Boruto: come ho perso la fiducia e ho creato una dittatura

Pubblicato il 24 Dicembre 2018 alle 09:00

Nell’ultimo episodio della serie animata basata sul manga Boruto – Naruto Next Generations, abbiamo potuto scoprire moltissime informazioni interessanti riguardo Onoki e le ragioni profonde che lo hanno portato a creare un esercito di esseri sintetici creati in laboratorio, con tutte le conseguenze che questa sua scelta porta con sé.

Abbiamo imparato a conoscere l’ex Terzo Tsuchikage del Villaggio della Roccia in Naruto e in special modo durante la terrificante Quarta Guerra Mondiale Ninja: si tratta di un uomo molto in là con gli anni, ma ancora perfettamente lucido, in grado di utilizzare delle tecniche ninja sopraffine e letali. Onoki è coraggioso e, in quanto Tsuchikage, si è distinto durante la Grande Guerra per le sue imprese e per il desiderio fortissimo di difendere anche a costo della sua stessa vita gli abitanti e i guerrieri non solo del suo Villaggio, ma anche quelli originari di altri posti, ora che si sono tutti alleati contro un nemico comune.

Come ben sappiamo, la Guerra si è conclusa con una vittoria dell’Alleanza contro l’Intesa (passatemi il paragone con le nostre Guerre Mondiali, anche perché il riferimento è chiaramente quello). Già, ma a quale prezzo?

Gli eventi della Guerra e quelli immediatamente successivi hanno minato nel profondo la mente e l’anima di moltissimi uomini, donne e bambini, e fra questi c’è proprio il nostro Onoki, il quale ha deciso di parlare a cuore aperto al giovanissimo Boruto perché crede sinceramente che il ragazzo possa capirlo, un po’ per via del suo carattere fortemente empatico, un po’ perché, diciamocelo chiaramente, Boruto è un ragazzino incredibilmente intelligente e sveglio. Deve aver preso da sua madre…

Comunque, Onoki è davvero molto cambiato da allora, e le conseguenze di questo sono state fondamentalmente due: la morte di Kozuchi e la creazione degli Akuta, la quale, a sua volta, è causa di un altro evento a dir poco drammatico: l’instaurazione di una vera e propria dittatura militare. Senza parlare, poi, del modo in cui Onoki ha creato il suo esercito personale… Ma poiché la tematica ha diversi risvolti e, per questo, risulta piuttosto complessa, iniziamo procedendo per gradi: solo così è possibile comprendere fino in fondo gli enormi pesi che affliggono la coscienza di questo anziano guerriero dal cuore tenero.

5. Chi era Kozuchi?

Il nipotino dell’ex Terzo Tsuchikage era un ragazzino intrepido, ottimista e pieno di vita. Il suo atteggiamento positivo verso la vita lo portava era un vero e proprio toccasana per il suo nonnino, così provato dalla Guerra. A quel tempo Onoki non nutriva alcun tipo di sfiducia nei confronti dei ninja della nuova generazioni, anzi, è vero il contrario: proprio per via dell’entusiasmo di Kozuchi, Onoki era certo che anche lui e i suoi compagni sarebbero stati dei buoni ninja, nonostante vivano ora in un tempo di pace.

Il piccolo non era ancora un vero ninja (era in attesa di sostenere l’esame per diventare finalmente un Genin), ma il suo più grande desiderio era quello di diventare uno shinobi forte e coraggioso proprio come suo nonno, che a quel tempo temeva che non sarebbe vissuto abbastanza per poter veder crescere Kozuchi. Ma i fan di Kishimoto sono abituati al fatto che, spesso, l’autore ci ponga di fronte a una realtà molto cruda e al senso di macabra ironia della vita, e in questo c’è da dire che gli sceneggiatori dell’anime di Boruto stanno dando del loro meglio per non tradire lo stile originale di Masashi Kishimoto. Kozuchi confida inoltre al suo amatissimo nonnino che il suo più grande desiderio sia quello di diventare uno Tsuchikage perfino migliore di lui. Ironicamente, sarà proprio a causa di queste parole che il ragazzo perderà tragicamente la vita…

Grazie a queste sequenze, gli spettatori comprendono finalmente come mai Boruto ricordi così tanto a Onoki il suo defunto nipotino, e magari è anche questa una delle motivazioni che lo sta spingendo a confidare ogni cosa al piccolo figlio del Settimo Hokage, anche se il suo desiderio di diventare Tsuchikage lo accomuna molto più a Naruto che a suo figlio.

