Black Mirror: Bandersnatch | Recensione

Pubblicato il 28 Dicembre 2018 alle 20:30

Dopo il precedente episodio speciale di Natale White Christmas, la serie antologica distopica Black Mirror è tornata con un episodio interattivo. Oppure no. La scelta è vostra. Oppure no?

Un giovane programmatore degli anni ’80 sta creando un videogioco basandosi su uno dei vecchi libri di sua madre, ma le cose andranno progressivamente fuori controllo quando il ragazzo inizierà ad aver il sospetto che una volontà altra rispetto alla sua lo spinga a compiere determinate azioni piuttosto che altre. Ma cosa influenza la sua vita? Il destino o una qualche presenza assimilabile a quella di un Dio onnisciente e onnipotente?

Ciò che appare

Stefan Butler (Fionn Whitehead, Dunkirk) è un diciannovenne programmatore e appassionato di videogames con in mente un progetto molto ambizioso per il 1984 in cui vive: creare un videogioco interattivo che lasci il controllo nelle mani del giocatore, il quale potrà così scegliere come far proseguire la storia. L’idea gli è venuta in mente quando ha messo le mani sul romanzo a scelte multiple Bandersnatch, sul quale Stefan ha deciso di basare il suo videogioco omonimo. Nel suo viaggio Stefan sarà accompagnato da diversi personaggi, fra cui il programmatore di Nohzdyve Colin Ritman (leggete qui come poter scaricare il videogioco di Colin!).

Bandersnatch (l’episodio, non il romanzo o il videogioco) inizia con un breve tutorial che mostra il suo metodo di fruizione: in determinati momenti della narrazione allo spettatore vengono mostrate due alternative fra cui scegliere entro un tempo limite di 10 secondi, oltre i quali verrà selezionata in automatico l’opzione evidenziata fra le due. Come potete immaginare, anche il sistema di scelta del videogioco creato da Stefan funziona allo stesso modo.

Questo sistema permette non soltanto di avere 5 finali differenti (qui trovate la mia guida per sbloccarli tutti, incluso il finale super segreto!), ma anche una serie di combinazioni possibili davvero molto ampia (si parla di oltre un trilione di possibili combinazioni, i quali per onestà intellettuale mi sento di dirvi che non sono stati testati tutti dalla sottoscritta), e questo perché, a differenza di altri prodotti simili sia in campo cinematografico che videoludico (chi ha detto: “David Cage”? Sì, hai ragione anche tu, pure Life Is Strange ci sta dentro), il sistema è concepito in maniera tale da non riproporre mai la stessa scena allo spettatore, anche quando compirà le stesse scelte, il che non solo rende la propria esperienza sempre differente, ma è assolutamente funzionale alla narrazione, ben più complessa di quanto non possa apparire a un primo sguardo.

Ciò che è

Solo una serie distopica e folle come Black Mirror poteva presentare un episodio a scelte multiple basato su un videogioco a scelte multiple a sua volta basato su un romanzo a scelte multiple, e per creare un maggior senso di continuità tutti e tre questi elementi sono stati chiamati nello stesso modo, Bandersnatch, ovvero come una delle tante creature fantastiche nate dalla mente di Lewis Carroll, l’autore di Alice nel Paese delle Meraviglie:

A sinistra un uccello JubJub, a destra un Bandersnatch.

Fra le fonti di ispirazione dell’episodio c’è però anche il videogioco mai pubblicato… Bandersnatch, un progetto videoludico della Imagine Software che non vide mai la luce a causa del fallimento della compagnia, avvenuto il 9 luglio 1984, giorno in cui, simbolicamente, ha inizio la bizzarra avventura di Stefan.

Prestate sempre molta attenzione ai dialoghi e alle immagini: in questo modo non soltanto noterete una serie di Easter Egg di episodi precedenti di Black Mirror, come avviene anche in altri episodi pubblicati in precedenza, ma vi renderete conto del fatto che i personaggi percepiscano una volontà estranea e superiore alla propria che sembra spingerli a compiere determinate azioni piuttosto che altre.

Grazie a una narrazione che sfonda più e più volte la quarta parete, lo spettatore si sente incredibilmente coinvolto, poiché senza di lui la storia non esisterebbe nemmeno. Questo porta a tutta una serie di considerazioni filosofiche ed esistenziali dei personaggi, che però possono riflettersi anche sugli spettatori/Deus ex Machina stessi, che si ritrovano ad essere al contempo gli Dei (o, se preferite, le personificazioni del Destino) del mondo racchiuso all’interno di Bandersnatch e le Creature che si pongono gli stessi quesiti dei personaggi: esiste davvero il libero arbitrio, o è soltanto un’illusione? E se le nostre scelte non fossero davvero nostre, ma forzate da un qualche Dio o dal destino che hanno come scopo quello di farci vivere nella mera illusione della presenza della libera scelta? Se fossimo anche noi i personaggi di una storia scritta da qualcun altro e fossimo incastrati nelle nostre vite come i protagonisti di un racconto o di un videogioco?

Il dramma esistenziale della follia

Proseguendo nella visione/creazione di Bandersnatch, noterete come alla perdita di controllo da parte di Stefan corrisponde una uguale e contraria acquisizione di controllo da parte dello spettatore. La sua vita e il suo già di per sé precario equilibrio mentale sono interamente nelle vostre mani, e in base alle scelte compiute anche la durata dell’episodio può variare, ma niente paura: in qualsiasi momento potrete provare a compiere scelte differenti, o anche le stesse, proprio come in un videogioco, in un mondo in cui la morte non è una presenza inevitabile, poiché è sempre possibile andare indietro nel tempo per cambiare la storia ed, eventualmente, evitare la morte stessa, creando così una serie pressoché infinita di universi paralleli.

Conclusioni

Bandersnatch è un ottimo episodio in perfetto stile ansiogeno e distopico come ci si aspetterebbe da Black Mirror. Spietato, folle e a tratti davvero molto, molto divertente, questo esperimento di episodio interattivo è una intrigante novità nella serie. Grazie a una sceneggiatura e a una regia solide e coerenti, la narrazione di Bandersnatch scorre fluida qualunque cosa decidiate di fare, il che non è sempre scontato in prodotti come questo. Naturalmente, l’ottima resa sullo schermo è anche merito degli attori principali e secondari, i quali danno vita a una realtà inquietate ancor più al pensiero che possa essere plausibile anche nel mondo esterno reale, in una continua commistione fra il mondo fittizio e quello reale.

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