Deadly Class 1×02 – Noise, Noise, Noise | Recensione
Pubblicato il 27 Gennaio 2019 alle 14:00
E’ tempo di fare festa…
Nel primo episodio di Deadly Class – la nostra recensione QUI – avevamo fatto la conoscenza di Marcus un adolescente in fuga, che vive per strada ed è braccato dalla polizia. La casa-famiglia che lo ospitava è stata distrutta da un incendio e tutti i suoi ospiti sono morti… eccetto lui. Proprio quando sembra essere stato acciuffato dalla polizia però viene salvato da un gruppo di coetanei che lo portano dal misterioso Master Lin, preside e fondatore della misteriosa scuola King’s Dominion dove vengono addestrati i giovani rampolli delle famiglie criminali e non nelle più mortali tecniche di omicidio e caos.
Le sue origini erano state svelate – i suoi genitori siamo morti per una tragica coincidenza che lui attribuiva addirittura al presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan – intrecciate a quelle dei suoi peculiari compagni di scuola fra i quali la bella Maria, l’affascinante Saya, la goth Petra, lo skater Billy e il punk Jack.
Marcus era il tipico nuovo arrivato e aveva subito attaccato briga – con il ragazzo di Maria, Chico, rischiando subito la pelle – ma il vero problema era arrivato con il primo “compito a casa” assegnato da Master Lin: uccidere qualcuno di spregevole, che merita di morire. Marcus con difficoltà svolge il suo compito ma decide di coprire il suo compagno in questo compito ovvero il finto gangster Willy, pacifista per vocazione ma che mantiene con la sua crew l’aria da duro.
In questo secondo episodio intitolato Noise, Noise, Noise le conseguenze di questo compito sono al centro del plot mentre vengono delineati i personaggi secondari introducendone di nuovi come il timido ed impacciato Shabnam, figlio di un politico.
Lo sfondo per affrontare le conseguenze è però un folle party a casa del malcapitato Shabnam dove, mentre praticamente tutta la scuola allenta la tensione fra sesso, droga e rock’n’roll, Marcus inizia a cedere sotto la pressione del gesto compiuto mentre Willy continua a vantarsi del fatto. Il ragazzo cede e confessa a Saya la verità che ovviamente la riferisce subito a Master Lin insieme alla verità sull’incendio della casa-famiglia. Non è stato Marcus ad appiccare l’incendio…
Intanto Maria subisce una piccola intimidazione da Chico che ha scoperta che lei e Marcus si sono baciati.
Noise, Noise, Noise non è all’altezza del primo episodio se non altro perché la sceneggiatura firmata da Rick Remender – già creatore della serie – sceglie un percorso complesso che vuole costruire un protagonista confuso più che tormentato giocando sull’equivoco delle sue origini.
L’idea di Remender e degli showrunner è probabilmente quella di spingere sempre al limite Marcus – e con lui le situazioni con protagonisti i suoi compagni di scuola – per trovarne il punto di rottura e mostrarne quindi l’evoluzione. Obbiettivo ambizioso che almeno in questo episodio non viene centrato con una prima parte dell’episodio eccessivamente prolissa e gigiona.
Lentamente si stanno costruendo anche gli antagonisti – Chico e il grottesco figuro a fine episodio collegato al passato di Marcus – mentre risulta interessante sia il ruolo in bilico di Saya che il personaggio di Petra che potrebbe evolversi in maniera tutto sommato interessante.
L’episodio non beneficia neanche di una colonna sonora efficace quanto quello precedente mentre fa piacere constatare come la prosa tagliente ed intelligente dei fumetti venga riproposta intonsa nella serie TV.
In definitiva Noise, Noise, Noise potrebbe benissimo rientrare nel novero dei più classici degli episodi di passaggio speriamo che già dalla prossima settimana però si intraveda quanto di buono per stile, scrittura ed esecuzione si era visto nel primo episodio.