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4. Onoki, il vero assassino di Kozuchi

Era una giornata come tante altre: Onoki e Kozuchi sedevano insieme chiacchierando amabilmente dei progetti futuri del ragazzo, che includevano, come ho accennato in precedenza, il desiderio di diventare un giorno Tsuchikage. All’ascolto di quelle parole, Onoki si riempie di orgoglio, ma mette in guardia il suo giovane nipote: senza una volontà di ferro e un grande coraggio che gli impedisca di voltare le spalle al nemico, non è possibile diventare un buon Tsuchikage. Queste parole, che volevano semplicemente essere da sprone per il ragazzo, si riveleranno invece per lui fatali.

In un’altra giornata che sembrava proprio come tutte le altre, Onoki aspetta impaziente il suo nipotino, stranamente in ritardo. Poco dopo, giungerà uno dei ninja della Roccia con una notizia terribile: Kozuchi è stato ferito molto gravemente durante uno scontro con dei ninja nemici intenzionati a rubare delle informazioni segrete in possesso della Roccia. Come gli verrà rivelato in seguito, il ragazzo li ha affrontati completamente da solo, senza aspettare i rinforzi. Ma perché ha fatto una cosa del genere, lui che non era nemmeno un Genin? Forse… Non può essere… Che sia stato per via delle sue parole?

Un attimo dopo averlo pensato, al dolore e allo sconforto di Onoki per la perdita prematura di suo nipote si aggiunge anche il peso della responsabilità: se non gli avesse detto che un buon Tsuchikage non arretra mai di fronte al nemico, Kozuchi non si sarebbe gettato in uno scontro impari con dei veri ninja perdendo la sua giovanissima vita. Questo senso di colpa che inizia a insinuarsi nella mente di Onoki lo affliggerà per il resto della sua vita, e il tutto viene reso visivamente in maniera molto esplicita e toccante:

I giovani, nei quali riponeva fiducia fino a pochi istanti prima, diventano ora agli occhi di Onoki semplicemente degli esseri umani da proteggere, perché quello che è accaduto a Kozuchi non si ripeta mai più. Questi giovani possono anche essere coraggiosi, ma non hanno i mezzi per poter combattere ad armi pari contro dei nemici più esperti. Così, Onoki inizia a sentirsi un po’ il nonno di tutti i giovani ninja del mondo: se non è riuscito a proteggere Kozuchi, forse potrà almeno proteggere loro. Ma a quale prezzo?

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3. Il terribile segreto degli Akuta e il legame con Kaguya e gli studi di Orochimaru

Onoki inizia così a pensare a un modo per non far combattere mai più gli esseri umani, e le sue ricerche lo portano a pensare di voler creare un esercito composto da esseri sintetici. Insieme a un ricercatore e scienziato, Onoki crea un laboratorio nascosto, un po’ come Orochimaru, nel quale prosegue i suoi studi, che lo porteranno ben presto alla creazione in principio di Kuu, un suo clone; Onoki procede spiegando a Boruto in che ordine ha creato il suo esercito: dopo Kuu, che è a capo delle truppe, sono stati creato altri 4 esseri, che fungono da sue estensioni, seguiti infine da tutti gli altri Akuta, agli ordini diretti dei primi 5.

Onoki dice a Boruto che non vuole usare il suo esercito per muovere guerra agli altri Villaggi, ma per proteggerli, per questo gli sta raccontando tutto. Quello che però l’ex Terzo Tsuchikage non sa è che i suoi hanno organizzato un colpo di Stato e volevano anche ammazzare Shikadai e altri ninja. Onoki, in realtà, non ha alcun controllo sui suoi Akuta, che non rispondono ai suoi comandi.

Qui entrano in gioco delle creature che conosciamo fin troppo bene, lo studio dei campioni dei quali porterà finalmente Onoki a creare degli esseri che finalmente rispondono ai suoi comandi. O almeno così crede.

