Daredevil di Frank Miller 1 | Recensione

Pubblicato il 3 Febbraio 2019 alle 11:00

Panini Comics ripropone in un’edizione economica da edicola uno dei capolavori della Marvel: il Daredevil di Frank Miller! In questo albo scoprirete i primi capitoli della lunga e acclamata saga del favoloso autore di Sin City e Dark Knight!

Panini Comics ha deciso di riproporre la lunga e acclamata run di Daredevil firmata dal leggendario Frank Miller con una serie da edicola in formato Bonelli. L’operazione è uguale a quella relativa agli X-Men di Chris Claremont ma nel caso specifico ci sono cose da puntualizzare. Prima, però, partiamo dalle storie. Quando l’allora giovanissimo Frank Miller iniziò a occuparsi del Diavolo Rosso, in principio si limitò a disegnare.

Le sceneggiature furono firmate da Roger McKenzie, autore propenso a ideare trame che erano un curioso mix di atmosfere classicamente supereroiche e suggestioni noir.

Jim Shooter, editor in chief della Marvel, apprezzava il noir e reputò lo stile di Miller perfetto per le vicende di Devil. L’artista del Maryland era, perlomeno in quel periodo, influenzato da Steve Ditko e Gil Kane. Era dotato di uno stile aggressivo e proponeva figure contorte, non sempre impeccabili dal punto di vista anatomico, ma espressive. Inoltre, il taglio cinematografico delle vignette e i raffinati giochi d’ombra da lui utilizzati non lasciavano indifferente nessuno. Sin dai suoi primi passi, quindi, Miller dimostrò di avere potenzialità ed episodio dopo episodio affinò il suo tratto, grazie al successivo apporto dell’inchiostratore Klaus Janson, pervenendo a risultati spettacolari che lasciarono il segno nel mondo dei comics.

Come ho già scritto, le trame sono firmate da Roger McKenzie e questo albo include i nn. 158/161 e 163 di Daredevil, di fatto i primi illustrati da Miller. McKenzie ci propone, quindi, Matt Murdock, sempre animato da un forte senso di giustizia, e alcuni elementi narrativi che successivamente saranno ripresi dal solo Miller. Nel n. 158 McKenzie fa apparire un vecchio avversario di Devil, il Seminatore di Morte, tipico villain del periodo classico del Diavolo Rosso, nonché gli Ani-Uomini, in una storia dai toni cupi e inquietanti.

A partire dal n. 155 concepisce una story-line incentrata sulle macchinazioni di Bullseye, destinato a diventare in epoca milleriana uno dei nemici più frequenti di Matt. Gli episodi sono interessanti e creano le premesse del drammatico dissidio che coinvolgerà Matt Murdock e lo psicopatico Poindexter. C’è anche la Vedova Nera, consueta alleata di Devil, e le atmosfere narrative sembrano anticipare l’hard-boiled che caratterizzerà nel giro di breve tempo il comic-book.

L’albo si chiude con il n. 163 in cui Devil dovrà vedersela con un irrefrenabile Hulk. Si tratta di un episodio struggente, ricco di tensione e pathos, che consente a Miller di proporre la sua incredibile versione del Golia Verde. I disegni milleriani risultano a volte un po’ acerbi ma la forza e la dirompente espressività che li impreziosiscono sono innegabili e l’effetto complessivo è più che positivo.

L’aspetto testuale e visivo delle storie è, quindi, di alto livello e non si può negare. Se ci dovessimo, perciò, basare su tali aspetti, non esiterei a dire che la ristampa del Devil milleriano è da prendere in considerazione. Ma c’è un dettaglio che riguarda l’attuale edizione e cioè il formato. Se proporre gli X-Men in versione bonellide è di per sé discutibile ma tollerabile, il discorso cambia per il capolavoro milleriano.

Ridurre le dimensioni delle tavole non valorizza affatto i disegni di Frank. Anzi, mortifica il suo genio. Un’opera simile avrebbe, quindi, meritato maggiore rispetto ed è per giunta compromessa da un apparato redazionale insufficiente e da una qualità di stampa non eccelsa. Di conseguenza, per quanto mi concerne, boicottare questa iniziativa è sacrosanto. Sappiatevi, perciò, regolare.

Le storie sono valide ma il modo di proporle lascia a desiderare.

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