Jimmy’s Bastards Vol. 2 – Bastardo Mobile | Recensione
Pubblicato il 13 Febbraio 2019 alle 10:45
Garth Ennis torna con il secondo, ed ultimo, volume di Jimmy’s Bastards, serie nata dalla collaborazione con AfterShock Comics dopo il volume Dreaming Eagles, pubblicato nel 2016, di cui trovate la nostra recensione qui.
Jimmy Regent è la super-spia numero uno della Gran Bretagna. Vive tutto quel che dovrebbe vivere una spia fra intrighi e avventure oltre ad avere una licenza per sparare a chiunque desideri e belle donne che cadono ai suoi piedi, tranne la sua nuova collega. Ma c’è un prezzo da pagare per le molteplici conquiste romantiche del passato e ora Jimmy è in un mare di guai.
La terrificante scoperta di avere una numerosissima e malvagia progenie, era solo l’inizio dell’incubo. Ora Jimmy Regent si trova rinchiuso in una stanza dalle pareti di gomma. Però, non appena la super-spia inizia a rimbalzare dentro la sua nuova vita – e la sua nuova cella – la sua collega Nancy scopre la verità dietro al folle destino del nostro eroe e capisce che è ora di mettersi in azione.
Il secondo volume – intitolato Bastardo Mobile – parte con il protagonista Jimmy reso schizofrenico dalla grande rivelazione, anche se un po’ scontata, della conclusione del primo volume: l’organizzazione malvagia che sta combattendo è composta dai suoi “bastardi” frutto delle sue centinaia di scappatelle. In questo modo prende il via questo secondo volume, con l’agente McEwan che dovrà riportarlo nella terra della sanità mentale e impedire ai Bastardi di compiere i loro piani.
Come nel precedente volume, molto dell’umorismo di Jimmy’s Bastards consiste nel mostrarci cose piuttosto orrende da vedere, ed ora che la fantomatica “soluzione gender”, cioè l’acquisizione delle caratteristiche ormonali di un sesso da parte dell’opposto (con risultati quali vecchi grassi con seni giganteschi, cadenti e pelosi), è presente fin dall’inizio si calca molto su questo aspetto, mentre si stuzzica e si ironizza su argomenti politically correct.
Si tratta per lo più di prendersi gioco di persone mentalmente malate. Infatti, Jimmy non è altro che l’ennesima vittima della schizofrenia fra i suoi colleghi agenti. Fanno compagnia a quest’ultimo molti altri ex-agenti, fra cui un uomo in un pigiama da orsacchiotto, un anziano che si masturba nei suoi pantaloni e altri che si strusciano sul primo oggetto/persona che capita loro sotto mano.
Il tipo di umorismo può far breccia in molti ma è anche una lama a doppio taglio che può far allontanare dal volume altrettanti lettori, ma quando i Bastardi sono al centro della narrazione troviamo comunque una lettura accattivante. La spirale surreale da incubo che Jimmy Regent sta affrontando è affascinante e divertente. Inoltre, con l’avanzare della vicenda l’umorismo è meno pressante mentre ciò su cui l’autore si concentra è la crescita di Jimmy, caratterialmente e a livello di vulnerabilità emotiva con i suoi alleati come Nancy che, invece, uccide più Bastardi di Jimmy.
I disegni di Russ Braun continuano a dare vita a questo universo decadente e a volte orribile in modo altamente dettagliato ed efficace. I colori di John Kalisz sono saturi, e si adattano molto bene, sottolineando la sensazione che tutto sia così sbagliato nonostante i personaggi si comportino come se tutto fosse normale. Un’eccellente sintesi del mondo di Jimmy’s Bastards.
Nonostante non sia allo stesso livello del primo volume, soprattutto per quanto riguarda l’umorismo, il secondo volume di Jimmy’s Bastards si conclude in modo divertente, brutale e soddisfacente con il solito cliffhanger finale che potrebbe giustificare una ripresa della serie.
Ennis, in Jimmy e Nancy, tratteggia dei personaggi che si sono dimostrati essere più che delle semplici parodie del famosissimo franchise dello spionaggio inglese.