L’anziano uomo non nasconde assolutamente nulla a Boruto, per cui gli rivela che i campioni che si sono rivelati fondamentali per la creazione degli Akuta provengono dai famigerati Zetsu Bianchi. Sì, quelli creati da Kaguya, il vero nemico finale di Naruto, Sasuke e i suoi amici e compagni, la causa, insieme a Madara e a Obito Uchiha, dello scoppio della Quarta Guerra Mondiale Ninja.

Questa notizia sconvolge non poco Boruto, che conosce perfettamente quel periodo storico. Il desiderio di Onoki di proteggere i ninja è così forte che lo ha spinto ad addentrarsi in un territorio sconosciuto: magari ora i suoi Akuta eseguono gli ordini, ma non è possibile prevedere se e in quale misura le cellule degli Zetsu Bianchi li potrebbero influenzare.

Ora, però, c’è un altro problema: gli Akuta vivono molto poco. Come fare, dunque, per prolungare la loro vita? In questo, Onoki comprende che la soluzione potrebbero essere gli studi di un altro personaggio a dir poco ambiguo e decisamente pericoloso: il Sommo Orochimaru, uno dei Tre Sannin Leggendari. Lo scienziato è infatti riuscito a creare degli esseri sintetici che sembrano vivere piuttosto a lungo, e studiare da vicino uno di questi esemplari potrebbe finalmente far comprendere a Onoki come far vivere più a lungo i suoi Akuta. E trattandosi di Orochimaru, c’è da aspettarsi qualcosa di macabro e crudele. Gli studi effettuati al laboratorio di Onoki sotto la guida di Kuu e all’insaputa di Onoki su Mitsuki rivelano il segreto della sua longevità: un cuore umano.

Dunque, bisogna sacrificare delle vite umane per evitare il sacrificio di altre vite umane. Un dilemma molto complesso che tocca a Kuu risolvere, dato che Onoki non è lì. Ma lui ne è un suo clone, quindi ciò che desidera Kuu è anche ciò che desidera Onoki. Così, Kuu ordina il sacrificio di alcuni ninja. Non prima, però, di aver compiuto un colpo di Stato.

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2. La dittatura militare di Kuu e degli Akuta

Non si è ancora ben capito se Kuu sia davvero convinto di agire secondo la volontà del suo creatore o se, invece, abbia sviluppato una coscienza propria che lo sta spingendo ad agire discostandosi dai piani iniziali del suo Creatore. Sembra una sottigliezza, ma non lo è affatto: se Kuu seguisse ancora pedissequamente gli ordini di Onoki, significherebbe che il Terzo Tsuchikage ha ancora il piano controllo della sua creature; diversamente, significherebbe che gli Akuta possono sviluppare una coscienza propria e, dunque, potrebbero agire senza alcun controllo.

Qualunque sia la verità, il dualismo Onoki/Kuu fa pensare a quello esistente fra Dio e Gesù Cristo, che sono al tempo stesso due entità separate, ma che condividono una coscienza comune. Se Onoki è il Dio Creaore, Kuu è dunque il Messia di Onoki, o almeno è così che si mostra ai suoi sottoposti, adornandosi quasi di un’aura di Divinità che in qualche modo lo pone sullo stesso piano dell’essere umano che ha creato lui e i suoi simili.

Per quanto dubbi possano ancora esistere sulla coscienza degli esseri creati in laboratorio, ora due cose sono certe: Kuu vuole assumere il controllo del suo Villaggio e prolungare la vita sua e dei suoi compagni Akuta, anche se ciò implica il sacrificio di alcune vite umane. Onoki non lo vorrebbe mai, ma per giustificarsi Kuu dice che la sua volontà e quella del suo creatore coincidono, perciò vengono fatti prigionieri alcuni ninja della Roccia che verranno uccisi e a cui verranno strappati via i cuori. Fra di loro, ci sarebbe dovuto essere anche il nostro Shikadai, il quale è però riuscito a mettersi in salvo e che ha ben pensato che sia ormai necessario l’intervento di suo padre e dei ninja della Foglia.

Nel frattempo, gli Akuta stanno progressivamente assumendo il controllo di sempre più zone del Villaggio della Roccia, così arduamente ricostruito a seguito delle devastazioni subite durante l’ultima Guerra Mondiale Ninja.

