Riverdale 3×10 – The Stranger | Recensione
Pubblicato il 26 Gennaio 2019 alle 20:00
Archie Andrews è morto, lunga vita ad Archie Andrews!
La ripresa della scorsa settimana, dopo il non proprio brillante winter finale, aveva sancito il momento leggermente sottotono di Riverdale con un episodio – la nostra recensione QUI – che aveva faticato a far quadrare il proverbiale cerchio facendo da un lato il punto della situazione relativa ai vari personaggi e dall’altro legittimando il ruolo di deus ex-machina di Hiram Lodge.
L’episodio poi si era concluso con un sinistro cliffhanger: Archie, in esilio volontario nei boschi del Canada, era stato ferito da un orso ed aveva sperimentato delle tremende allucinazioni che sembravano presagire per lui un sinistro futuro.
L’episodio di questa settimana intitolato The Stranger trova già nel suo titolo una chiave di lettura importante e foriera di importanti ritorni per alcuni personaggi “dimenticati” nelle ultime settimane.
La near death experience convince Archie a ritornare a Riverdale a suo rischio e pericolo essendo sempre nel mirino di Hiram. Accolto con sorpresa e gioia dal padre e dagli amici, il ragazzo trova una cittadina letteralmente dominata dall’uomo e il cui equilibrio viaggia sul filo del rasoio e sui tentativi congiunti di detronizzarlo. Betty infatti continua le sue indagini intorno alla Fattoria ma la madre, bloccandole tutti i fondi, la costringe a cercare l’aiuto del padre sempre in carcere. L’avvicinamento burrascoso fra i due porta anche alcune importanti rivelazioni sulla Ascension Night e sul coinvolgimento degli adulti con Griffins & Gargoyles in passato…
Jughead parallelamente continua la missione di infiltrazione dei Serpents negli affari illeciti di Hiram tramite il Gargoyle King e la sua banda. Una imboscata dei Serpents porta sì alla cattura del King ma l’identità è una sorpresa inaspettata.
Intanto Archie fatica ad adattarsi al ritorno ad un vita normale e a farne le spese è il suo rapporto con Veronica in cui si piazza, come terzo in comodo, Reggie come visto alla fine del precedente episodio. Il colpo di scena però è dietro l’angolo e coinvolge ovviamente Hiram aprendo alle ipotesi di un contro-complotto per prendere in mano le redini di Riverdale.
Con The Stranger showrunner e sceneggiatori sembrano aver compreso che Riverdale non stava attraversando un momento brillante ed iniziano a riportare la serie verso lidi qualitativi a lei più consoni iniziando da una sceneggiatura estremamente concitata e ricca di colpi di scena soprattutto nella seconda parte.
Non si tratta di un episodio perfetto sia ben chiaro ma sicuramente migliore degli ultimi visti questo perché viene leggermente “accantonata” quella componente soprannaturale in favore di un approccio più classicamente drama – clamorosa la strizzata d’occhio al classico Dallas – e teen. Inoltre alcuni personaggi messi da parte ritornano prepotentemente sotto i riflettori mischiando le carte in tavola, cosa che la serie non faceva da un bel po’ e dimostrando come questa in passato sia stato uno dei suoi punti forti.
Per assurdo è proprio il personaggio di Archie quello che convince ad intermittenza. Se infatti il suo ritorno crea una costante tensione per tutto l’episodio, la sua “crisi” risulta un po’ forzata in questo suo mutismo selettivo e nelle sue presunte dipendenze.
Con questo decimo episodio Riverdale dimostra di sapere ritornare in caso di necessità ad utilizzare quei capisaldi della serialità drama e teen non solo per rimpolpare le proprie trame ma anche e soprattutto per renderle più imprevedibile così come fatto nelle passate stagione e come invece era mancato un po’ nella prima parte di questa terza stagione.