Aquaman e la nuova ondata dei Worlds of DC

Pubblicato il 29 Dicembre 2018 alle 16:00

Il film sarà nelle sale italiane dal 1° gennaio 2019.

Ora che Aquaman, il primo standalone dedicato al personaggio creato nel 1941 da Mort Weisinger e Paul Norrisarriverà anche in Italia, dopo aver raccolto consensi abbastanza positivi di critica e un buon riscontro di pubblico al box office oltreoceano, viene da chiedersi quale sarà il suo impatto sul DCEU, oramai ribattezzato Worlds of DC e di cui Aquaman è il primo effettivo tassello.

Già il termine “worlds” rispetto a “extended universe” fa intendere una più labile connessione fra le storie che la DC Comics vuole raccontare al cinema. Una scelta condivisibile, dato il percorso difficile e tortuoso affrontato finora. Ma andiamo con ordine.

La DC ha portato al cinema molto in ritardo rispetto alla concorrente Marvel un universo condiviso e strutturato. Si è iniziato nel 2013 – la Marvel ricordiamo nel 2008 con un supereroe molto meno conosciuto, Iron Man – con L’uomo d’acciaio dedicato al Superman di Henry Cavill, per poi farlo scontrare subito con il Batman di Ben Affleck in Batman v Superman: Dawn of Justice (2016) dove si presentava anche la Wonder Woman di Gal Gadot.

Lo stesso anno si è aperta una parentesi sulle origini della Suicide Squad (presentando la Harley Quinn di Margot Robbie e il Joker di Jared Leto), dedicando l’anno successivo uno standalone per la prima volta (anche rispetto alla Marvel) a un’eroina e non a un eroe – e farlo dirigere a una donna, of course), con Wonder Woman. Era quindi tempo sempre nel 2017 di far incontrare (finalmente?) tutta la banda in Justice League, presentando inoltre non solo il Flash di Ezra Miller e il Cyborg di Ray Fisher ma anche il guascone, tatuato e forzuto Aquaman di Jason Momoa. Ed eccoci arrivati al qui e ora.

Ci sono state più critiche che consensi, sia da parte della stampa che da parte del pubblico e dei fan DC Comics più duri e puri, nel corso di questi film appena nominati e di conseguenza, complice l’anno nuovo che si appresta ad incominciare, l’Aquaman diretto da James Wan – maestro dell’horror con l’universo di The Conjuring, Insidious e Saw ma anche un po’ dell’action con Fast and Furious 7 – si trova a fare da importante spartiacque per il futuro di questi Worlds of DC. Una prova del nove supereroistica, che finora ha trovato vita più florida in tv (si pensi all’Arrowverse e soci).

Se Aquaman fosse un fallimento – anche se al momento la strada i segnali non sembrano andare in quella direzione e proprio Wan potrebbe aver portato l’autorialità che mancava al progetto – la DC cinematografica potrebbe decidere di chiudere definitivamente l’universo condiviso, o meglio farlo scemare su altri lidi. Già il tono serio e cupo e dark che ha contraddistinto il ribattezzato “Snyderverse” de L’uomo d’acciaio e Batman v Superman è stato reso più leggero, quasi infantile, in Wonder Woman; ora con Aquaman il tono sembra ancora più avventuroso e spensierato e, dal trailer, lo sarà molto di più in Shazam! con Zachary Levi (il prossimo film in uscita previsto per il 5 aprile 2019), per giunta con una storia più a sé stante. Il sequel di Wonder Woman, spostato al 5 giugno 2020 e datato 1984 come da titolo, non avrà di conseguenza troppi collegamenti con il presente di Justice League. Senza dimenticare che c’è stato per ora un dietrofront su un Justice League 2 (inizialmente previsto in 2 parti così come Avengers 3 e 4) e che Ben Affleck e Henry Cavill potrebbero smettere di interpretare i due pilastri Superman e Batman, anche se lo standalone The Batman di Matt Reeves potrebbe aver trovato finalmente la sua sceneggiatura definitiva. Dunque ci sarebbero i presupposti per un cambio di rotta nel quale proseguire con solo lungometraggi – autoriali o indipendenti – dedicati a vari personalità o gruppi dell’universo fumettistico DC, ognuno con non solo registi ma anche protagonisti diversi. Potrebbe insomma essere un ritorno a ciò che DC e Warner cercano disperatamente di ricreare dalla trilogia dedicata al Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan. Un chiaro esempio ne è il Joker di Todd Phillips con Joaquin Phoenix che uscirà il 4 ottobre 2019, presto – e a sorpresa – annunciato e messo in produzione, tanto da mostrare le prime immagini del “nuovo” Joker.

Se invece Aquaman fosse un successo (o un mezzo successo) – e i presupposti diciamo che ci sono – la DC al cinema potrebbe prendere una doppia strada parallela, proprio come il Multiverso tanto caro ai fan DC. Da un lato continuare con i suddetti film autoriali per trasporre sul grande schermo graphic novel e run dedicate a singoli personaggi, dall’altro continuare con un universo condiviso ma meno accentuato e co-esistente rispetto alla controparte della Casa delle Idee. La scena post credits di Justice League, così come quella di Aquaman, sembrano strizzare l’occhio non proprio a possibili sequel ma piuttosto alla creazione di “una squadra a modo nostro” e quindi alla Legion of Doom fondata da Lex Luthor e di cui Deathstroke (Joe Manganiello) e Black Manta (Yahya Abdul-Mateen II) potrebbero entrare a far parte. Un sequel che incorpora tutti i possibili seguiti, in pratica.

E in questo universo-meno-condiviso entrano i tanti progetti annunciati, più o meno certi, come il film dedicato alle Bird of Prey (And the Fantabulous Emancipation of One Harley Quinn), previsto per il 7 febbraio 2020, che sarà anche uno spin-off dedicato alla Harley Quinn di Margot Robbie. Ma ci potrebbe essere anche uno spin-off dedicato al Joker di Jared Leto, e sono sempre in pre-produzione gli standalone incentrati su Flash e su Cyborg (gli altri due supereroi visti in Justice League), e sui Green Lantern Corps, per la prima volta sullo schermo dopo il poco apprezzato Lanterna Verde di Ryan Reynolds. Ecco, questa sembra la soluzione più probabile e ovvia in atto con l’anno a venire, con l’augurio soprattutto che la DC riesca finalmente a trovare un equilibrio, una quadra, ovvero ciò che più le è mancato finora al cinema, universo condiviso, semi-condiviso o meno-condiviso che sia.

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