Deadly Class 1×01 – Reagan Youth | Recensione

Pubblicato il 14 Gennaio 2019 alle 15:00

Benvenuti a King’s Dominion… la scuola per giovani assassini!

Era solo questione di tempo prima che una delle opere di Rick Remender, uno degli autori più prolifici e qualitativamente più impressionanti degli ultimi 10 anni nel mondo dei comics, beneficiasse di una trasposizione televisiva/cinematografica.

SyFy – con la supervisione dei fratelli Russo (Avengers) nel ruolo di produttori esecutivi – ha deciso di adattare in serie TV Deadly Class, la serie più pop dell’autore californiano di adozione ma anche quella che ha più richiami con la sua storia – componente biografica che emerge sempre in un modo o nell’altro nei suoi lavori – ma anche quella commercialmente più accessibile “saccheggiando” a piene mani da un immaginario facilmente riconoscibile seppur filtrato in maniera personalissima.

San Francisco, 1987. Marcus è un adolescente in fuga, vive per strada ed è braccato dalla polizia dopo che la casa-famiglia che lo ospitava è stata distrutta da un incendio e tutti i suoi ospiti sono morti… eccetto lui. Proprio quando sembra essere stato acciuffato dalla polizia però viene salvato da un gruppo di coetani che lo portano dal misterioso Master Lin, preside e fondatore della misteriosa scuola King’s Dominion dove vengono addestrati i giovani rampolli delle famiglie criminali e non nelle più mortali tecniche di omicidio e caos.

Cosa ci fa Marcus in questa scuola? Lentamente scopriremo le sue origini, di come i suoi genitori siamo morti per una tragica coincidenza e di come lui la attribuisca addirittura al presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan! Mentre con difficoltà Marcus comprende la vera natura del luogo dove improvvisamente è stato catapultato – e i suoi giochi poteri con le diverse fazioni – inizia a fare amicizia con i suoi nuovi compagni di scuola entrando in contrasto con alcuni di loro e rischiando subito la pelle!

La svolta però è il primo “compito” che Master Lin assegna agli studenti: uccidere qualcuno di spregevole, che merita di morire. Marcus con difficoltà svolge il suo compito rendendosi conto che forse non è capitato a King’s Dominion per caso e che fra “il nulla” della sua precedente vita e questa follia, è certamente meglio questa follia.

Deadly Class colpisce subito il centro del bersaglio con un primo episodio senza fronzoli, forse un po’ compresso nella mole di informazioni e personaggi presentati, ma che nel corso dei 55 minuti circa di durata cresce configurandosi sia come un ottimo adattamento del materiale originale sia come una boccata d’ossigeno nel panorama delle serie TV ispirate ai fumetti tralasciando da un lato l’approccio “realistico” della scuola Netflix e dall’altro quello “teen” dell’Arrowverse ispirandosi, sia per tono che per scelte registiche, invece a certe pellicole firmate da Matthew Vaughan come Kick-Ass e soprattutto Kingsman.

Azione tanta ma mai preponderante in un affresco di questa “gioventù bruciata” di fine anni ’80 sullo sfondo di una colonna sonora fra il synth pop dei film di Refn e The Cure, Depeche Mode e Echo and The Bunnymen.

Insomma l’anima più pop della serie a fumetti rimane intonsa seppur la serie TV si concentri, giustamente e maggiormente, sul protagonista preferendo giusto abbozzare gli altri personaggi che però risultano già convincenti e riconoscibili grazie alla forte connotazione fisica e caratteriale.

A dispetto di una “confezione” hipster e stilosa, Deadly Class mette al centro della narrazione le motivazioni, o la ricerca di esse, di Marcus, tema che si concretizza molto bene soprattutto nella seconda metà dell’episodio quando scopriamo sia il vero bersaglio del protagonista – il responsabile del disfacimento della sua vita – sia sintetizzando nella frase “cambiare il mondo un proiettile alla volta” l’irruenza adolescenziale che è il vero background di tutta l’opera.

Deadly Class è un prodotto curato, e si vede anche dal budget che sembra tutt’altro che risicato, e imprescindibile per gli amanti della serie a fumetti e del suo autore Rick Remender – che cura la sceneggiatura di questo primo episodio – ma può senz’altro incuriosire anche lo spettatore casuale grazie al suo mix di azione, teen drama e azione “esagerata”.

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