7 manga dal finale non all’altezza delle aspettative
Pubblicato il 18 Febbraio 2019 alle 09:00
Dopo aver dato uno sguardo agli anime dal finale non all’altezza delle aspettative, passiamo ai loro fratelli manga.
Anche se l’articolo era già in cantiere ringraziamo Musashi2099 per aver richiesto questa lista.
A differenza degli anime, dove effettivamente è più “facile” trovare finali non proprio carini, su questo aspetto i manga sono molto più attenti. Il rischio di cadere in pareri soggettivi è effettivamente alto, ma considerando nel complesso l’opera e come è stata portata avanti dall’inizio alla fine il giudizio è più oggettivo.
Tenendo a mente questo è stata portata avanti la scelta dei seguenti manga che hanno un finale non all’altezza delle aspettative o. comunque, poco soddisfacente.
7 – Usagi Drop
9+1 tankobon è il modo corretto di vedere nell’insieme Bunny drop. Il finale vero e proprio è presente del nono volume poi, viste le reazioni non proprio positive, la mangaka Yumi Unita ha pubblicato il decimo. La storia è meravigliosa, ricca di sentimenti e realismo, può piacere anche ai fan dei soli battle shounen proprio per la sua genuità e tranquillità.
Una storia di vita come tante quasi fino alla fine quando le scelte fatte dall’autrice possono far discutere. Difficile dire se sia giusto o sbagliato, è una cosa soggettiva in base a come ognuno di noi concepisce il significato di amore. La sensazione che: tutto poteva e doveva risolversi in altro modo; è però forte… troppo forte. Si tratta di uno dei pochi casi in cui un finale “monco” sarebbe stato più accettabile. La mangaka ha voluto disegnare ciò che sentiva nel profondo, dopotutto questa è la sua opera, e va rispettata per questo.
6 – Hikaru no go
Ci sono un sacco di rumor attorno al finale di Hikaru no go, manga di Yumi Hotta e Takeshi Obata. A seconda della versione che si vuole credere i giudizi possono variare da soddisfacente a deludente, ben pochi lettori ritengono accettabile la fine del manga.
La fine, a differenza di quanto ci si aspetta normalmente leggendo manga, non è epica o eccitante. Si tratta, invece, ci un finale tranquillo e sotto tono rispetto ad altre parti dell’opera. Non solo, Hikaru no go lascia aperti punti di domanda tanto da far pensare che sia stato fatto volutamente in quando, nonostante i 23 volumi pubblicati e gli ormai 15 anni di silenzio, ci sia altro da raccontare.
5 – Vampire Knight
Forse uno dei manga Shoujo più conosciuti e apprezzati dal popolato Otaku femminile e non solo. Quasi dieci anni di pubblicazione, 19 tankobon e pure due adattamenti anime. Trama classica ma avvincente, da sottofondo c’è la tormentata relazione sentimentale tra tra un’umana e un vampiro, rivali in amore sparsi qui e là e un po’ di azione.
Un manga ben strutturato, su questo non ci sono dubbi, ma con un finale non all’altezza delle aspettative. Nemmeno del tutto pessimo, semplicemente nella guerra tra fan di Kaname e di Zero, nessuno vince e nessuno perde. Così così, l’autrice non ha voluto osare, anche quella è una scelta. In fatto di amore sappiamo che gli amici giapponesi vivono la cosa in modo diverso dagli occidentali.
4 – Cage of Eden
Non è il solo ad aver subito questa fine, ma uno dei manga che ha patito maggiormente della scelta. Sul più bello della storia qualche genio di Weekly Shounen Jump ha deciso di chiudere il manga prematuramente. Un peccato enorme perché fino a quel momento il mangaka Yoshinobu Yamada era riuscito a sviluppare la trama senza portare troppa carne al fuoco, accompagnando gradualmente il lettore a scoprire i misteri dell’isola.
La notizia della cancellazione lo ha portato ad accelerare i tempi, ha voluto dare un finale al suo manga nonostante tutto ed è stato una catastrofe. Misteri lasciati in sospeso, soluzioni parziali e illogiche e un finale che non ha accontentato nessuno. Questa volta all’autore diamo solo il 50% della colpa.
3 – I am a Hero
Non è del tutto corretto dire che la fine di I am a hero è brutta, diciamo che è un finale punto e basta. Perché quindi non soddisfa? Perché sono troppi i punti lasciati in sospeso dall’autore, così come non si spiega il motivo per cui abbia voluto accellerare la fine della sua opera.
Il manga si caratterizza per uno stile unico e originale che bisogna accettare per quello che è. Interi capitoli apparentemente inutili servono per entrare nel contesto in cui protagonista e amici si trovano. Sorprende vedere la fretta con cui si è voluto chiudere il tutto. Il manga aveva molto altro da offrire e Kengo Hanazawa poteva dimostrarlo.
2 – Sun Ken Rock
La trama di Sun Ken Rock non è per stomaci deboli. Esempio perfetto di manga seinen i contenuti che propone sono violenti e crudi, nonostante Boichi sia abile nel mitigare il tutto con scene comiche e umorismo, sangue e omicidi sono ovunque.
L’opera scorre alla meraviglia fin quasi alla fine quando, soprattutto negli ultimi capitoli, il lettore ha l’impressione che qualcosa sia cambiato. Poi arriva all’ultimo capitolo, che poco e nulla ha a che vedere con il clima generale creato dall’opera, e il sospetto diventa certezza.
Un cambio drastico di mentalità è avvenuto dentro il mangaka Boichi? Alcune indiscrezioni affermano che il motivo del cambio di rotta è dovuto agli attacchi terroristici di Parigi avvenuti quando l’autore stava disegnando la fine del suo manga.
1 – Bleach
Come ogni grande opera che si rispetti, ogni battuta, scena e azione è soggetta a discussione tra chi la ama e chi la odia. Non poteva scappare a questa sorte anche il tanto attesa, e sperato, fine di Bleach uno dei più grandi battle shounen mai apparsi sul mercato.
Si tratta di un’opera monumentale, divisa tra chi l’ha apprezzata dall’inizio alla fine e chi si è stancato dopo la prima saga in quanto la trama si è fatta ripetitiva e sempre la stessa. Tralasciando i dettagli generali dell’opera del maestro Kubo concentriamoci sul finale… se così si può definire.
Una fine c’è (meno male), ma la si può definire soddisfacente? Dopo aver seguito il manga per oltre 650 capitoli i fan si aspettavano qualcosa di diverso, di migliore, di più appagante di quello che sempre, a tutti gli effetti, una conclusione buttata lì, realizzata apposta per non deludere nessuno o perché l’autore e il suo staff non avevano la minima idea di come chiudere il loro capolavoro.