvero di fronte ad un opera diversa dagli standard a cui ci ha abituati Jiro Taniguchi, ad un “Taniguchi prima di Taniguchi” come indicato in uno dei redazionali a fine libro sia per il plot che per la parte grafica.

Il collettivo M.A.T. infatti imbastisce una storia che paga dazio a quello che era il gusto più in voga del cinema hollywoodiano dell’epoca ovvero il cinema d’azione, sullo sfondo delle tensioni economico-politiche della imperante Guerra Fredda innestandovi però in maniera misurata ed efficace elementi che si rifanno più alla letteratura noir “classica” ovvero un protagonista silenzioso e dal passato tormentato, una co-protagonista bella e letale, un intreccio che si infittisce man mano che si prosegue nella lettura e il finale decisamente “personale”.

Vi è ovviamente grandi spazio per l’azione che costituisce di fatto tutta la parte centrale del libro bilanciando una prima parte più “lenta” e prettamente di costruzione, forse qui si sente maggiormente l’influsso del  Taniguchi che verrà, e una parte finale, gli ultimi due capitoli per essere precisi, invece dove l’azione è più posata e meno hollywoodiana.

Pur essendo la già citata azione il volano della storia, con tutti gli stilemi ad esso correlati in evidenza, Enemigo non rinuncia a momenti più “riflessivi” i quali vengono filtrati da una dimensione più personale come ad esempio il passato di Ken che ci ricorda non solo gli orrori della guerra ma di una guerra in particolare, quella del Vietnam, così stupidamente politica. O ancora Gloria la cui fede è va ben al di là delle semplice spiritualità o ancora il complesso intreccio fra Nasencio, l’America e la Seshimo che porta a galla l’incredibile invidia e ingordigia degli esseri umani.

E’ però nella parte grafica che il “primo” Taniguchi si scontra maggiormente con quello della maturità. Il tratto è più urgente e muscolare – ricordando esteticamente altre produzioni dell’epoca soprattutto nel campo dell’animazione – mentre il dettaglio, soprattutto prospettico e degli ambienti, è meno raffinato con una maggiore concentrazione sui contrasti dei bianchi e dei neri – evidente l’influsso di una certa scuola europea – e con la tavola che pur prediligendo una costruzione ordinata già mostra quei riquadri irregolari che aumentano il ritmo e la cineticità del racconto.

Enemigo è una storia avvincente, ricca d’azione e pur essendo ambientata negli anni ’80 risulta ancora di estrema attualità. Il volume è quindi consigliato ai fan di Taniguchi a tutto tondo ma anche a chi magari del Sensei preferisce maggiormente la produzione di genere anziché quella di ispirazione letteraria e intimista.

Per quanto riguarda l’edizione, Rizzoli Lizard confeziona un solido brossurato con alette dall’ottima cura carto-tecnica. L’adattamento è ottimo, da segnalare solo qualche passaggio “incerto” in fase di traduzione ma nulla che infici davvero la lettura. Molto corposo ed esaurito l’apparato redazionale, che comprende anche un’introduzione di Vittorio Giardino, e verte sia sulle fonti di ispirazione per quest’opera così “diversa” dal classico Taniguchi e sul suo tratto “giovanile”.

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