L’Uomo che Cammina Deluxe Edition di Jiro Taniguchi | Recensione

Pubblicato il 7 Febbraio 2019 alle 14:00

Uno dei capolavori di Jiro Taniguchi ritorna in una nuova edizione che permette di contemplare ancora meglio le sue splendide tavole e la sua malinconica poetica.

Planet Manga ripropone in una nuova edizione Deluxe quello che è unanimamente riconosciuto come uno dei capolavori di Jiro Taniguchi ovvero L’Uomo che Cammina.

Il protagonista de L’Uomo che Cammina si è appena trasferito in una nuova casa in periferia. Casa nuova e quartiere nuovo sono le condizioni perfette per esplorare i dintorni; iniziano così una serie di peregrinazioni che, lungo i 18 capitoli che compongono il libro, ci faranno scoprire angoli nascosti, meraviglie urbane e gesti semplici, ritenuti scontati, che in realtà nascondono segreti e una potenza sopita.

Ecco come recuperare un giocattolo su un albero – Capitolo Quattro – permette di osservare il quartiere da un inedito punto di vista e far felici i bambini prima e sé stessi poi, o ancora ci si può concedere qualche piccola trasgressione in una calda serata d’estate come nel Capitolo Sei.

Ci si perde anche in città come nel Capitolo Otto e ci si ritrova a percorrere un fiume che paziente assurge anche al suo ruolo prettamente “urbano”; inforcare gli occhiali è un gesto automatico e quotidiano ma quando vengono meno, come nel Capitolo Dodici, lo sguardo sul mondo è familiare eppure diverso mentre l’umanità scorre placida recando dietro di sé solo i fantasmi delle cose dimenticate come nel Capitolo Quattordici.

Lo spettacolo della natura ha poi un sapore completamente diverso, dolce e leggermente alcolico, come testimoniato dal Capitolo Quindici.

I 18 capitoli de L’Uomo che Cammina sono 18 piccole gemme che prese singolarmente compongono un affresco di pace e tranquillità, malinconico ma dolce e rasssicurante.

Se giustamente un primo livello di lettura dell’opera trova come filo conduttore, in tutti o quasi i capitoli del libro,  il gesto della “passeggiata” del protagonista – e il suo conseguente perdersi/vagare apparentemente senza meta – quella che in realtà Jiro Taniguchi mette su carta è una vera propria lettera d’amore verso la città.

Se è indubbio come uno dei capisaldi della letteratura del Sensei sia il rapporto fra uomo e natura, quella de L’Uomo che Cammina è una declinazione che, capovolgendo parecchi assunti, dipinge la città sia come luogo mistico e misterioso ma anche come foriero di una esperienza estremamente intima e personale.

La città, a dispetto del suo carattere frenetico e industriale, è agli occhi di Taniguchi un luogo con una “umanità” diversa meno spirituale forse e più passeggera ma ugualmente degna di essere vissuta e assaporata così come il rapporto fra individui è diverso, più frugale, ma non meno impattante.

Allo stesso modo la città reca con sé il piacere della scoperta, di luoghi ma anche di cose, che animano la curiosità mentre le stagioni si avvicendano ricordando con prepotenza che l’inamovibilità dell’urbanizzazione è mero mezzo non fine dell’esistenza.

Da questo punto di vista risulta chiarissima la scelta di ridurre al minimo il testo verbale in favore di una parte grafica più preponderante. Taniguchi allora mette il suo stile morbido e tondeggiante al servizio di tavole ampie che sfruttano la verticalità e non lesinano sui dettagli.

Quello su cui però il Sensei pone davvero l’attenzione è l’uso delle inquadrature. Con una costruzione molto ordinata, Taniguchi gioca con il concetto di punto di vista e soprattutto con lo sguardo del protagonista cercando quanto più possibile di mostrarci quello che lui sta osservando e come lo sta osservando cioè con la stessa innocenza e sorpresa.

L’Uomo che Cammina è indubbiamente un libro importante ché nella sua semplicità nasconde un cuore tematico raro e peculiare rivolto sia a coloro che non hanno, o non vogliono, avere tempo per assaporare la quotidianità e la sua semplicità sia a coloro che bramano la fuga dalla città senza sapere che la meraviglia è ovunque basta rivolgere il giusto sguardo a quello che ci circonda.

Per quanto riguarda la nuova edizione Deluxe, Planet Manga non solo cambia formato, con la copertina cartonata che sostituisce la brossura, ma propone L’Uomo che Cammina per la prima volta con il senso di lettura originale e a completare il volume, oltre alla post-fazione firmata dal direttore editoriale Marco M. Lupoi, ci sono tre storie brevi accomunate dall’elemento urbano ma dai toni leggermente diversi rispetto al racconto principale. Quella che spicca maggiormente forse è Notte di Luna dal tono onirico e quasi Miyazakiano. Pur con una parte testuale davvero minima la traduzione e l’adattamento sono scorrevoli.

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