Resident Evil 2 | Recensione
Pubblicato il 31 Gennaio 2019 alle 18:00
È finalmente uscito, dopo anni di lunga attesa, il remake del celebre videogame horror targato Capcom, stiamo parlando dell’unico e inimitabile Resident Evil 2. Tantissime saranno le cose da dire, ma cercheremo di condensare il nostro pensiero e le nostre emozioni lunghe vent’anni in questa recensione.
Partiamo dall’inizio, Resident Evil 2, conosciuto in Giappone come Biohazard RE:2, è un survival horror sviluppato e pubblicato da Capcom per PlayStation 4, Microsoft Windows e Xbox One il 25 gennaio 2019. Si tratta del remake di Resident Evil 2 pubblicato nel 1998 per PlayStation. Questo titolo è completamente sottotitolato e doppiato in lingua italiana.
Come nel titolo originale, la trama segue le vicende dell’ufficiale di polizia Leon Scott Kennedy e di Claire Redfield mentre cercano di fuggire da Raccoon City durante un’epidemia zombie. Inizieremo il gioco con l’incontro dei due in una stazione di rifornimento fuori città per poi trovarli nuovamente separati a seguito di un incidente, dove i due dovranno vedersela da soli nelle rispettive storyline.
All’inizio del gioco avremo la facoltà di scegliere sia uno dei due personaggi, che la difficoltà con cui vorremo affrontarlo. La complessità si diversificherà in base alla modalità di salvataggio (la difficoltà estrema prevede l’uso degli inchiostri per salvare dalla macchina da scrivere), la forza dei nemici e la mira assistita per i neofiti.
Dal punto di vista tecnico Resident Evil 2 mette in campo un comparto decisamente solido e che riesce ad intrattenere con pochissime sbavature. Lo svolgersi della trama è ben congegnato senza aver mai l’impressione né di troppa facilità, né di smarrimento. Sicuramente un aspetto che è stato decisamente migliorato rispetto al titolo originale. Sarà divertente sia sbloccare gli enigmi che scovare le varie sotto-trame che compongono la storia del gioco, intervallati da momenti in puro stile action.
L’ansia la farà sempre da padrone durante il gioco e non ci saranno mai momenti di noia, gli zombie poi si dimostrano decisamente ostici da affrontare, e a meno che non gli facciamo scoppiare la testa con un proiettile, cercheranno di rialzarsi quanto più possibile per tentare di ucciderci, con la conseguenza di dover sprecare molte munizioni per neutralizzarli definitivamente.
Qualche piccolo neo però effettivamente c’è, e riguarda l’interazione con gli oggetti di scena, praticamente inesistente, e gli zombie, che vengono stoppati non appena accendiamo a qualche lucchetto, scala a pioli, pc o simili, cosa decisamente poco realistica, visto il genere del gioco. Altro piccolo neo riguarda i colpi sparati attraverso le porte e finestre, che sembrano tutte anti proiettile, e non ci permettono di ferire i nemici dietro di esse. Ma a parte questi difetti, decisamente veniali, il gioco ha un gameplay accattivante e aggiornato agli standard moderni.
Uno degli aspetti che colpisce fin da subito è la grafica del gioco. Definirla mostruosa è davvero indicato, visto il genere a cui facciamo riferimento. Molto si deve anche all’utilizzo del motore grafico RE engine targato Capcom che ha reso in maniera foto-realistica ogni aspetto che ci circonda. Gli effetti particellari, il sistema di luci ombre, del fuoco e degli elementi atmosferici, sono stati realizzati in maniera realistica e credibile, con una grande cura per ogni singolo dettaglio su schermo.
La pioggia sui nostri indumenti, gli schizzi di sangue sui muri quando colpiremo gli zombie, sono tutti aspetti curati in maniera certosina. Grande attenzione è stata data anche alla caratterizzazione degli ambienti che troveremo nella mappa di gioco. Il livello di dettaglio delle texture è senza dubbio altissimo, sia dei personaggi che degli oggetti di scena, raggiungendo un dettaglio mai toccato nei titoli targati Capcom.
Naturalmente l’aspetto che noterà da subito chi ha giocato al titolo originale del 1998 è che in questo remake si è abbandonato il sistema di ripresa a telecamera fissa, in favore di una più classica visuale da sparatutto in terza persona con la telecamera che segue il giocatore da dietro. Questo ovviamente ha portato il gioco ad una completa rivalutazione concettuale dei jump scare.
Il team di sviluppo ha dovuto utilizzare nuovi espedienti per nascondere i nemici, usando elementi architettonici e scenici o ancora ombre e fumo. Il tutto realizzato in maniera tale che il colpo d’occhio sia sempre raccapricciante, soprattutto quando ci si aggira in corridoi bui, illuminati solo dalla luca tremante della nostra torcia, e inaspettatamente una porta si spalanca vomitando fuori orripilanti zombie barcollanti.
Dal punto di vista della colonna sonora Resident Evil 2 lambisce vette mai raggiunte nel mondo dei videogiochi. Porta la concezione di sound design ad un livello all’avanguardia che segnerà un punto di paragone con tutti i giochi di genere, e non, a venire. Gli effetti audio sono forse uno delle componenti principali che generano terrore, come nel cinema, così anche nei videogames, e qui Capcom compie un vero e proprio capolavoro. Ogni ambiente in cui ci aggireremo è fittamente costellato di tanti piccoli effetti sonori che rendono ogni angolo delle stanze una minaccia, perlopiù immaginata, ma molto spesso “viva” e letale.
I colpi di arma da fuoco, i passi, i versi degli zombie, agghiaccianti anche quelli di uno dei primi boss che vi farà letteralmente accapponare la pelle. Inoltre il design sonoro è stato implementando in maniera che i suoni provengano da più sorgenti, il che ci permette di localizzare la provenienza di ogni rumore dell’ambiente. Come dicevamo all’inizio il gioco è completamente e magistralmente doppiato in italiano, cosa che rende ancor più coinvolgente tutta l’avventura, con tanto di imprecazioni e grida quando il nostro protagonista si vedrà in pericolo. Giocarlo con le cuffie è quasi d’obbligo!
La longevità è forse l’aspetto più debole per un titolo del genere, ma è comunque più lungo di quanto ci si aspetterebbe. Infatti, tanto per cominciare, come nel titolo originale, potremo affrontare l’avventura sia nei panni di Leon Scott Kennedy che di Claire Redfield, con due svolgimenti della trama completamente diversi e complementari per avere un quadro totale di tutti gli avvenimenti. Già questo raddoppia la durata del gioco normale, inoltre si possono anche scovare tutti gli enigmi e sbloccare tutti i costumi e i disegni di concept del titolo, cosa che allunga ancor di più la longevità.
Inoltre, come sorpresa finale, se termineremo il gioco con entrambi i personaggi, avremo la possibilità di giocare nella modalità “Il quarto sopravvissuto”, dove vestiremo i panni di un agente speciale che in una corsa contro il tempo dovrà fuggire nel minor tempo possibile dalla stazione di polizia, senza troppi enigmi e difficoltà, questa run si può finire in meno di un quarto d’ora.
In conclusione Resident Evil 2 è un gioco che segna un ritorno in grande stile di un classico della storia dei videogames in una veste che lo fa sembrare un titolo completamente nuovo, sia a livello di meccaniche che di trama, senza parlare dell’aspetto grafico e sonoro. Un titolo imprescindibile per tutti gli amanti del genere survival horror ma anche per tutti coloro che non hanno giocato il titolo originale o si siano mai approcciati a questo tipo di videogioco.