Al Tempo di Papà Deluxe Edition di Jiro Taniguchi | Recensione
Pubblicato il 15 Febbraio 2019 alle 15:30
Ritorna in una nuova edizione Deluxe l’opera che forse meglio incarna la poetica di Jiro Taniguchi: Al Tempo di Papà.
Planet Manga ripropone in una nuova edizione Deluxe, Al Tempo di Papà ovvero una delle opere che maggiormente incarnano gli intenti e la poetica di Jiro Taniguchi.
Yoichi riceve una improvvisa telefonata da sua sorella, loro padre è morto. L’uomo quindi deve partire in fretta e furia per tornare a Tottori, la sua città natale. Lì ad attenderlo ci sono parenti e amici stretti attorno alla salma del padre e in lutto.
Inizia quindi un lungo percorso a ritroso in cui Yoichi attraverso i suoi ricordi, quelli della sorella e dello zio soprattutto, rivivrà la vita ed il suo rapporto con padre da cui si era allontanato progressivamente ma inesorabilmente dopo alcuni avvenimenti rimasti impressi nella sua memoria e coscienza.
L’incendio – realmente accaduto – che devastò la città diventa allora l’evento scatenante che segna la fine dell’infanzia e l’inizio della adolescenza per Yoichi. Il padre, barbiere, perde il negozio e la madre, per iniziare la ricostruzione del salone, accetta un prestito dai genitori. Questo porta il padre a gettarsi a capofitto nel lavoro cercando così di ripagare il prestito più velocemente possibile e mantenendo intatto il suo onore. Agli occhi di un bambino la figura paterno muta così da calma e tranquilla a taciturna e introversa alimentando un distacco con la madre che sfocia in un divorzio impossibile da comprendere.
Con la madre fuori dalla sua vita, l’adolescente Yoichi si getta a capofitto nello sport prima e cerca nell’affetto di un animale domestico poi, di colmare quel vuoto mentre la colpa ricade in maniera ineluttabile sul padre reo di aver fatto fuggire la madre.
L’incontro con la madre, che nel frattempo si era rifatta una vita e una nuova famiglia, segna il passaggio invece all’età adulta. Il padre aveva deciso di risposarsi ma Yoichi aveva ormai maturato disaffezione per la famiglia e il padre decido di intraprendere la carriera universitaria a Tokyo e trovando successo lavoro e amore lì. Ora dopo più di dieci anni dalla sua ultima visita Yoichi si ritrova a tu per tu con il padre e con la sua città natale scoprendo inediti punti di vista e dettagli su tutte le vicende, sulla sua vita e su quella della città.
Non me ne voglia l’altra grande opera di Taniguchi – L’Uomo che Cammina, la nostra recensione QUI – ma è forse Al Tempo di Papà l’opera che ne incarna al meglio poetica e intenzioni.
Al Tempo di Papà è un viaggio doloroso, malinconico e nostalgico nella vita di uomo, nei suoi sentimenti e nelle sue incertezze. Il libro idealmente si potrebbe dividere in due parti: nella prima il lettore è mosso da una sincera curiosità sui motivi che hanno portato Yoichi ad allontanarsi dal padre mentre sullo sfondo vi è una sapiente ricostruzione della vita del Giappone meno urbano del dopo Guerra con tanto di fedelissima ricostruzione storica dell’incendio. Nella seconda lo sfondo sfuma e la dimensione si fa più personale seguendo Yoichi alla scoperta dell’arte – in questo caso la fotografia – elemento che sancirà nel bene e nel male “l’indipendenza”.
Jiro Taniguchi cesella un affresco famigliare vibrante ed estremamente realistico. I non-detti, e quindi l’incomunicabilità, diventano allora la chiave di volta di un rapporto padre/figlio complesso e reso ostico dalle difficoltà della vita in cui le posizioni diventano diametralmente opposte, quasi inconciliabili, e a cui manca unicamente un gesto di distensione e che si concretizza invece nella morte come orizzonte ultimo dell’esistenza e criterio ultimo per giudicare azioni e comportamenti tanto da far mutare in maniera sensibile il punto di vista del protagonista non solo sul padre ma anche sulla sua città natale.
Dal punto di vista grafico Taniguchi riserva una particolare attenzione alle figure – che appaiono raramente intere – e ovviamente alla loro espressività. Il tratto è sicuro ma essenziale lasciando agli elementi naturali un complesso lavoro di dettagli mentre i volti appaiono spesso privi di sfondi come a non voler distrarre il lettore. La tavola è costruita con un certo rigore, pochi riquadri – spesso ampi e orizzontali – per rievocare così ricordi e stati d’animo in maniera limpida e chiara.
La nuova edizione Deluxe di Planet Manga vede la copertina cartonata sostituire quella brossurata e per la prima volta Al Tempo di Papà viene proposto con senso di lettura originale. Non ci sono contenuti extra se non la puntuale post-fazione firmata dallo stesso Taniguchi in cui il Sensei confessa l’ispirazione biografica e storica del libro sfumata poi in una storia di pura invenzione. Traduzione decisamente scorrevole solo qualche piccolissima incertezza in fase di adattamento che però non inficia la lettura.