Utsubora 2 di Nakamura Asumiko | Recensione

Pubblicato il 28 Dicembre 2018 alle 15:00

Coconino Press ci presenta il secondo ed ultimo volume del seinen Utsubora di Nakamura Asumiko, già  apprezzata nel nostro Paese per Compagni di Classe (Magic Press), che ne ha fatto una delle regine del Boy’s Love

Il celebre scrittore Shun Mizorogi ha appena pubblicato il suo ultimo romanzo intitolato Utsubora. Una sera apprende dalla polizia che una ragazza che conosceva, Aki Fujino, è morta e serve che lui ne faccia il riconoscimento. All’ospedale incontra Miki Sakura, la sorella di Aki Fujino. Dopo il riconoscimento Miki e Mizorogi vanno a bere qualcosa e Miki cerca di approfondire il rapporto che sua sorella aveva con lui. Mizorogi è sempre più ossessionato dalla misteriosa Miki, mentre la polizia sembra brancolare nel buio, soprattutto dopo che una terza studentessa sparisce senza lasciare tracce della sua esistenza. Nel frattempo Tsuji, l’editor di Mizorogi, comincia ad avere dubbi su chi sia il reale autore dietro a Utsubora e si muove più o meno platealmente per scoprirlo. Alla fine, tutti si concentrano sulla figura di Miki: chi è e quale trama ha tessuto e sta tessendo, quale è il suo fine ultimo?

Dopo un primo volume molto positivo, non ci resta che verificare se anche in questi ultimi capitoli Nakamura Asumiko è riuscita a tenere alta la qualità della sua opera.

Nakamura Asumiko, come potete vedere già dall’introduzione, è una autrice senza target e senza un genere fisso, avendo spaziato la sua attività tra diversi generi e pubblici eterogeneri. Ma alcune coordinate della sua attività di mangaka sono rimaste pressoché costanti nel corso degli anni, fin dalla sua prima opera Kohi satoiri koisuru madobe; e queste coordinate sono la ricerca di estetismo, la sensualità di cui le sue opere sono ricche e l’eleganza, anche nel tratto grafico.

Anche in questo volume la costruzione della storia è ciò che la rende così interessante per il lettore, ancora facendo uso di una cronologia degli eventi che non è lineare.

Nella recensione del primo volume avevamo notato come si avesse un ritmo incalzante, riuscendo l’autrice a esprimere compiutamente i sentimenti dei personaggi, anche di quelli di contorno, come l’editor di Mizorogi, Tsuji, di cui avevo appunto sottolineato il grande potenziale. Ed in effetti Tsuji nel secondo volume si dimostrerà  un personaggio molto più complesso di quanto pensassimo, rivelando un carattere spigoloso e sfaccettato assolutamente insospettabile.

Soprattutto il finale colpisce per una costruzione della trama ben congegnata che porta i fili della storia finalmente ad una inaspettata conclusione.

Graficamente, Utsubora mostra le capacità tecniche dell’autrice, con linee spigolose e nette, che caratterizzano i suoi personaggi dai corpi snelli e slanciati. Le tavole sono caratterizzate da ambienti tendenzialmente scarni, ma tuttavia decorati con alcuni elementi (oggetti,…) che riescono a infondere loro un senso di realismo.

Il volume è arricchito da due apprfondimenti del bravo (e competente) Paolo La Marca, il primo dedicato ad Utsubora, il secondo alla vita artistica della mangaka, con particolare riguardo al suo rapporto con l’erotismo.

La confezione della collana Doku di Coconino Press si caratterizza ancora una volta per la doppia copertina ed un design ricercato.

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