Reign of the Superman | Recensione

Pubblicato il 20 Gennaio 2019 alle 18:00

Mentre Metropolis piange la scomparsa del suo campione, 4 nuovi Supermen si affacciano nei suoi cieli… quale sarà il suo vero successore? e soprattutto Superman è veramente morto?

E’ finalmente disponibile Reign of the Superman la seconda parte dell’adattamento del mastodontico e seminale arco narrativo de La Morte di Superman che la DC pubblicò agli inizi degli anni ’90 settando di fatto un vero e proprio trend che avrebbe investito tutti i maggiori eroi per tutti gli anni ’90 e i primi 2000 anche alla concorrenza.

Ci eravamo lasciati lo scorso luglio con una prima parte – The Death of Superman, la nostra recensione QUI – tutto sommato solida in cui la sceneggiatura di Peter J. Tomasi, veterano autore in forza alla DC, aveva saputo rielaborare in maniera intelligente il materiale originale bilanciando una prima parte incentrata sulla rivelazione della doppia identità di Clark Kent e della sua relazione romantica con Lois Lane, passaggio quasi obbligato che serviva da vera e propria rampa di lancio per una seconda metà di film tutta incentrata sull’azione ed in cui lo scontro fra l’abominio Doomsday e Superman era stato brutale e dal taglio spiccatamente cinematografico – vedasi il Man of Steel di Zack Snyder – culminando, ovviamente, con il sacrificio dell’eroe.

The Death of Superman terminava con la scoperta che il sepolcro in cui era stato messo a riposare l’eroe era però vuoto e con l’introduzione di quattro figure che, indossando, l’iconica S sembravano voler colmare il vuoto dato dalla morte dell’eroe.

In Reign of the Supermen sono passati 6 mesi dalla battaglia fra Doomsday e Superman che aveva devastato Metropolis, i 4 nuovi Supermen a modo loro hanno saputo mantenere sicura la città. Lois Lane è ancora sconvolta non solo dalla morte di Superman ma anche dalla rivelazione che Clark era in realtà l’Uomo d’Acciaio e sicura di poter fare luce su questi quattro misteriosi individui inizia la sua indagine.

Quando però Lex Luthor decide di rivelare al mondo che il più giovane dei Superman è “affiliato” con la Lex Corp questo porterà alla scoperto non solo il Superman corazzato ma anche quello più brutale del lotto e dedito ad una instancabile lotta al crimine e soprattutto il più misterioso dei quattro, quello che afferma di essere con certezza Superman pur essendo per metà un cyborg.

Le “origini segrete” dei quattro Supermen allora iniziano a rivelarsi ed intrecciarsi con i retroscena sul più giovane, Superboy, l’identità segreta di quello corazzato, Steel, e soprattutto con quelle del Cyborg Superman che Lois Lane sagacemente rintraccia.

Un attacco ai danni della Justice League e della Presidentessa degli USA da parte di alcuni Parademoni sancisce davanti agli occhi dell’opinione pubblica come proprio il Cyborg sia il vero Superman mentre il suo vero “padrone” trama nell’ombra rivelando un piano che metterà a repentaglio tutta la Terra.

Quando finalmente sarà chiaro il ruolo dei quattro Supermen, toccherà a quello vero ritornare in scena per salvare, ancora una volta, il pianeta, la Justice League e Lois Lane.

Reign of the Superman disattende purtroppo le aspettative create da The Death of Superman sotto molteplici punti di vista sia tecnici che per colpa di un adattamento che si prende troppe libertà discostandosi in maniera evidente e decisa dalle controparti fumettistiche Il Regno dei Superman e Il Ritorno di Superman.

Pur tenendo ben presente che gli sceneggiatori Tim Sheridan e Jim Krieg devono concentrare in 90 minuti circa parecchi avvenimenti e presentare di fatto 4 nuovi personaggi, il loro lavoro risulta erratico e a tratti privo di mordente. Non solo non riescono a sfruttare in maniera convincente il tempo ritagliato per ogni personaggio, che vengono appena abbozzati e mai approfonditi degnamente, ma si perdono clamorosamente proprio a metà film virando da un adattamento fedele ad una rielaborazione che non riesce a creare quella tensione ideale per un terzo atto che infatti risulta poco ispirato e sbrigativo.

Se The Death of Superman si era concesso dei piccoli cambiamenti rispetto al materiale originale era poi riuscito a concretizzarli in un crescendo che ne aveva di fatto mantenuto inalterato lo spirito; in Reign of the Supermen invece il tutto risulta forzato – dall’inserimento della Justice League passando al “padrone” del Cyborg Superman – fiaccando proprio la battaglia finale fra Superman – quanto poco pathos nella sua resurrezione! – e lo stesso Cyborg Superman, passaggio necessario ma dall’esito già scontatoin partenza.

Anche dal punto di vista tecnico il film non brilla. Il regista Sam Liu non riesce né ad imbastire un ritmo gradevole saltando da personaggio a personaggio e faticando a costruire un reale mistero sia dietro le identità dei quattro Supermen sia nella resurrezione dell’originale e anche la realizzazione tecnica è appena sufficiente per tutta la prima metà – con sfondi minimali e il character design spesso inconsistente – risollevandosi solo a tratti nel finale con animazioni degne di nota.

Reign of the Superman risulta un film che perde mordente già a metà della sua visione essendo una vera e propria rielaborazione del materiale originale che però, a differenza di altre pellicole del DCAMU, non entusiasma risultando forse addirittura inferiore a quel Superman: Doomsday che per primo, nel lontano 2007, adattò in forma animata l’arco narrativo de La Morte di Superman: una occasione sprecata anche in relazione ad una prima parte davvero ben congegnata.

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