Questi eventi sono al di fuori di qualsiasi controllo da parte di Onoki il quale, trovandosi da un bel po’ di tempo separato forzatamente dai suoi, non ha la benché minima idea di cosa stia succedendo. Per quanto le sue intenzioni siano buone, è ormai evidente che l’uomo si sia spinto un po’ troppo oltre, in una sorta di metafora di quello che sarebbe il dilemma che si porrebbe all’uomo con la creazione di Intelligenze Artificiali che possano sviluppare una identità e dei pensieri del tutto autonomi. E sarà proprio una riflessione su questi dilemmi che porterà il giovane Boruto a cercare di far riflettere il vecchio Onoki.

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1. Boruto, filosofia ed esistenzialismo

La questione morale sugli Akuta viene sollevata da Boruto, il quale chiede a Onoki se e quanto possa essere certo che le sue creature siano delle semplici macchine da guerra prive di raziocinio e di sentimenti. Se Onoki ritiene che sia proprio così, Boruto insinua in lui un atroce dubbio etico: se gli esseri artificiali provassero sentimenti e avessero una propria identità, in cosa mandare loro in guerra sarebbe differente dal far combattere degli esseri umani?

Boruto dimostra ancora una volta quanto il suo personaggio si discosti da quello di suo padre, decisamente più ingenuo e meno sveglio di lui: il ragazzo è decisamente molto maturo per la sua età, e le sue riflessioni sono così profonde da insinuare il dubbio perfino nella mente di un uomo deciso, forte e cocciuto come Onoki.

Onoki risponde così a Boruto dicendogli che non ha prove a favore della sua teoria, ma il ragazzo gli fa notare che lo stesso vale per lui. Ma se avesse ragione Boruto, come potrebbe sentirsi Onoki?

L’ex Terzo Tsuchikage chiede a Boruto cosa lo spinga a credere che gli esseri artificiali abbiano una propria coscienza, ma la sua risposta era prevedibile: Boruto conosce bene Mitsuki e sa che gli è amico, e questi sentimenti non possono che essere reali. Come abbiamo già appreso negli scorsi episodi, però, non è detto che sia così: anche l’affetto di Mitsuki per Boruto potrebbe essere stato programmato fin dall’inizio da Orochimaru, e questo dubbio è atroce al punto che lo stesso Mitsuki non sa se possiede una propria identità o meno, ed è proprio per scoprirlo che si è recato alla Roccia di sua spontanea volontà insieme agli Akuta. In questo modo, tutti ci guadagneranno qualcosa: Onoki potrà scoprire come prolungare la vita dei suoi Akuta e Mitsuki potrà scoprire se possiede una propria identità.

Dunque, nessuno dei due ha prove concrete a sostegno delle proprie teorie, ma ognuno due ha delle buone ragioni per credere all’una o all’altra cosa: Onoki ha bisogno di credere che gli Akuta non abbiano una propria identità per poter continuare a usarli in battaglia, mentre Boruto ha bisogno di credere il contrario, diversamente Mitsuki non sarebbe davvero un suo amico, ma semplicemente una marionetta nelle mani di Orochimaru.

A favore della teoria di Boruto, ricordiamo che abbiamo potuto già constatare come perfino il piccolo Akkun, l’Akuta imperfetto ora in compagnia di Inojin, sembri avere una volontà propria e che si stia affezionando davvero al suo nuovo amico. Tuttavia, la verità attende ancora di essere svelata.

In conclusione, questa saga ambientata nel Villaggio della Roccia si sta dimostrando molto matura dal punto di vista dei contenuti e sta sollevando diverse questioni spinose in cui non tutto è bianco o nero, il che dimostra che gli sceneggiatori siano ben consapevoli che fra gli spettatori di Boruto – Naruto Next Generations ci siano non solo ragazzi molto giovani, i quali vengono messi di fronte a tematiche mature, ma affrontate comunque in modo comprensibile, ma anche ragazzi un po’ più grandi cresciuti con Naruto e che ora sono ansiosi di scoprire le avventure del suo primogenito ribelle Boruto, i quali potrebbero facilmente disaffezionarsi a un prodotto troppo infantile.

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