Supereroi Le Leggende Marvel 45 – Punisher Vicolo Cieco – Recensione

Pubblicato il 20 Marzo 2012 alle 10:34

Panini Comics presenta i primi due archi narrativi di Punisher scritti dall’autore rivelazione Rick Remender e disegnati da Jerome Opena e Tan Heng Uat in un volume della serie Supereroi Le Leggende Marvel!
Supereroi Le Leggende Marvel 45 – Punisher Vicolo Cieco


Autori: Rick Remender (testi), Jerome Opena, Tan Heng Uat (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Provenienza: USA

Prezzo: € 9,99, 18 x 28, pp. 240, col.

Data di pubblicazione: marzo 2012

 

 

 


Quando negli anni settanta Gerry Conway e Ross Andru inventarono il vigilante Punitore in uno storico episodio di Amazing Spider-Man non sospettavano che nel corso del tempo il temibile Frank Castle sarebbe divenuto uno dei più apprezzati antieroi del fumetto americano. Secondo l’idea originale, il Punitore infatti doveva essere una specie di giustiziere metropolitano in grado di provocare qualche seccatura all’Arrampicamuri, modellato sui personaggi di pellicole cinematografiche genere Il Giustiziere della Notte, e niente di più.

I lettori furono però colpiti dai metodi estremi del Punitore: costui, in effetti, non si limitava a combattere i criminali ma li uccideva e ciò lo poneva in una situazione di ambiguità morale in un periodo in cui i comic-book erano ancora soggetti alle limitazioni del Comics Code e la distinzione manichea tra buoni e cattivi era netta. Tuttavia, il vero successo del Punitore arrivò negli ottanta, cioè nel decennio in cui molti eroi (Elektra, Wolverine e così via) erano caratterizzati, in un’atmosfera revisionista, da uno sconcertante mix di bene e male.

Fu Mike Baron a scrivere le prime memorabili storie di Frank nel mensile Punisher e dopo poco nacque una seconda testata, Punisher War Journal, segno del riscontro di vendite ottenuto dal character. La Marvel, però, lo sfruttò in modo eccessivo, al punto che in seguito le sue avventure divennero prevedibili, benché ben curate e interessanti (si giunse addirittura a una terza serie, Punisher War Zone). Poi all’inizio dei nineties gli albi chiusero e il tentativo di John Ostrander di modernizzare Castle non funzionò.

Così come non funzionò il ripescaggio in chiave esoterica e occulta, in contrasto con l’impostazione realistica originaria, nella linea Marvel Knights. Il Punitore tornò a conquistare i fans solo quando di lui si occupò Garth Ennis, trasgressivo autore di Preacher, che delineò vicende estreme e sopra le righe in un serial che divenne uno dei prodotti di punta della divisione editoriale Max, dedicata a pubblicazioni for mature readers. In Punisher Max, tuttavia, Frank agisce in un contesto non sempre collegato al Marvel Universe e ciò ha spinto la Marvel a varare un altro comic-book, intitolato semplicemente Punisher, che vede Castle coinvolto nel mondo supereroico propriamente detto.

E il n. 45 della collana Supereroi Le Leggende Marvel ne presenta i primi dieci episodi, scritti dall’autore rivelazione Rick Remender (già noto per Fear Agent e attuale deus ex machina di Secret Avengers) e che costituiscono i due iniziali archi narrativi del mensile. Il Punitore in sé non è cambiato: uccide i criminali e stop. Ma il Marvel Universe si trova nel cosiddetto Dark Reign, il regno di Norman Osborn. L’acerrimo nemico dell’Uomo Ragno controlla infatti la comunità supereroica e usa l’instabile Sentry come guardia del corpo; per giunta, è in combutta con il losco e terribile Hood, criminale dai poteri magici che ha diversi motivi per avercela con Frank. Costui, inoltre, entra in contatto con un hacker, il giovane Henry, ansioso di aiutarlo (ma non mancheranno sorprese sul suo conto!). Per una serie di circostanze, quindi, il Punitore dovrà vedersela con le macchinazioni di Hood, tra traffici di minori, prostituzione, bordelli per supercriminali e altre stravaganti invenzioni di Remender.

Lo scrittore gioca con il Marvel Universe utilizzando una serie incredibile di villain di serie zeta, a suo tempo eliminati dal Flagello e riportati in vita da Hood: farseschi e pittoreschi cattivoni come Onda Mentale, l’Uomo dei Miracoli, il Basilisco, che solo i Marvel fan più nerd potranno ricordare. I testi di Remender sono ironici e l’autore dimostra inventiva nei dialoghi sarcastici e irriverenti che sono l’elemento più interessante del suo stile di scrittura. Ma pur basandosi sull’azione adrenalinica, lo sceneggiatore non rinuncia all’analisi psicologica. Il suo Punitore è un uomo tormentato e ossessionato dall’uccisione della sua famiglia (e il tema è ricorrente nella story-line) e non mancano amari commenti sulla futilità della sua guerra personale contro l’oscurità, considerando che il crimine, malgrado tutto, continua a dilagare.

Remender ripesca poi un imprescindibile personaggio del passato di Frank con esiti imprevedibili e in maniera non banale. La parte grafica è valida. La sequenza iniziale è illustrata dal bravissimo Jerome Opena che con il suo tratto ombroso è più che appropriato per le situazioni dark partorite dalla mente di Remender. Trovo meno efficace Tan Heng Uat che ha uno stile troppo grottesco, sebbene non stoni alle prese con pacchiani malvagi in costume come Meranno o Mirage. Nel complesso, il volume è da tenere d’occhio e non deluderà i fan del Punitore.


Voto: 6,5

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